Il liceo musicale Tito Schipa di Lecce e l’affidamento ai Negramaro.

di Mauro Marino
Giorni fa su La Gazzetta del Mezzogiorno, una mia riflessione sul Tito Schipa e l’affidamento ai Negramaro.
Il 2023 si è chiuso con la notizia dell’affidamento per un anno, da parte dell’Amministrazione della Provincia di Lecce, dell’ex Liceo Musicale Tito Schipa, ai Negramaro. Un tema delicato quello degli spazi legati alle politiche culturali, in un territorio che, a partire dagli anni Novanta del Novecento ad oggi ha liberato notevolissime energie creative, in particolare in ambito musicale.
Il compito dato, al gruppo guidato da Giuliano Sangiorgi, è quello di comporre a Lecce, una canzone per dare visibilità al territorio salentino ferito nella sua più intima identità culturale e produttiva e nella sua bellezza dal flagello della Xylella.
Nobile intento, ma ahimè – lo sappiamo tutti – una canzone non basta a salvare gli ulivi e, la visibilità, figlia dell’idea di un marketing territoriale spesso vampiresco, non è certo utile oggi al Salento che al contrario, a mio avviso, avrebbe bisogno di sottrazione, di decantare l’eccesso di visibilità a cui è esposto per ridare senso alle sue necessità di rigenerazione. Diventare incubatore di se stesso questo serve al Salento per prospettarsi, nel futuro, orfano del suo paesaggio.
Il Tito Schipa, che nel novembre 2023 ha compiuto i novant’anni della sua esistenza, è un’istituzione cittadina, da tempo al centro di problematiche legate alle sua valorizzazione. Il liceo, voluto e finanziato dal celebre tenore a cui è intitolato, fu inaugurato nel 1933, divenne sede del Conservatorio e poi dal 1980, dell’Orchestra Sinfonica della Provincia di Lecce. Dopo un breve insediamento della società di Trasporti Sud-Est fu dichiarato inagibile per l’alto livello di deterioramento dell’intera struttura. Nell’ultimo frangente della sua vecchia storia per un brevissimo periodo – per volontà della amministrazione provinciale guidata da Giovanni Pellegrino – fu sede della Casa delle Donne. Nel 2009 il finanziamento di un milione e mezzo di euro con fondi FAS dalla Regione Puglia in sinergia con la Provincia di Lecce per il recupero della struttura con la volontà di farne uno spazio aperto alle contaminazioni culturali.
Oggi, a recupero ultimato, c’è da scegliere, ma spesso si sceglie di non scegliere rifugiandosi nel glamour, nell’ultima tendenza, magari per comunicare con i “giovani” si sceglie la band più in vista ed è fatta, tutti contenti e pacificati, meglio lo spettacolo che la politica. Ma scegliere – specie se a dover scegliere è un’amministrazione pubblica per destinare un bene pubblico – significa ascoltare i desiderata della comunità che si amministra. La fila delle possibili consultazioni non è lunghissima, gli eredi Schipa-Carluccio da sempre attenti al destino di quello spazio, gli orchestrali leccesi che ad ora non hanno sede stabile per le loro prove, il Conservatorio Musicale, le altre Istituzioni culturali cittadine, i musicisti, gli operatori culturali, volendo i cittadini.
C’è poi un’urgenza e una priorità formativa (questa sì riguarda i giovani), riguarda la vicinanza del Tito Schipa con il Palmieri, liceo classico con indirizzo musicale.
Nei mesi scorsi, su queste pagine, fu riportata la necessità del liceo di reperire aule utili ad ospitare gli studenti, la soluzione fu trovata dislocando ben nove classi negli spazi della Biblioteca Bernardini in Piazzetta Carducci, la domanda sorge spontanea: non potrebbe essere il Tito Schipa la sede naturale delle necessità del Palmieri? Certo lo spazio non è tanto ma significherebbe ridare, a quel luogo, la sua vocazione originaria.
C’è da riflettere insomma e la “bega” dell’ascolto andrebbe fino in fondo perseguita per decidere il destino di un bene della comunità.
Un anno passa presto, la speranza è che, in questo tempo di attività, l’intelligenza di Sangiorgi e dei Negramaro sappia essere motore di un aggregato capace di lasciare una traccia significativa nella storia del Tito Schipa. La loro residenza sia, oltre che un atto creativo, l’avvio di un percorso di individuazione e di formazione di un nucleo di gestione dello spazio che necessariamente dovrà garantire un alta capacità di competenza ma soprattutto di attenzione e di apertura. La complessità del movimento della musica nel Salento merita uno spazio di ascolto e di messa in opera dove poter garantire il confronto delle esperienze e dove la formazione diviene pratica e consapevolezza di stile, di quella identità che la Xylella ha minato ma non totalmente azzerato.
(per gentile concessione dell’Autore. Pubblicato su “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 5 gennaio 2024)
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2 Commenti a Il liceo musicale Tito Schipa di Lecce e l’affidamento ai Negramaro.

  1. Il Salento dal dopoguerra è soltanto oggetto di attenzione vampiresca camuffata da nobili intenti; e lo Xylella flagellum è solo l’ultimo evidente esempio … tacendo dell’ILVA.
    La rigenerazione salentina passa solo attraverso l’unica incubatrice rispettosa della sua plurisecolare storia: “Regione Salento”. Come previsto dall’art.123 del “Progetto di Costituzione” che ebbe, in sede di assemblea deliberante, un solo – potente – voto contrario.

  2. Un Liceo con Indirizzo Musicale potrebbe dare vita a nuove eccellenze nel Salento. I Negramaro possono rappresentare un ottimo trampolino di lancio per il Liceo, allo scopo di consegnarlo a fine percorso, a docenti qualificati. Solo Se ci sono progetti in tal senso, si giustifica l’iniziativa. Sarebbe auspicabile, infine, che questa lodevole iniziativa possa aprire le porte alla “riunificazione” della Comunità Salentina.

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