di Giovanni Maria Scupola
Il Museo Ferroviario della Puglia è una struttura del Comune di Lecce, gestita dall’AISAF Onlus (Associazione Ionico Salentina Amici Ferrovie), sodalizio con finalità no profit che persegue la diffusione e valorizzazione del trasporto collettivo su rotaia attraverso la conoscenza della storia e della realtà ferroviaria.
Il museo, sito in Via Giuseppe Codacci Pisanelli, si aggiunge a tante altre realtà che a livello locale sono sorte in questi anni e che sono la testimonianza vivente di quanta passione ed amore sollecitino le ferrovie nei territori delle nostre belle province.
Dal 1997 l’AISAF è impegnata nella raccolta e salvaguardia di rotabili storici, cimeli e documenti per testimoniare la storia ferroviaria della Puglia.
Nel 2007 il Comune di Lecce ha acquisito dalle Ferrovie dello Stato i fabbricati e parte dell’area di pertinenza delle ex Officine Squadra Rialzo di Lecce, ne ha avviato la ristrutturazione e nel 2010 li ha affidati all’AISAF per l’organizzazione, la gestione e l’apertura al pubblico del museo.
La collaborazione tra AISAF, Ferrovie dello Stato e Ferrovie del Sud Est ha portato alla salvaguardia di importanti testimonianze storiche della rete ferroviaria pugliese, oggi visitabili all’interno del museo.
Nel 2016 la raccolta si è arricchita di un rotabile che è l’unico testimone rimasto della tradizione a vapore nel Salento: la locomotiva N. 316 FSE del 1913, recuperata e restaurata grazie al notevole impegno dei soci della Onlus.
Oggi nel museo sono esposti cimeli di vario genere, diorami (ambientazioni in scala) e plastici ferroviari che riproducono situazioni locali, nazionali ed internazionali, locomotive a vapore, locomotori elettrici e diesel, carri e carrozze, provenienti dalle Ferrovie dello Stato, dalle Ferrovie del Sud Est, dalla ex Manifattura Tabacchi di Lecce; testimonianze che, grazie anche alla qualificata ed attenta collaborazione di Fondazione FS Italiane, si spera poter incrementare e valorizzare al meglio.
Un bell’esempio di quali risultati possa raggiungere la passione per la ferrovia quando è unita all’amore per le proprie radici, all’impegno ed al sacrificio personale.
Un bell’esempio per i tanti, ormai sulla strada del ritorno, che alle carrozze di 2^ hanno affidato – dormendo anche in piedi – i loro sogni, speranze e affetti nei lunghi interminabili viaggi italici: Lecce – Torino/Milano/Bolzano e Roma augurandosi di non essere considerati solo “Terroni”, siccome da secoli infeudati alla terra de’ padroni. In contrapposizione, i viaggi ancor più lunghi verso la Francia/Germania/Belgio erano pervasi da ottimistici pensieri di successo, a prescindere!