di Gilberto Spagnolo
L’aver confermato l’esistenza, fino a ieri controversa, della “Biblioteca” del Conte Alessandro Mattei citata dal Marciano (“… il Museo del quale è ricchissimo di molti libri di tutte le scienze greche e latine, che non ha pari nella provincia”) poi scomparsa del tutto, grazie a un “ritrovamento fortuito” (ironia della sorte) di alcuni suoi libri presso la Biblioteca Innocenziana di Lecce, ha certamente dimostrato la veridicità della testimonianza del filosofo di Leverano, ovvero gli indubbi meriti di Alessandro nel campo culturale e le sue “virtù mecenatiche” (lo chiama, infatti, “eruditissimo, saggio e prudentissimo Principe”) nonché, come abbiamo sempre sostenuto, la profonda tradizione umanistica della sua nobile famiglia che lo stesso Marciano, nella sua Descrizione, aveva contribuito a fondare con accenti tanto ammirati da sfiorare il mito.
Come annotato sui frontespizi, ben diciannove sono i volumi che provengono da questa Biblioteca (ex libris – “ex Biblioteca Alexandri Mathej”), dieci costituiti dall’Opera di Sant’Agostino pubblicata a Parigi nel 1586 e nove rappresentati dai Commentaria di Alfonso Tostati, filosofo e teologo, pubblicati a Venezia dai fratelli Sessa nel 1596; volumi puntualmente catalogati in un recente studio di Lorella Ingrosso e suscettibili, probabilmente, di ulteriori acquisizioni se si considera che il patrimonio librario della Biblioteca Innocenziana preso in esame dalla Ingrosso è composto “da circa cinquecentosessantacinque esemplari ed è riposto temporaneamente in una stanza-deposito al primo piano del Seminario in uno stato di completo abbandono, poiché i volumi presentano guasti endogeni ed esogeni”.
Dopo aver dimostrato la fondatezza della testimonianza del De Magistris, grazie al ritrovamento presso la Biblioteca Apostolica Vaticana del documento in cui l’Holstenio attesta l’esistenza del cappuccino Frate Lorenzo di Sancta Maria de Nove quale autore di una carta geografica di Terra d’Otranto edita nel 1617, questo ritrovamento, ad ulteriore dimostrazione della “provvisorietà della ricerca storiografica” mi spinge a rimeditare ed approfondire un altro aspetto non meno interessante della Vita del nostro Conte “mecenate”, quello cioè di essere anche probabile autore di un’opera geografica, fatto questo che si inserisce direttamente in una complessa questione che ancora oggi è fortemente dibattuta e non ancora certamente completamente definita, ovvero la sicura attribuzione della Descrizione, Origini e successi della Provincia d’Otranto stampata dall’Albanese a nome del Marciano.
Sensibile all’esortazione di Block a cercare comunque “l’uomo vivo sotto la polvere degli archivi e nel silenzio dei musei”, queste pagine vogliono soprattutto riunire i risultati di una ricerca che cerca di focalizzare ed analizzare meglio le fonti individuate tentando perciò di far emergere nella “giusta luce” ed obiettività anche questo argomento.
I primi riferimenti all’opera geografica di Alessandro Mattei si ritrovano nelle opere del Tasselli (Eredi di Pietro Micheli 1693) e del Montorio (Napoli 1715). Nella “nota degli Autori che si citano in questo libro” (Antichità di Leuca) si legge infatti: “Alessandro Mattei, Conte di Novole, nella sua Geografia Manoscritta”. Ed ancora “Dopo questi l’anno 1615, soperchiarono tanto le piogge, e l’acqua la nostra Provincia, ed in specialità tutto questo Capo Salentino, che le profonde voraci e meravigliose di Barbarano si empirono tutte a’ dismisura, /…/. Laonde per tali soperchiamenti di acqua, dice Girolamo Marciano, Alessandro Mattei nella sua Geografia, che si videro in quel tempo mostruosi serpenti”.
