“Udite gente: il maestro non è nato a Fasano”. Spigolature sul musicista Giuseppe Tanese

di Davide Elia

La fama odierna del maestro Giuseppe Tanese (1861-1928) è legata indissolubilmente al canto “Udite figlie” che egli compose per la processione del venerdì santo, e che ancora oggi costituisce il momento più toccante e caratteristico del rito che si tiene annualmente a Copertino.

Udite figlie” è una nenia dolorosa, un compianto sul Cristo morto eseguito da un coro interamente femminile vestito a lutto (noto come “le pie donne”), accompagnato dalla banda del paese. Se le note introduttive degli ottoni richiamano quelle di una marcia funebre, il successivo e dirompente ingresso delle voci che si diffondono nell’aria della sera sembra trasportare l’uditorio indietro nel tempo, a forme ancestrali e ormai scomparse di religiosità popolare.

Non è affatto esagerato affermare che ormai questo canto è divenuto uno dei principali motivi di richiamo della processione stessa; addirittura il suo titolo è finito per sovrapporsi a quello dell’intero rito del venerdì santo a Copertino. Abbondano ormai sul web, in repositori video come Youtube, i filmati delle esecuzioni di “Udite Figlie” degli ultimi anni, con le sue note inconfondibili che alleviano la nostalgia del copertinese fuori sede o, magari, giungono a sorprendere e incuriosire il forestiero.

 

All’approssimarsi di ogni triduo pasquale, puntuali compaiono, pubblicate sui giornali o sui social con l’inveterata tecnica del “copia e incolla”, alcune laconiche informazioni biografiche su Giuseppe Tanese. Eccone un esempio tratto dal comunicato ufficiale del 2022: “[…] maestro direttore e concertatore del concerto musicale ‘Banda Rossa[1] di Copertino’ Giuseppe Tanese, nativo di Fasano ma morto a Copertino nel 1928”.

L’indicazione del 1928 come data di morte è sicuramente un prezioso dato di partenza, poiché consente di effettuare una ricerca mirata nei registri di Stato Civile di Copertino. Ritrovato dunque l’atto di morte, constatiamo che Giuseppe Tanese, “capo musico” e marito di Elisabetta Passante, era nato a San Giorgio Jonico da Ciro e da Carolina Motolese, a loro volta abitanti in quel comune[2].

 

Se da un lato, purtroppo, una verifica diretta è resa difficoltosa dal fatto che il registro dei nati a San Giorgio Jonico per il 1861 non risulta disponibile, dall’altro ci sono almeno due evidenze macroscopiche che confermano questo luogo di nascita, e cioè: 1) l’indicazione esplicita nell’atto di morte, come detto, della provenienza dei genitori, e 2) l’ulteriore atto di nascita di una sorella del maestro, Maria Maddalena, rinvenuto nel registro dei nati di San Giorgio Jonico del 1860[3]. Questi dati sgombrano il campo da ogni dubbio: il maestro Tanese non nacque a Fasano, ma a San Giorgio Jonico!

Forse l’equivoco tra i due luoghi si originò nel momento in cui il Tanese giunse a Copertino per assumere la direzione della banda, avendo già alle spalle un’esperienza analoga a Fasano[4]. È dunque molto probabile che in paese molti avessero superficialmente scambiato la località da cui il musicista proveniva in quel momento con il suo effettivo luogo di nascita.

Di certo Giuseppe Tanese, con la sua preparazione e il suo estro artistico, accrebbe notevolmente il prestigio del concerto musicale di Copertino, che portò a esibirsi anche lontano dai confini comunali. Ne troviamo eco nelle corrispondenze dei giornali di inizio Novecento, che si profusero a più riprese in magnifiche lodi della banda e del suo direttore.

 

Nel 1902, a Campi Salentina, la banda di Copertino eseguì un “Salve Regina” composto da Michele Valensise[5] e nell’occasione il maestro Tanese ricevette grandi elogi per la sua trascrizione per banda del brano[6].

