Prefazione del volume
La rappresentazione del passato di Brindisi da parte dei cronisti locali avviene molto avanti nel tempo ed in un momento del tutto particolare.
Si è nel XVI secolo mentre è in corso un’accesa competizione con Oria per la rivendicazione della sede vescovile, allora cespite importantissimo per le economie comunali, e ne è antesignano un notaro brindisino, Giò Battista Casmiro, in aperta polemica con Quinto Mario Corrado, umanista oritano ben più accreditato di lui, che si trovava naturalmente schierato sul fronte opposto.
La prima diffusione delle tradizioni e dei culti cittadini, contenuta nella “Epistola Apologetica” del Casmiro, indirizzata nel 1567 appunto a Corrado, trova così spunto nel clima di rivalità che s’era allora creato con Oria nella contesa per il titolo vescovile e risente di conseguenza degli obiettivi che l’opera intende perseguire in difesa degli interessi di Brindisi. Più che ricreare uno scenario realistico, l’autore tende così a presentare quello più favorevole e sostenibile possibile, come un qualsiasi buon avvocato difensore farebbe a sostegno delle pretese del proprio assistito. In tale contesto, la storia di Brindisi viene pertanto redatta perché soddisfi ad una tesi preconfezionata, privata sin dall’inizio da tutti quegli elementi che possano far sorgere dubbi, creare fraintendimenti o appigli di replica. In aggiunta si esaltano i pregi, se del caso raschiando il barile, e si sminuiscono quelli che la controparte potrebbe utilizzare come difetti.
In tal senso Casmiro ha fatto scuola e molti dei successivi storici e cronisti locali non hanno saputo affrancarsi del tutto da questo modo di fare, industriandosi ad abbellire gli avvenimenti e configurandoli secondo un modello ideale di sviluppo che favorisse l’immagine della città, come se essa fosse in perenne competizione con le comunità vicine.
Parrà strano ma le conseguenze di questo modo di fare ha avuto degli effetti alquanto sconcertanti per il nostro passato: lo ha riempito di banalità, di luoghi comuni, di leggende metropolitane svuotandolo, nel contempo, delle sue pagine più interessanti e gloriose.
Proprio la scoperta di queste pagine nascoste di storia cittadina è lo scopo principale di questo libro.
Per conseguirlo, si dovrà necessariamente passare al setaccio le interpretazioni sinora date e, se del caso, rivederle togliendo le incrostazioni accumulatesi nel tempo. Un’operazione non del tutto simpatica perché bisognerà per forza mettere qualche puntino sulle i, correggere tutta una serie di false opinioni, smentire tradizioni, demolire leggende e tante fantasie spacciate sino ad ora per verità sacrosante.
La speranza è che il lettore non viva tutto questo come pedanteria fine a sé stessa ma, se possibile, in senso positivo, ritenendola necessaria se si vuole scoprire un passato credibile e non solo composto da forme stereotipate o da temi scontati e ricorrenti.
Un’altra avvertenza mi pare necessaria: questo libro si rivolge al lettore non specializzato e privilegerà pertanto un linguaggio semplice, senza però con questo indulgere in semplificazioni. Anzi, se necessario, si affronteranno temi controversi e divisivi, e si riporteranno interi brani in lingua latina e greca, sempre però accompagnandoli con una traduzione, per mettere in risalto come una ragionata rilettura delle fonti narrative antiche possa aiutare per far emergere aspetti sinora trascurati.
Non si rinuncerà neppure alle note ed alle citazioni. Anche in questo caso non tanto per fare sfoggio, quanto piuttosto per fornire a chi lo desideri gli strumenti utili per potersi creare una propria opinione.
Il tutto nella speranza di far riemergere pagine di storia rimaste per troppo tempo sconosciute.
Brindisi sconosciuta, di Nazareno Valente
Pagine: 458; formato: 21.59 x 2.64 x 27.94 cm
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Indice
Parte prima: Periodo preromano
1.1. La penisola salentina nelle fonti narrative antiche
1.2. Messapia: era davvero una terra tra due mari?
1.3. Quando arrivarono gli Elleni
1.4. Miti di fondazione
1.5. Prima dell’arrivo dei Parteni
Parte seconda: Periodo romano
2.1. Il bellum sallentinum ed il mistero della dea Pales
2.2. Penisola salentina romana
2.3. La colonia latina di Brindisi
2.4. La fondazioni della colonia latina di Brindisi (247-244 a.C.)
2.5. L’assedio di Brindisi: uno scontro mancato
2.6. Brindisi ai tempi di Cesare Ottaviano Augusto
Parte terza: La cristianizzazione ed il periodo del declino
3.1 Brindisi da metropoli a borgo desolato
3.2. Il manoscritto: la vita del divino Pelino vescovo e martire (traduzione di Armando Polito).
3.3. Altri inni per l’ufficio di san Pelino
Parte quarta: Li cunti, li culacchi e i luoghi d’una volta
4.1. Virgilio e Brindisi
4.2. Un antico proverbio
4.3. Brindisi e i brindisi
4.4. L’isola che non c’è più
4.5. Alla scoperta della fontana di Crisostomo
4.6. Abbasciu a la marina alla fine del Settecento
Parte quinta: Il porto di Brindisi nel periodo della decadenza
5.1. Una storia tutta da scrivere