di Alessio Stefàno
Nel noto Dizionario di erudizione storico ecclesiastica di Gaetano Moroni Romano (1842), una “Confraternita” (o Sacrum sodalitiu, Sacra sodalitas) viene definita come «società, e adunanza di persone divote stabilite in alcune chiese, o oratorii per celebrare alcuni esercizi di religione, e di pietà, o per onorare particolarmente un mistero, od un santo, non che per esercitare uffici caritatevoli»[1].
Le Confraternite, per mezzo delle quali «si ricavò gran profitto spirituale da ogni classe di persone, particolarmente dai laici», si distinguono tra loro «per colore, e per la forma dell’abito de’ confrati, pegli statuti e regole che osservano, per le chiese e i cimiteri che hanno, per le processioni e opere di pietà che eseguiscono».
Specie in alcune aree dell’ecumene cristiana occidentale, il fenomeno delle Confraternite risulta ancor oggi molto vivo, e risulta coinvolgere in parte attiva un gran numero di persone, le quali attraverso tali forme di aggregazione ricevono l’opportunità di vivere in maniera più profonda e partecipativa la vita religiosa nella propria comunità. Com’è noto, il Meridione e la Puglia, ma in particolar modo il Salento, rappresentano ancora oggi delle aree in cui tale realtà appare quanto mai diffusa e radicata, e dal fenomeno la stessa Diocesi di Nardò-Gallipoli appare essere tutt’altro che esente. Anzi, si potrebbe dire che ancora oggi, qui più che in altri luoghi, il fenomeno confraternale incide vivacemente nella vita e nelle vicende della comunità ecclesiale locale.
Mosse da tale consapevolezza – ma anche dal fatto che la funzione delle Confraternite oggi si esplica anche nell’ambito della valorizzazione del patrimonio culturale, materiale e immateriale – molte pie associazioni, specie negli ultimi decenni, hanno sentito la preoccupazione di mettere per iscritto la loro storia, con lo scopo di offrire ai propri aderenti ed alle città che le ospitano una realistica ed esaustiva narrazione delle loro origini, nonché delle peculiari forme in cui si andavano a declinare gli aspetti devozionali.
In questa rinnovata temperie di “riscoperta delle origini” mancava tuttavia un’opera organica che andasse a render conto della varietà e della ricchezza di queste associazioni di fedeli che per secoli hanno avuto un forte impatto nella vita religiosa locale. Da qui, l’esigenza di un volume che andasse a racchiudere una qualificata e organica trattazione sulla storia e sulle vicende delle confraternite della diocesi di Nardò-Gallipoli.
L’idea è stata maturata e sviluppata nel corso di ben due anni in seno all’Ufficio Diocesano delle Confraternite, con il plauso e l’incoraggiamento del Vescovo e dell’Ufficio Diocesano per i Beni culturali. Ha preso così avvio un esteso studio, che si è avvalso del contributo di ben 54 autori i quali, con rigore metodologico e attraverso l’ausilio delle fonti conservate negli archivi confraternali, parrocchiali, diocesani e dell’Archivio di Stato di Lecce, si sono preoccupati di ricostruire le vicende di ciascuna delle 55 confraternite presenti nei sedici comuni della diocesi, dalle origini sino ai nostri giorni, studiandone gli indirizzi comuni e le attività prevalenti, l’abito e il gonfalone, le azioni cultuali di rilievo. Particolare attenzione è stata inoltre data al patrimonio artistico custodito nei rispettivi oratori, documentando opere di grande pregio, molte delle quali poco note o del tutto sconosciute.
Dal paziente e corale lavoro, mirabilmente coordinato e curato da Marcello Gaballo e Fabio Cavallo, ha visto la luce un corposo e importante volume – ben 650 pagine! – intitolato “Tra fede e tradizione. Le Confraternite della diocesi di Nardò-Gallipoli”, pubblicato dall’editore Claudio Grenzi di Foggia, ed inserito come quinto numero della Collana “Analecta Nerito Gallipolitana”. Un prodotto di pregio, ricchissimo di illustrazioni e fotografie, appositamente realizzate o messe a disposizione da 24 fotografi, cui si sono affiancati vari collezionisti da ogni parte d’Italia.
Ma l’importanza del volume risiede anche nel fatto che questo costituirà un fondamentale punto di partenza, una tappa obbligata insomma, per ogni studio successivo che voglia occuparsi delle singole Confraternite e del fenomeno nel suo complesso. Con questo studio «si apre insomma un tracciato di ricerca che si presenta assai promettente e che ci si augura che possa appassionare una larga schiera di addetti ai lavori»[2].
Il volume, inoltre, si inserisce senz’altro nella vivace temperie di promozione dello spirito sinodale che la Chiesa dei nostri giorni va riscoprendo, con il recupero, in particolare, di due istanze che stanno alla radice del fenomeno confraternale, ma che restano di assoluta attualità: quella spirituale e quella sociale[3].
Alla fine del suo messaggio introduttivo al libro il Vescovo mons. Fernando Filograna esprime l’auspicio che ancora oggi le Confraternite possano rappresentare «scuole di fede popolare, fucine di santità, luoghi di recupero di identità ed autenticità, bagaglio di tradizioni» e possano rispondere, «con creatività e coraggio, alle urgenze del nostro tempo». E si può dire che sono senz’altro questi gli intenti che hanno portato allo sviluppo della ricerca e alla nascita di questo pregevole volume.
Il libro verrà presentato mercoledì 18 ottobre 2023 a Tuglie, nell’oratorio “Mons. Tramacere”, alle ore 19, da Mons. Domenico Giacovelli, Vicario episcopale per la Cultura della Diocesi di Castellaneta. Modererà Mons. Giuliano Santantonio, Vicario generale della diocesi di Nardò-Gallipoli, mentre i saluti istituzionali e le conclusioni saranno affidate al Vescovo Mons. Fernando Filograna e al Diacono Luigi Nocita, direttore dell’ufficio diocesano per le confraternite.
Note
[1] G. Moroni Romano, Dizionario di erudizione storico ecclesiastica, Vol. XVI, Venezia, Tipografia Emiliana, 1842, pp. 117-ss.
[2] Dalla premessa al volume di Mons. Giuliano Santantonio, Vicario Generale della Diocesi di Nardò- Gallipoli e Direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi.
[3] Ibid.