Il Montorio nella sua opera Zodiaco di Maria ovvero le dodici Province del Regno di Napoli... fa lo stesso riferimento, ma in maniera più dettagliata: “L’anno 1615 furono così direte le piogge, specialmente in quella Provincia e Promontorio, che le voraci meravigliose di Barbarano restarono affatto prive d’acqua mondanti, ed in Salve, crescendo l’acqua fuor di modo. anche in luoghi sollevati alzaransi fino ad otto palmi, restando affogate una fanciulla di anni dieci: quindi in memoria di tal prodigio diluvio Don Donato Maria de Notariis Teologo di Salve, e, Canonico della cattedrale di Castro, segnando il luogo dove arrivarono l’acque espresse in un marmo il lutto con questo distico: Lustrum aderta trinum, bisque octo saecla salutis, cum usque huc, submersa Virgine, venit aqua. Anzi come affermano Geronimo ed Alessandro Mattei nella sua Geografia, si videro in quel tempo mostruosi serpenti, uno dei quali fu osservato in Cesarea di smisurata grossezza, e lungo palmi dieci. Due se ne osservarono in Arneo con due teste per chiacheduno: Ma quando tali fondazioni parea che volessero rovinare quel sagro tempio ed impedire il concorso de’ popoli non solo restò quello intatto, ma accrebesi in quelli l’affetto, ed ossequio verso la Vergine”.
Le citazioni, come si può notare, evidenziano una netta distinzione tra le due opere e ciò trova ulteriore conferma nell’opera del Tasselli che, sempre nella “Nota degli Autori che si citano in questo libro” riporta anche, oltre alla “Geografia Manuscritta” del Mattei una “Girolamo Marciano di Liberano Geografia”. E la stessa cosa fa intendere quando dice ancora “Dopo questa il sig. Alessandro Mattei Conte di Novoli, eruditissimo Cavaliere con Girolamo Marciano Medico di Liberano ci danno utilissime e erudite notizie di nostra Provincia /…/”, dove quel “ci danno” potrebbe anche intendersi come due opere distintamente consultate.
Un’interessante e simile annotazione vi è anche nel manoscritto D/5 della Biblioteca Arcivescovile pubblica “Annibale De Leo” di G.B. Lezzi da cui emerge che “Mattei / Alessandro / Conte di Novole …eruditissimo Cavalier con Girolamo Marciano di Leverano ci danno utilissime ed erudite notizie di nostra Provincia”.
Nella Biblioteca Provinciale di Lecce sono conservati sei manoscritti dell’opera del Marciano. Due completi (n. 58 e n. 59), uno limitato ai libri I e II (n. 261), uno a parte del libro III oltre ai libri I e II (n. 61), due al solo libro IV (n. 62 e n. 63). Quelli che fanno riferimento al Mattei sono il n. 61 ed il n. 63. Nel n. 61, sul Frontespizio si legge: Descrizione, Origini e Successi della Provincia d’Otranto, libro p° del sig. Alessandro Mattei Conte di Palmarici. Del sito e Provincia del’Italia intentione del’Autore e del’Antichi nomi della Provincia d’Otranto. Capo p° L’Italia annosissima regione del’Europa”.
È questo un manoscritto di pp. numerate 443 seguito da due facciate non numerate. La prima contiene il seguito dell’opera che è mancante delle pp. successive, e l’altra una specie d’indice delle materie macchiato in varie pagine, ma del resto ben conservato.
Carattere leggibile, ad eccezione di quella non numerata 444 alquanto illeggibile perché molto macchiata e con qualche parola che è stata ripassata con l’inchiostro. Secondo il Foscarini “è questa una delle tante copie ms che un tempo correvano per le mani degli studiosi e la cui paternità ora era attribuita ad Alessandro Mattei, ora a Girolamo Marciano”. Nel n. 63, al Frontespizio si legge “Libro IV di Alessandro Mattei composto nell’anno 1645 delli successi ed Origine della Provincia d’Otranto. Presso alcuni Autori si riscontra che quest’opera sia di Girolamo Marciano. Per venirsi a chiaro di una tal questione si riscontra il Capo XIII del presente ms”. È questo un Ms. di pp. num. 321 seguito da 11 pp. non numerate contenenti l’indice degli uomini insigni e delle materie. Il Ms. con qualche tarlatura è discretamente conservato, il carattere è minuto, ma chiaro. Il Foscarini vi annotò che “l’autore non è Mattei, ma Marciano” mentre il Capo XIII per risolvere la questione è quello che riguarda Novoli.
Nei manoscritti n. 62 e n. 63, a proposito del Padre Francesco Guerrieri vi è un particolare che non compare nell’edizione a stampa dell’Albanese. Nel ms n. 62 si legge, infatti: “Vive oggi parim.te di questo luogo il Dotts.mo e non a pieno lodato Padre Francesco Guerrieri dell’Ordine e Congregazione dei Padri Gesuiti, Filosofo, Teologo, Poeta ed Oratore Illustre”.
