Si intitola La Baita di Campo Tartano – L’Amore al Tempo della Frana (Londra-Roma, Titani Editori, 2022, € 15.00), l’ultimo lavoro letterario del giornalista-scrittore salentino Antonio Tarsi[1].
La narrazione si sviluppa intorno a due nuclei fondamentali, la storia d’amore fra due amici di vecchia data, un uomo di chiare origini salentine ed una donna dell’Alta Valtellina, che coincide con la terribile frana che colpi nel luglio del 1987 tutta la Valtellina, una fra le più belle valli alpine, seminando morte, lutti, disastri ambientali e seppellendo un intero paese come sant’Antonio in Morignone.
Il romanzo del copertinese Tarsi si avvale di una cifra stilistica particolarmente sostenuta e per certi versi simile ad una sequenza cinematografica a montaggio alternato. Da un lato la vicenda d’amore dei due giovani protagonisti, il salentino Federico e la valtellinese Giusy e dall’altro l’allucinante devastazione creata dalla frana. I due all’interno del loro nido d’amore, la piccola Baita Inferno, si ritrovano, loro malgrado, testimoni di una tragedia che semina morte, lutti, disastri ecologici e annientamento di risorse economiche ed ambientali. Nel corso della loro prima notte d’amore, dopo aver percepito i disastri che le frane stavano seminando, non molto lontane da loro, abbandonato il rifugio che li ospita, spinti da un alto senso di solidarietà, si catapultano nel cuore di una valanga che aveva già abbattuto l’albergo Gran Baita, bersaglio innocente di un apocalisse di acqua e fango che non risparmiò nessuno, e vide la morte di tanta gente.
Insomma “La Baita di Campo Tartano”, per i due protagonisti del romanzo di Tarsi, si trasforma in una rosa ricca di spine per un’intera comunità, per un territorio da favola di grande bellezza e per loro stessi, che avevano scelto di vivere nella Val Tartano, la loro piccola storia d’amore.
Nel romanzo amore e morte intrecciano l’eterna vicenda con una natura che si rivela matrigna, non sponte propria, ma sempre con alle spalle le scelte ambientali ed economiche dell’uomo. I due con l’aiuto della protezione civile sono tratti in salvo, scampando cosi ad un probabile destino di morte. Giusy potrà raggiungere, cosi, il suo paesino d’origine dell’Alta Valle, dove probabilmente andrà a vivere con i suoi genitori, considerando virtualmente finito il suo matrimonio. Federico, invece, una volta raggiunta Milano, dopo un breve soggiorno in casa di amici in Calabria, raggiungerà il suo amato Salento, la terra del mare, del sole e del vento, alla ricerca del suo tempo, degli amici di una volta e terra d’origine dei suoi nonni e dei propri genitori.
La Baita di Campo Tartano – L’Amore al Tempo della Frana (Londra-Roma, Titani Editori, 2022, € 15.00)
[1] Antonio Tarsi, docente di “Materie Letterarie e Storiche”, laurea in “Storia del Cinema”, con una tesi su Paolo e Vittorio Taviani, giornalista pubblicista, membro del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, si occupa di storia e critica del film, teatro e poesia. Tra i suoi lavori Il cinema di Paolo e Vittorio Taviani, Lacaita, Manduria 1978; Film 1966-1986, Milella, Lecce 1985; Cinema e Sessantotto, Capone, Cavallino-Lecce 1988; La luce filmica e il suo ascolto, in Voci dell’ascolto, a cura di Giuseppe Rizzo, Marietti, Genova 1992; Pupi Avati o della sostenibile leggerezza del film d’autore in Il cinema italiano degli anni Ottanta… ed emozioni registiche, a cura di Vincenzo Camerino, Manni, Lecce 1992; Il cinema di Krzysztof Kieslowski, Barbieri, Manduria, 1993; San Giuseppe da Copertino nel cinema e nel teatro, Panico, Galatina 2004; Alla confluenza di due fiumi-Poesie, Tharsys Edizioni, Copertino 2016; Meraviglie di Fra Lucio da Corsano, Tharsys Edizioni, Copertino 2016; I sogni risorgono all’alba, Tharsys Edizioni, Copertino 2019; L’ANGELO È VOLATO IN ALTO IN ALTO IN ALTO! Omar Enrique Dominique Sivori, Panico Edizioni, Galatina-Tharsys Edizioni, Copertino 2019.
Film-maker indipendente, ha realizzato Da scene di vita politica (1970), Salento-Roma (1973), I pescatori svizzeri (1975), Disabili un problema irrisolto (1983 ), Delitto (1993), Giuseppe Desa (2004).