di Armando Polito
Quante volte in tv abbiamo sentito dire Non faccio il nome … , in ossequio al detto Si dice il peccato, non il peccatore! Si tratta di pura vigliaccheria, anche perché, se hai prove inconfutabili, nessuno avrà interesse a querelarti; se non le hai, fai una figura migliore non nominando neppure il peccato. Lo stesso vale quando, soprattutto i politici, fanno a gara a sparare all’impazzata dati figli di nessuna fonte che non sia quella del loro truffaldino intento di ottenere consenso. Con questo mio post, allora, mostro di essere coraggioso oppure incosciente ?
Né l’una né l’altra cosa, anche perché ho scritto bombardiere, non bombarolo. Quest’ultimo vocabolo negli anni ’70 ha etichettato colui che compiva attentati con esplosivi, ma dalle nostre parti designava da tempi notevolmente anteriori colui che esercitava la pesca di frodo utilizzando lo stesso strumento di distruzione e morte, anche se in quantità ridotta1.
Antonio, dunque, non era un bombarolo, anche se il toponimo che lo accompagna nel titolo si riferisce, come ben sanno non solo i Salentini, ad una località di mare ove in passato sorgeva un castello2, fabbrica che per la sua natuta militare era particolarmente esposta a rischi di assalto. Non mi risulta nemmeno che si sia reso protagonista di atti vandalici ai danni di qualche icona o statua del santo. Eppure, il nostro con l’esplosivo aveva dimestichezza per motivi professionali e ne ho le prove.
Esibisco, per non far perdere ulteriore tempo a chi finora mi ha seguito per sana (almeno, mi auguro …) curiosità non la pistola, ma la bombarda fumante (fonte: una relazione manoscritta di ben 334 fogli, parecchi dei quali, per mia fortuna bianchi …, contenente un quadro completo della fiscalità del regno di Napoli per l’anno 1571, custodita nella Biblioteca Nazionale di Spagna e per me oggetto da pochi giorni di famelica attenzione, nel senso che, se non avessi famiglia, per lei salterei volentieri qualche pranzo e qualche cena.
c 74v (dettaglio)
in la terra di san cataldo ala marina de leccie
Al Castellano per sua provisione ducati 120
al vice Castellano ducati 36
a tre compagni, a ducati tre lo mese per ciascuno ducati 108
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ducati 264
Al mastro antonio oliviero bombardiero deputato per lo illustrissimo signor vicere inla torre di san catalde con provisione di scuti quatro lo mese ducati 124
Le immagini di chiusura sono tratte da Luigi Colliado3, Pratica manuale di arteglieria, Dusinelli, Venezia, 1586. La prima mostra la tecnica di sollevamento per rendere operativa la bombarda su una torre, la seconda la traiettoria parabolica del suo colpo.
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1 A confermare la protervia umana nel perseverare a soddisfare il primitivo istinto di violenza, che nelle cosiddette bestie si è mantenuto entro i limiti naturali della sopravvivenza e della difesa, basterebbe considerare tutti i figli di quella radice onomatopeica che ha generato un’ampia serie lessicale che annovera, per restare al tema di oggi, bomba, bombo, bombice, bombola, bombolone e l’insospettabile salentino ‘mbile (per quest’ultimo e i suoi rapporti con le voci italiane appena citate vedi https://www.fondazioneterradotranto.it/2010/09/15/quella-bizzarra-terracotta-dal-collo-stretto/ e https://www.fondazioneterradotranto.it/2023/12/17/dialetti-salentini-mbile-approfondimento-etimologico/). Una riflessione diacronica sulle voci con specializzazione bellica ci mostrano obsoleta la sola bombarda, mentre bombardiere si avvia rapidamente ad esserlo con l’avvento dei droni, mentre bombardamento è più che mai vivo e vegeto nonostante le postazioni missilistiche abbiano da molto tempo preso il posto delle bombarde (non si finisce mai di peggiorare …). Confortiamoci pensando che le graziose bombolette spruzzanti di tutto (dalle vernici ai deodoranti e agli anestetici), grazie all’adozione di propellenti ecologici, ci terranno compagnia e che bomboloni e bombette continueranno a deliziarci il palato.
https://www.fondazioneterradotranto.it/2023/12/27/lecce-il-giallo-del-castello-di-s-cataldo/
3 Come si legge nel frontespizio, Ingegnere del Real Essercito di sua Maestà Cattolica in Italia.