di Paolo Vincenti*
Abstract. The role of patriotic song and entertainment during the First World War was remarkable. In addition to the most important and well-known patriotic songs such as The song of Grappa, The bell of San Giusto, Tammurriata nera and, above all, The song of Piave, there are other lesser known ones that were popular during the immediate post-war years and the coming of Fascism. One of the undisputed protagonists of entertainment, cinema and also of the gossip of that period was Anna Fougez, aka Maria Annina Laganà Pappacena (1894-1966), a greatly admired diva, whose biography has the main part in our contribution, with a focus on her best known musical productions.
Riassunto. Il ruolo della canzone patriottica e dello spettacolo nel corso della Prima Guerra Mondiale fu notevole. Oltre ai più importanti e conosciuti canti patriottici come La canzone del Grappa, La campana di San Giusto, Tammurriata nera e, su tutti, La canzone del Piave, ve ne sono altre meno note che correvano popolari durante gli anni dell’immediato dopoguerra e poi dell’avvento del Fascismo. Una delle indiscusse protagoniste dello spettacolo, del cinema e anche delle cronache rosa di quel periodo fu Anna Fougez, al secolo Maria Annina Laganà Pappacena (1894-1966), grande diva, richiesta ed ammirata, la cui biografia è al centro del nostro contributo, con un focus sulle sue più note produzioni musicali.
«Vipera, vipera, / sul braccio di colei / che oggi distrugge tutti i sogni miei / sembravi un simbolo: / l’atroce simbolo / della sua malvagità».
Sono i versi della sua canzone più famosa, Vipera, appunto, come la forma del braccialetto d’oro, che indossava sempre sul palcoscenico, e la cintura, che portava stretta alla vita. Vipera è la sua canzone manifesto, anche se tante altre ne scrisse e interpretò. Parliamo di Anna Fougez, diva italiana di origini tarantine, protagonista indiscussa del varietà degli anni Venti e Trenta e anche cantante, attrice, scenografa, regista. Maria Annina Laganà Pappacena (1894-1966) in arte Anna Fougez, fu una donna dal talento innato ed una stella di prima grandezza dello spettacolo italiano.
Figlia di Teresa Calamo e di Angelo Pappacena, che alla nascita la abbandonarono nella ruota degli esposti, venne adottata dagli zii, anche se in lei restava, mai sopita, la speranza di conoscere un giorno i propri genitori naturali, cosa che avverrà con il Pappacena, che molti anni dopo ne riconoscerà la paternità. Apprendiamo questa e le altre notizie sulla vita della Fougez dal recente libro di Luigi Calabrese: Irresistibile Fougez Biografia di una diva[1]. Non passava certo inosservata, Anna Fougez, con le sue piume di struzzo, le vistose acconciature, il trucco artistico e soprattutto le sue pose da vera vamp avant-la-lettre. Artista a tutto tondo, confezionava da sé i propri abiti perché voleva colpire nel segno anche attraverso l’immagine; in lei, la forma si compenetrava alla sostanza, il talento si sposava alla voglia di stupire, ma ogni sua scelta era deliberata, affatto lasciata al caso.
Enfant prodige, debutta a soli otto anni in un teatro di Ventimiglia, dove l’impresario, forse per sbaglio o forse per attirare l’attenzione del pubblico, fa stampare sui manifesti il nome di Eugénie Fougére, la più grande vedette francese di quei tempi. Ed è così che Maria Annina adotta quel nome d’arte che la seguirà per tutta la vita. Non si sa perché la Fougez abbia debuttato così presto, e nemmeno lei lo spiega nella sua biografia[2], certamente era dotata di un talento precoce che faticava a restare contenuto fra le pareti domestiche[3]. A sedici anni già si esibiva a Napoli, amatissima dal pubblico, ma anche al teatro Mastroieni di Messina, al Trianon di Roma, al Gambrinus di Milano. Lavorò insieme ad Ettore Petrolini, che non restò certo indifferente al suo talento, e infatti intercorse fra i due una fitta corrispondenza epistolare. Collaborò con i più importanti attori e registi dell’epoca. All’inizio degli Anni Venti, era l’artista di Varietà più famosa e più pagata d’Italia. Non aveva paura di scandalizzare, ma le sue armi di seduzione, oltre al suo physique durôle, erano l’intelligenza viva e la determinazione con cui sul palcoscenico teneva testa anche ai colleghi maschi. Sposò un parente romano, Giovanni Battista Serrao, ma questo non le impedì di intraprendere una relazione sentimentale con il ballerino di tango René Thano (alias GalanisAthanasio), il quale a sua volta era sposato con l’attrice e cantante Jeanne Bourgeois (in arte Mistinguett). La passione per Thano fu così forte che la Fougez lo sposò poi in seconde nozze.
La seduzione era una delle armi su cui la Fougez puntava e non ne faceva mistero: emblematico, in questo senso, il suo nome de plume, proprio in omaggio alla famosa ballerina parigina di cui sopra. Il suo obiettivo era quello di superare la fama di Elvira Donnarumma, la più famosa interprete della canzone napoletana di quei tempi, come sostiene Valeria Palumbo nel suo saggio dal titolo Vipera: vita e morte di Anna Fougez[4].
“Anna Fougez, signor / vi si presenta qua / per danzar, per cantar…”: questo era il motivetto che la accompagnava quando entrava in scena.Al cinema il debutto avvenne con Germione (1917); recitò in L’immagine dell’altra(1914), Le avventure di Colette (1916), La vita e la leggenda (1919), L’ultima recita di Anna Parnell (1919), L’oltraggio (1921), Fiore selvaggio (1921), Il fallo dell’istitutrice (1922).
