di Fabrizio Cazzato
Ricorre quest’anno il quarantesimo anniversario del furto della pregevole opera pittorica “AGAR nel DESERTO” (persuasa dall’Angelo a tornare indietro), attribuito al maestro napoletano Francesco Solimena (*1657- +1747), conosciuto anche con il nome di Abate Ciccio, trafugata da ignoti nella notte del 21 maggio 1982 nella chiesa di San Gaetano di Tutino.
La tela, in dote alla corposa collezione dei Principi Gallone di Tricase, che molta influenza ebbero nella società partenopea sia nell’arte che nel commercio, venne donata alla venerabile confraternita dell’Immacolata e S. Nicolò in Tutino dal padre spirituale don Giuseppe Gratis nel 1889 e successivamente restaurata nel 1896, dato non poco rilevante che già evidenziava, presumibilmente, uno stato di conservazione del dipinto non proprio buono.
Il programmato restauro e l’imminente traslazione del dipinto presso un laboratorio di Belle Arti di Puglia, trovò il disappunto dell’allora consiglio di amministrazione della confraternita dell’Immacolata proprietaria dell’opera, che per paura di riceverne una copia in cambio dell’originale, fece trattenere il dipinto nella sua sede originaria di S. Gaetano.
Con stupore, dopo alcuni giorni, si notò la grande cornice appesa sulla parete destra della chiesa (per intenderci sullo stipone della statua lignea di S.Gaetano) senza la tela che era stata asportata dal telaio e che a Tutino non fece mai più ritorno.
Francesco Solimena operò nella città partenopea nel XVII secolo, entrando in contatto con altri grandi pittori del periodo barocco come Luca Giordano e Mattia Preti, acquisendo un alto livello artistico espresso nei suoi capolavori ricercati e commissionati dalle più importanti Casate del tempo.
Nell’agosto del 1995 in occasione della riapertura al culto della chiesa di S.Gaetano, dopo un radicale restauro durato un anno, la confraternita dell’Immacolata commissionò al pittore prof. Roberto Buttazzo da Lequile una copia del dipinto “Agar nel deserto”, in sostituzione di quella originale e posizionata nella stessa cornice per l’occasione restaurata.
Dopo quarant’anni AGAR attende di essere ritrovata e di ritornare nel suo luogo di appartenenza.
Da questa vicenda forse impareremo a capire e amare l’arte, perché solo una comunità consapevole del proprio patrimonio sarà in grado di custodirlo, proteggerlo e trasmetterlo alle future generazioni.
Bibliografia
R.Baglivo, La Confraternita dell’Immacolata nella Cappella di San Gaetano di Tutino, Congedo Editore, Galatina 1996