Nel 1632 il quasi ventenne Giovan Battista Biscozzi, prossimo ad essere ordinato sacerdote, decide di redigere un diario. Non un diario di pensieri e considerazioni personali; non un’annotazione di vicende relative a sé stesso o alla propria famiglia; bensì una cronaca sui principali eventi verificatisi nella propria città, Nardò. Dell’abate Biscozzi, morto nel gennaio del 1683 all’età di quasi settant’anni, poco altro è rimasto: le sue annotazioni rappresentano quindi una delle poche testimonianze della sua stessa esistenza. Dai decenni successivi alla sua morte fino ai nostri giorni, la cronaca, giunta nelle mani degli studiosi per varie vie e in varie versioni, ha rappresentato una delle principali fonti documentali per lo studio della storia neretina di metà seicento.
In occasione della pubblicazione del libro Nardò Rivoluzionaria. Protagonisti e vicende di una tipica ribellione d’età moderna, la Fondazione Terra d’Otranto ha deciso di curare la riedizione, in un piccolo opuscolo gratuito, di una sezione del Libro d’annali de successi accatuti nella Città di Nardò, notati da D. Gio: Battista Biscozzo di detta Città. Di certo, l’autorità riconosciuta dagli studiosi a tale libro può rappresentare di per sé una valida ragione per una riedizione, ma non è la sola.
Sin dalla sua nascita, la Fondazione si è riproposta non solo di incoraggiare lo studio scientifico del territorio, della sua cultura, delle sue tradizioni e della sua storia, ma anche di porre nel giusto risalto i valori, gli insegnamenti, le testimonianze di senso civico ed amore per la propria terra che da questi studi si sarebbero potuti ricavare. La pubblicazione del Libro d’annali coniuga perfettamente questi due obiettivi. Come detto, esso è una fonte storica di inestimabile valore, ma è anche la testimonianza dei valori che hanno spinto un’intera città a ribellarsi al proprio signore. L’autore è sicuramente un osservatore pacato e storicamente affidabile degli avvenimenti cittadini, ma è altrettanto sicuramente un uomo ostile al tiranno e ciò, abbandonando il garantismo storiografico, ci consente di dire che era schierato dalla parte dei “giusti”, ossia dalla parte di coloro che, stanchi di vessazioni e desiderosi di libertà, destituirono i rappresentanti del despota, serrarono le porte della città e combatterono duramente, sacrificando la proprio stessa vita, nel nome della città e della propria dignità di uomini. Il Libro d’annali è infine un’opera del proprio tempo, ma anche un monito e un insegnamento fuori dal tempo: i valori, le idee che animarono i protagonisti dei fatti narrati, rappresentano, a nostro modo di vedere, dei modelli ancora validi.
Alla luce di tutto ciò, la Fondazione Terra d’Otranto ha deciso di ristampare il Libro d’Annali rieditando parte della dettagliata versione trascritta nel 1936 da Nicola Vacca. La speranza sottesa a tale pubblicazione è che essa possa largamente diffondersi nelle aule dove si formano i nuovi cittadini, nelle case e nei luoghi di ritrovo, dove vivono ed operano i neretini di tutte le età. Le gesta dei nostri concittadini, narrate da uno di loro, possano rappresentare da un lato uno stimolo alla conoscenza della propria storia, dall’altro un invito a vivere con pienezza ed attivamente il presente, schierandosi sempre a difesa dei propri diritti e della propria identità.
Fondazione Terra d’Otranto
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