di Armando Polito
Del tema mi ero occupato qualche anno fa (https://www.fondazioneterradotranto.it/2019/09/18/s-giuseppe-da-copertino-e-un-inno-del-xviii-secolo) e questo post vuole essere un’integrazione, soprattutto per la parte americana, di quanto allora ebbi occasione di riportare a più riprese.
La sapienza antica aveva sentenziato Faber est suae quisque fortunae (Ognuno è l’artefice della propria sorte), ma, pur condividendo il concetto in essa compreso della responsabilità personale, mi sembra ingiusto attribuire quest’ultima sempre e comunque, magari anche alla memoria, ad ogni essere umano, sia nella buona che nella cattiva sorte, poiché fattori vari, casuali e imprevedibili possono intervenire anche post mortem in un senso o nell’altro. Questo vale anche per i beati e i santi, compreso il figlio di Copertino. Se, per esempio, il missionario frate francescano Pedro Font nel 1776 non avesse accompagnato, per giunta anche nel ruolo di cartografo, Juan Bautista de Anza nella sua spedizione e non avesse chiamato un fiume da loro incontrato arroio de san José de Cupertino (di seguito la targa del 1968 che ricorda l’evento), oggi la città californiana avrebbe un altro nome e un santo non sarebbe restato coinvolto, a sua insaputa, nel fenomeno, spesso tutt’altro che santo o, quanto meno incruento, dell’esplorazione, prima tappa della colonizzazione e, poiché l’appetito vien mangiando e il cattivo esempio ispira sempre emulazione, del colonialismo, fenomeno antichissimo, che oggi si manifesta con modalità sempre più sofisticate e subdole, di cui sono interpreti privilegiate multinazionali che all’agricoltura sottraggono non solo braccia ma terreni su cui installare impianti di produzione di energia alternativa a quella di origine fossile, in primis la fotovoltaica, in cui il silicio la fa da padrona (e Cupertino è nel territorio della Silicon Valley, anche se oggi è la Cina a dettar legge), con l’ipocrita quanto criminale intento di cavalcare i timori per la salute dell’ambiente ai fini di un sempre maggiore profitto, con la connivenza, ancor più criminale, di governi (come il nostro con gli ultimi provvedimenti in materia del decreto semplificazioni) preoccupati solo, da decenni a questa parte, di mantenere, se non consolidare, il potere sciacquandosi la bocca con la parola democrazia e cercando il consenso con generiche promesse e comodi ammiccamenti.
This arroyo honoring San Joseph, patron saint of flight and students, was first discovered and traversed by Spanish explorers in 1769. On March 25-26, 1776 Colonel Juan Bautista de Anza made it his encampment n. 99 as mapped by his cartographer Padre Pedro, before continuing on to the San Francisco Bay Area where he initiated steps to found a colony, a mission and a presidio.
California reistered historical landmark nu. 800
Plaque placed by the state department of parks and recreation in cooperation with the Cupertino historical society inc. may 29 1968
(Questo fiume in onore di San Giuseppe, santo patrono del volo e degli studenti, fu scoperto e attraversato per la prima volta da esploratori spagnoli nel 1769. Il 25 e 26 marzo 1776 il colonnello Juan Bautista de Anza ne fece il suo accampamento n. 99, come mappato dal suo cartografo Padre Pedro , prima di proseguire verso l’area della Baia di San Francisco dove iniziò i passi per fondare una colonia, una missione e un presidio. Targa posta dal dipartimento di stato dei parchi e delle attività ricreative in cooperazione con la Cupertino historical society incorporation 29 maggio 1968)
Se al santo nessuna responsabilità va in questo caso ascritta, al beato, invece, va riconosciuto il merito di una notorietà che, prima ancora di approdare nella modalità che abbiamo visto in America, si era già manifestata, comunque ben oltre i nostri confini, come mostra, oltre a quanto segnalato col link iniziale, il frontespizio, di Diarium seu tractatus asceticus, quo novitii actiones suas diurnas rectificare docentur1 di Benedetto Sigl, uscito per i tipi di Enrico Ignazio Nicomede Hautt a Lucerna nel 1761 (segue il frontespizio).
Le pp. 358-366 sono dedicate al nostro (di seguito la 358).
PICCOLO RITO DEL BEATO GIUSEPPE DA COPERTINO
AL MATTINO
O Signore, aprirai le mie labbra versetto 17° del Miserere
e la mia bocca rcconterà la tua lode.
Dio, in mio aiuto etc. Gloria al Padre ertc.
Inno
O Giuseppe, ornamento,
luce e decoro dell’Ordine!
Tu già dal fiore dell’età
ciò che separa da Dio
lo espellesti competamente
dal tuo grande cuore .
Il candore della tua vita
era noto solo a Dio.
Tu scegliesti Maria,
perché allora ti difendesse,
mentre cerca di inghiottirti
lo spirito infernale.
Antifona
Chi ha perso la sua vita per me, la troverà.
Prega per noi, Beato Giuseppe,
affinché siamo resi degni etc.
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1 Diario o trattato ascetico dal quale i novizi sono edotti a correggere le loro azioni quotidiane.