Nel Ms n. 63 si legge invece: “Vive oggi parimente di questo luogo il dottissimo, e non mai lodato Padre Francesco Guerrieri dell’Ordine e Congregatione de’ Padri Gesuiti, filosofo, teologo, poeta ed oratore illustre, e lume dell’età nostra, singolare nella greca e latina lingua in questa Provincia”. Nel testo a stampa si legge invece: “Vive oggi parimente di questo luogo il dottissimo P. Francesco Guerrieri, Gesuita, filosofo, teologo, poeta ed oratore illustre e lume nell’età nostra, della greca e latina lingua in questa provincia”.
L’affermazione “e non a pieno lodato” o “e non mai lodato” stranamente non compare nel testo a stampa, affermazione molto importante poiché solo chi aveva conosciuto a fondo il Padre Guerrieri poteva esprimersi in tal senso. È questa una tipica dimostrazione di come il testo originario della “Descrizione” sia stato manipolato, alterato, saccheggiato e anche di come sia ancora difficile l’attribuzione o paternità poiché tale affermazione sul Guerrieri poteva farla benissimo sia il Mattei che il Marciano. Ad ulteriore riprova di tutto questo segnalo l’esistenza, presso una biblioteca privata, di un’altra copia manoscritta e completa della Descrizione datata 1716 ed appartenuta ad un giurista napoletano. Anche in questo manoscritto che si compone di 550 cc. complessive in chiara grafia ad esempio, esaminando le carte relative al maestro di Alessandro Mattei, (Donato Castiglione Oritano soprannominato l’Argentario) o quelle sul Casale di S. Maria de Nove e il padre Francesco Guerrieri si riscontrano ulteriori ed importanti differenze (“… uscirono dalle sue scuole, dottrine, come dal cavallo troiano generosi soldati… mi ridussi in questo luogo, quasi in una remota villa... e non appieno lodato Padre Francesco Guerriero Gesuita…”).
In conclusione, le fonti di riferimento esaminate ci spingono, anzitutto, realisticamente a considerare l’effettiva esistenza di due opere ben distinte e definite, di cui, quella del Mattei una Geografia della Terra d’Otranto (come la ricordano il Crollalanza e il De Simone) probabilmente dispersa (come la ricorda Michele Paone “… Alessandro Mattei autore di una dispersa opera geografica”) anche perché, come dice il De Simone “è impossibile a credere che vivente come era, il Mattei suo mecenate, il Marciano gli avesse commesso spudoratamente un plagio dell’epoca in parola” o lo stesso Marti secondo il quale “il Marciano dovette non poco attingere alla erudizione del Mattei, ragione, forse, reale per cui non si era determinato mai a pubblicare col proprio nome un libro di necessaria e continua collaborazione”.
“La sorte che negò al Marciano, come sottolinea Vittorio Zacchino, la gioia del battesimo cartaceo della sua corografia” (restando manoscritta subì le varie contaminazioni ed interpolazioni) e la lunga ospitalità di Alessandro Mattei hanno poi probabilmente generato una certa confusione.
Nel Dizionario bio-bibliografico di personaggi salentini, ms. in deposito presso l’Archivio di Stato di Lecce si legge: “Alessandro Mattei Conte di Palmariggi e Signore di Novoli, fù (sic) letterato di grido nel secolo XVII. Le nostre tradizioni letterarie ci assicurano che lui fù (sic) l’autore della Descrizione, Origini e Successi di Terra d’Otranto che ora và sotto il nome del Marciano. Noi non possiamo darne un adeguato giudizio non avendo ragioni per affermarlo o negarlo però il lettore potrà giudicare da se stesso dalle seguenti parole del Marciano Medesimo” (Ed di Napoli pag. 472 segue il passo che lo riguarda).
Ed è qui che occorre ulteriormente riflettere.
Quando il Marciano viene a Novoli la sua opera è quasi conclusa (“per finire comodamente”) o perlomeno a buon punto; il Mattei con la sua vasta cultura, con la sua ricchissima biblioteca, lo aiuterà appunto “a porre l’ultima mano” (la Descrizione è, infatti, come scrive Zacchino e come testimoniano anche i libri ritrovati, ricchissima di citazioni erudite di autori antichi e moderni, salentini e non salentini).
Viene solo spontaneo chiedersi se è vero come è vero che il Marciano secondo gli studi del Cosi stette a Novoli dal 1615 al 1620, di che consistenza, di quale spessore fossero stati i suggerimenti del Mattei “all’ultima mano” della sua Descrizione.
E a tal proposito, un’ultima importante considerazione.
