di Fabio Cavallo
Natale, tempo di attesa e di preparazione… attesa per la nascita del Bambin Gesù e preparazione spirituale per la solennità del Natale.
E’ anche tempo di preparazione materiale durante il quale ogni famiglia, ogni comunità si affretta a realizzare addobbi, alberi luminosi, ricette tipiche e, soprattutto, allestire il presepe, simbolo per eccellenza di questa festa religiosa. Nelle nostre comunità, parrocchiali e confraternali, l’organizzazione del presepe rappresenta una sorta di “rituale” aggregativo che, per l’occasione, mette insieme un folto gruppo di persone – tra le più disparate – intente a dar vita alla rappresentazione della Natività, senza alcuna pretesa, consapevoli di tramandare una bella e solida tradizione cristiana. Ed ecco che ci si imbatte in colui che sa modellare la carta roccia, in quello abile a sistemare le lampadine, al falegname, chiamato di proposito ad assemblare tronchi ed assi, all’anziano agricoltore, incaricato di rifornire il presepe dei necessari muschi e licheni per ottenere il più realistico effetto scenico.
La comunità di Casarano non si sottrae da questo clima di trepida preparazione. In tutte le chiese cittadine è allestito un presepe.
Ne prendiamo solo due in esame, quello della Chiesa dell’Annunziata (la Parrocchia Matrice) e quello della chiesa confraternale dell’Immacolata. C’è da premettere che la realizzazione dei presepi nelle chiese casaranesi risale a tempi relativamente recenti, ossia dopo gli anni del Concilio Vaticano II.
In epoca preconciliare era consuetudine esporre solo la statua del Bambinello, poggiandola in una culla, al posto della croce d’altare.
Nella chiesa dell’Annunziata da diversi decenni è attivo un apposito gruppo Presepe, che cura tutti gli aspetti organizzativi e logistici per la realizzazione della Natività. Degne di rilievo sono le statue di Maria, San Giuseppe, dell’Angelo, del bue e dell’asinello, realizzate dal noto cartapestaio leccese Antonio Malecore (1922-2021) nei primi anni ‘80 del secolo scorso.
La statuina in gesso del Bambino Gesù, invece, è piuttosto antica, risalente all’Ottocento. Le statue in cartapesta furono realizzate sotto il parrocato di mons. Decio Merico che ebbe la lungimiranza di dotare la parrocchia di queste pregevoli opere.
La chiesa dell’Immacolata vanta una più solida tradizione nell’allestimento del presepe. Fu il compianto don Aldo Stefàno, (1967 – 1972), rettore della chiesa e padre spirituale della confraternita, ad introdurre l’usanza di mettere in scena la Natività. Nei primi anni Settanta, le realizzazioni erano estrose, quasi anticonformiste, di chiaro stampo moderno. E’ ancora vivo nella memoria dei confratelli più anziani, il globo terracqueo rotante sul quale sovrastava il Bambinello con le braccia stese mentre dai piedi sgorgava uno zampillo d’acqua che inondava il pianeta, chiara simbologia di purificazione dell’Umanità scaturita dalla Nascita di Gesù.
Tali rappresentazioni attirarono l’attenzione dell’ENAIP di Lecce che in quei tempi organizzava annualmente un concorso provinciale per presepi artigianali. Per ben due volte il presepe dell’Immacolata ottenne il primo premio con assegnazione di una medaglia d’oro. La prematura scomparsa del sacerdote, fortunatamente, non arrestò questa tradizione e si continuò ad approntare il presepe riportandolo nell’alveo di un allestimento più classico e usuale, in cui l’elemento principale era la grotta con la Natività.
Ancor oggi, alcuni membri della confraternita e del coro liturgico della chiesa si organizzano per predisporre il classico presepe. L’unico manufatto degno di nota è il Gesù Bambino, simile a quello dell’Annunziata, del sec. XIX. Le altre statue sono piuttosto recenti. Ma ciò non toglie la sacralità della rappresentazione che, ogni anno, tocca il cuore, facendo rivivere in piccoli e grandi, il momento della nascita del Signore.