Un articolo del 1903 racconta di un’esibizione della banda di Copertino per la festa di San Luigi a Lecce, rimarcando come già l’anno precedente, in occasione della festa di Sant’Oronzo “quei bravi musicanti furono fatti segno a continue ovazioni da parte del pubblico, e il valoroso direttore prof. Tanese fu molto festeggiato da numerosi cittadini[7]. Dallo stesso articolo apprendiamo anche che il sodalizio artistico tra il musicista e Copertino aveva avuto inizio due anni prima. E proprio da Copertino, nel 1904, il corrispondente della “Provincia di Lecce” riportava: “Il nostro Concerto cittadino in occasione delle feste per la Madonna del Fonte in Conversano ha riportato un nuovo e meritato successo. Il sindaco di Conversano, rendendosi interprete dell’ammirazione e del compiacimento della sua cittadinanza, ha diretto al nostro sindaco una lettera nella quale elogia vivamente il nostro concerto e il suo direttore m. Tanese. Lo stesso ha fatto il Comitato delle feste, con un telegramma pure diretto al nostro sindaco[8]. È sorprendente oltretutto vedere come questi elogi provenissero da una realtà di antica tradizione musicale come Conversano[9].

Nella primavera del 1905, dopo un’esibizione della banda di Copertino alla festa patronale di Taranto, si leggeva: “L’esimio maestro direttore del concerto sig. Giuseppe Tanese si ebbe le più vive felicitazioni da quanti ebbero occasione di sentirlo e di apprezzarne i rarissimi pregi artistici, che lo rendono di un’importanza eccezionale[10].

 

Notizie davvero esaltanti giungevano poche settimane dopo a Copertino anche da una tournée della banda cittadina in Campania: “Il nostro concerto musicale diretto dal distinto m. Tanese è da qualche mese che compie un giro artistico nelle provincie di Avellino e Napoli, ove è fatto segno a meritati applausi e distinzioni di ogni sorta. Recentemente ad un concorso a Portici ove convennero diversi concerti musicali che vanno per la maggiore, quello di Copertino ottenne il gran diploma d’onore, mentre il prof. Tanese veniva premiato con la medaglia d’oro. Il presidente della commissione giudicatrice di Portici telegrafò al nostro sindaco, felicitandosi in nome dell’intera cittadinanza. Congratulazioni vivissime[11].

Le apparizioni sulla stampa non finiscono qui: nel 1903 la banda di Copertino viene menzionata per aver suonato a Mesagne[12], nel 1906 a Fasano[13] e a San Cesario[14], nel 1909 ad Altamura[15] e a Maglie (con musiche dal “Rigoletto”, dalla “Norma” e dal “Trovatore”)[16], nel 1911 a Lecce[17].

Sempre dalla stampa dell’epoca veniamo a scoprire anche che la dedizione di Tanese al concerto bandistico di Copertino si interruppe per un breve periodo, quando nel 1909 egli venne chiamato a Lecce per un tentativo di rilancio della compagine musicale cittadina[18]. L’esperienza si rivelò breve e deludente, poiché l’amministrazione comunale del capoluogo non erogò il supporto economico promesso. Pertanto già nella prima metà del 1910 il maestro Tanese fece ritorno a Copertino, portando con sé gli elementi più validi con cui aveva avuto modo di lavorare nel periodo leccese[19].

Fin qui gli elementi che ci provengono dalle fonti dell’epoca. Disponiamo però anche dei ricordi dei discendenti, che dopo tre generazioni[20] ancora mantengono vivi alcuni piccoli ma significativi bozzetti relativi alla vita di Giuseppe Tanese e della sua famiglia. Uno racconta dell’abitudine del maestro di comporre preferenzialmente di notte, al pianoforte e al buio, nel palazzo signorile in cui abitava, in via Ruggeri, nel cuore del centro storico. La domenica, prima della messa, in segno di deferenza i vicini di casa erano soliti portare in anticipo nella chiesa matrice una sedia sulla quale avrebbe preso posto la moglie del maestro. Pare che, durante il tragitto che la famiglia compieva ogni domenica per raggiungere la chiesa, la figlia del maestro, Gioconda, nata nel 1904, giovane studentessa che i genitori avevano avviato agli studi magistrali, cominciò a notare un ragazzo di bell’aspetto, ma di condizione sociale inferiore (era contadino). Tra i due nacque un’attrazione che, come era prevedibile, venne osteggiata dalla famiglia di lei; tuttavia quell’amore riuscì infine a prevalere su tutto e venne coronato da un matrimonio celebrato nel 1930[21], dopo la morte del maestro e della moglie. Gioconda Tanese aveva dovuto abbandonare i suoi studi, ma li mise comunque a frutto ponendosi a disposizione dei propri concittadini analfabeti per aiutarli a leggere e scrivere la corrispondenza con i propri congiunti che svolgevano il servizio militare lontano dal paese.