Quando Francesco Antonio De Giorgi nella sua opera rimasta inedita sulle Famiglie Nobili Leccesi (nella Biblioteca Provinciale di Lecce, di essa, si conservano un manoscritto datato Napoli 1780 ed un altro con aggiunte di Ermenegildo Personé) presenta il Mattei come colui che si è “sommamente delle opere cavalleresche dilettato ed è delle lettere e de’ letterati grandemente amatore e perciò ha sempre tenuto appresso di sé in gran preggio gli uomini ornati di cotali virtù” il Conte di Novoli è ancora vivente.
Che questa sia una significativa fonte coeva (si spiega quindi l’uso del tempo presente nella citazione) come il sonetto dedicatogli da Cataldantonio Mannarino, lo apprendiamo da Domenico De Angelis il quale nella sua rarissima opera sulla Vita di Scipione Ammirato scrive testualmente: “…e Francesco Antonio Giorgio anch’egli letterato leccese, come che dipendesse da’ Giorgi Nobili Veneziani, nel Compendio ms. della Nobiltà delle Famiglie di Lecce, scritto nel primo di Gennaio I 613…”.
Questa fonte ci permette infine di capire, indirettamente, le ragioni per cui L. G. De Simone attribuisce (sulla base di alcuni riscontri oggettivi) altre due opere manoscritte di diverso argomento conservate anch’esse presso la Biblioteca Provinciale di Lecce, ad Alessandro II Mattei, signore di S. Maria de Novis (Novoli).
In “Lu Puzzu te la Matonna”, a. X, 20 luglio 2003, pp. 33-36 e in G. Spagnolo, Memorie antiche di Novoli. La storia, le storie, gli ingegni, i luoghi, la tradizione. Pagine sparse di storia civica, pp. 221-226, Novoli 2024.
Riferimenti Bibliografici Essenziali
G. Cosi, Nuovi documenti sulla vita di Geronimo Marciano, in “Contributi”, a. IV, n. 4 Maglie 1985.
G.B. Crollalanza, Dizionario Storico Blasonico delle Famiglie Nobili e Notabili Italiane estinte e fiorenti, Rist. An. del 1866, Forni, Bologna.
D. De Angelis, Vita di Scipione Ammirato scritta da Domenico de Angelis, in Lecce, dalla Stamperia Vescovile 1706.
A. Laporta, Il Cinquecento leveranese e la figura di Geronimo Marciano in Leverano e il Convento di S. Maria delle Grazie, Leverano 1984.
L. Ingrosso, Proposte per un recupero del Patrimonio librario della Biblioteca Innocenziana di Lecce. Un fondo da salvare: la biblioteca di Alessandro Mattei Signore di Novoli, in “Lu Lampiune”, a. XIII, n. 2 1997.
O. Mazzotta, Ex Biblioteca Alexandri Mathej, in “Camminiamo Insieme”, a. VI, n. 3 marzo 1999.
P. Serafino Montorio, Zodiaco di Maria, ovvero li dodici Provincie del Regno di Napoli etc, in Napoli, per Paolo Beverini, MDCCXV.
D. Novembre, Gerolamo Marciano, corografo di terra d’Otranto nel primo seicento, in “Studi Salentini”, aa. XLIII-XLIV, marzo-dicembre 1973.
M. Paone, Società e cultura in Terra d’Otranto tra Rinascimento e Barocco, in Ricerche e Studi in Terra d’Otranto, II Cellino San Marco 1987.
M. Cazzato – G. Spagnolo, Profili di committenza aristocratica. Il caso dei Mattei, Signori di Novoli, in “Camminiamo Insieme”, a. XII, n. 1 gennaio 1998.
G. Spagnolo, Novoli, Origini, Nome, Cartografia e Toponomastica, Novoli 1987.
G. Spagnolo, Il Principe Perfetto “Giovanni Antonio Albricci terzo (testimonianze dall’Ignatiados, poema eroico inedito di Francesco Guerrieri illustre letterato salentino), estratto da Quaderno di Ricerca, Salice Salentino ottobre 1989.
G. Spagnolo, Storia di Novoli, Note ed Approfondimenti, Lecce 1990.
G. Spagnolo, Un cartografo in età barocca. Frate Lorenzo di Santa Maria de Nove, Introduzione di Mario Cazzato, Lecce 1992.
G. Spagnolo, Dalle Rime del Mannarino un sonetto ad Alessandro Mattei, in “Sant’Antoni e l’Artieri”, a. XVI, Novoli 17 gennaio 1992.
L. Tasselli, Antichità di Leuca città già posta nel capo salentino, in Lecce presso gli eredi di Pietro Micheli, 1693.