Si tramanda che i figli del maestro Tanese fossero quattro in tutto; talvolta sul web si incontrano affermazioni secondo cui le meste note di “Udite figlie” gli vennero ispirate dallo strazio per la perdita di un figlio in tenera età. Abbiamo rinvenuto con certezza notizie sul figlio Rocco Tanese, classe 1897, ufficiale di artiglieria giunto al grado di colonnello, decorato per la partecipazione alla prima guerra mondiale[22] e, tra le altre cose, autore di un manuale di radiotelegrafia per usi militari[23].

Il rispetto e l’ammirazione dei propri compaesani, il tenore di vita piccolo-borghese, l’aver assicurato un futuro ai propri figli non devono però essere scambiati, nel contesto storico di inizio ‘900, per uno stato di florida agiatezza: si tramanda che in molte occasioni, dopo una prova o un’esibizione, il maestro Tanese non potesse ricompensare i propri strumentisti se non offrendo loro un pasto.

Sono, queste, spigolature che aggiungono colore alla figura di Giuseppe Tanese – che il tempo aveva parzialmente sbiadito – e che sono complementari a quanto abbiamo appreso dalla stampa dell’epoca sul suo ruolo pubblico, sulla sua arte e sul suo apporto alla fama della città di Copertino.

La carrellata di testimonianze che abbiamo riportato, sia pur breve e inevitabilmente incompleta, è già, tuttavia, più che eloquente e sufficiente per dimostrare come il musicista Tanese meriterebbe oggi una memoria ben più articolata e definita rispetto a quella legata unicamente al suo canto quaresimale “Udite figlie”.

 

Note

[1]  La denominazione “Banda Rossa” designava all’epoca un ensemble musicale di estrazione operaia. Sebbene non abbiamo incontrato nella stampa dell’epoca tale denominazione per quella di Copertino, la riteniamo comunque del tutto plausibile.  Viceversa, su La Provincia di Lecce del 21 agosto 1904, p. 3, leggiamo che in occasione della festa patronale di quell’anno, Copertino ospitò la “Banda Rossa” di San Severo, di fama “mondiale” secondo l’estensore dell’articolo.

[2] Archivio di Stato di Lecce, Stato civile del comune di Copertino, Registro dei Morti, a. 1928, n. 145.

[3] Archivio di Stato di Taranto, Stato civile del comune di San Giorgio Jonico, Registro dei Nati, a. 1860, n. 14. La madre morì il 31 luglio 1867, quando il futuro maestro aveva solo sei anni (Archivio di Stato di Taranto, Stato civile del comune di San Giorgio Jonico, Registro dei Morti, a. 1860, n. 42).

[4] La Democrazia del 21 novembre 1909, p. 3.

[5] Compositore calabrese (1822-1890).

[6] Corriere Meridionale del 30 ottobre 1902, p. 3.

[7] Corriere Meridionale del 2 luglio 1903, p. 3.

[8] La Provincia di Lecce del 5 giugno 1904, p. 3.

[9] Va detto che la banda di Conversano non aveva ancora raggiunto i livelli di eccellenza a cui l’avrebbe elevata il maestro Giuseppe Piantoni tra gli anni ’20 e ’40 del XX secolo.

[10] La Voce del Popolo dell’1 giugno 1905, p. 3.

[11] La Provincia di Lecce del 16 luglio 1905, p. 3.

[12] Gazzetta delle Puglie del 3 dicembre 1904, p. 2.

[13] Il Risorgimento del 27 giugno 1906, p. 3.

[14] Corriere Meridionale del 19 luglio 1906, p. 3.

[15] Corriere delle Puglie del 9 settembre 1909, p. 4.

[16] Corriere Meridionale del 30 settembre 1909, p. 2.

[17] Corriere Meridionale dell’11 maggio 1911, p. 3.

[18] La Democrazia del 21 novembre 1909, p. 3.

[19] Corriere Meridionale del 3 marzo 1910, p. 3.

[20] Per gli aneddoti di famiglia e per l’immagine del maestro qui riportata si ringraziano Tonino e Anna Maria Nestola, nipoti ex filia di Gioconda Tanese, figlia del maestro.

[21] Archivio di Stato di Lecce, Stato civile del comune di Copertino, Registro dei Matrimoni, a. 1930, n. 48.

[22] Ministero della Guerra, Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell’amministrazione militare, Roma, 1922, p. 919.

[23] R. Tanese, Appunti di radiotelegrafia, Potenza, 1941.

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Un commento a “Udite gente: il maestro non è nato a Fasano”. Spigolature sul musicista Giuseppe Tanese

  1. Complimenti professore, un lavoro di ricerca impegnativa, che i copertinesi ne prendano conoscenza storica e culturale.

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