Ma soprattutto fu la grande interprete del Café chantant. Il Cafè chantant è un’antica forma di teatro, che univa insieme musica, ballo e canto. Nata già nel Seicento in Inghilterra, esplose però verso la fine dell’Ottocento in Francia durante la Belle Époque, e da qui si irradiò anche in Italia. Le rappresentazioni si svolgevano in piccoli teatri o in locali adattati allo scopo, molto spesso dei caffè, da cui appunto la definizione di cafè chantant. Il pubblico vi accedeva impegnandosi a pagare la consumazione, oppure con un vero e proprio biglietto.
Il successo fu grande, tanto che queste rappresentazioni si allargarono a comprendere anche forme di teatro, numeri artistici di prestigiatori e giocolieri, brani d’opera, insieme alle canzonette. In Italia, il café chantant, ribattezzato “caffè concerto”, fu accolto con grande entusiasmo dal pubblico e in questo genere di spettacolo all’inizio del Novecento i più famosi ed apprezzati attori furono, insieme alla Fougez, Lina Cavalieri, Lydia Johnson, Leopoldo Fregoli, Ettore Petrolini, Raffaele Viviani. La donna era spesso la protagonista e per lei venne adottato il termine sciantosa, dal francese chanteuse, che significa cantante, antesignana della odierna soubrette. Gli uomini invece, quando non protagonisti, recitavano in ruoli di comprimari, i cosiddetti caratteristi o finedicitori.
Il genere artistico nel quale si esibivano venne chiamato rivista, ad indicare uno spettacolo leggero, che molto concedeva alla battuta di spirito, alla facezia, al motteggio, perciò anche detto avanspettacolo, e che incontrò il grande favore del pubblico, almeno fino a quando gli attori poterono esprimersi con arguzie e irriverenza, prima che, con la Grande Guerra e poi col Fascismo, intervenisse la censura a limitarne di molto la libertà creativa e questo genere artistico iniziasse a declinare, anche sotto i colpi della nascente arte del cinema.
Anna Fougez divenne proprio il simbolo della sciantosa, nel senso di donna intrigante, audace, elegante e maliziosa al tempo stesso, glamour, come diremmo oggi. Come lei, poche altre rappresentanti di questo genere, come Paolina Giorgi, Gilda Mignonette e Yvonne De Fleuriel, erano considerate dalla stampa dell’epoca delle icone di stile e di fascino[5], insomma delle vamp[6].
Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale non trovò indifferente la Fougez. Il suo collaboratore E.A. Mario, pseudonimo di Giovanni Gaeta, all’indomani della disfatta di Caporetto, nel 1918, aveva scritto La leggenda del Piave, vera canzone manifesto della partecipazione italiana alla guerra. L’autore, oltre a recarsi personalmente a cantarla sul fronte, subendo anche un provvedimento penale, al ritorno dalla trincea, la affida a Anna Fougez che ne fa un grande successo. La pubblica nelle edizioni “La Canzonetta” insieme a Vipera. La canta anche a Milano, insieme a Madonnina blu, nel 1918, per i reduci dal fronte[7]. Queste canzoni, che caratterizzano fortemente il periodo storico che stiamo affrontando, così come gli atteggiamenti “trasgressivi” di alcune cantanti e protagoniste dello spettacolo, ci offrono una chiara testimonianza di una maggiore presa di coscienza e di una più convinta sterzata, da parte del “gentil sesso”, sulla strada dell’emancipazione femminile. Del pari, interpretare le canzoni di guerra, come fece la Fougez, significava avere in qualche modo acquisito una coscienza politica e sociale[8].
Filippo Tommaso Marinetti adora la Fougez, tanto che nel famoso “Manifesto Futurista” pubblicato il 20 febbraio del 1909 su «Le Figaro», quando tratta del Varietà, cita la Fougez definendola “stella futurista”[9].. Del pari, D’Annunzio è un suo grande ammiratore. Altre sue canzoni sono dedicate alla guerra, come L’emigrante e Impulso.
Talmente popolare, che viene chiamata dalla pubblicità per prestare il suo volto alla reclame del dentifricio Gitana Email, del liquore Campari, dell’impermeabile Pirelli. Rilascia interviste e tutte le riviste dell’epoca le dedicano intere pagine; le sue foto fanno il giro del Paese.
Il trionfo di Anna Fougez viene decretato da tutta la stampa nazionale e in ogni posto che frequenta si lascia dietro un codazzo di ammiratori, così come gli adoranti fan la accolgono con strepiti e ovazioni in tutti i teatri nei quali si esibisce.
Anna Fougez vanta un altro primato: è stata una delle prime cantautrici della storia. Oltre alle canzoni scritte dagli altri, ella ne compose moltissime di proprio pugno. Donne e farfalle è il titolo di un album prodotto dalla casa editrice “La canzonetta”, che raccoglie canzoni scritte per i testi e la musica proprio da Anna Fougez, fra il 1926 e il 1929. Questa la track list: 1) Il trionfo del grano, 2) Sua Maestà la Donna, 3) Donne e farfalle, 4) L’apache galante, 5) Ventaglio di diamanti, 6) Gioielli , 7) Fascino di Madera, 8) Dedè (Commiato di Fougez), 9) Kadigia, 10) La leggenda dell’ombrello, 11) Femmena bella, 12) Vezzi di donne.
E affidò anche canzoni ad altre, come per esempio Sua maestà la donna, cantata da Ines Talamo. Nel film “Gran varietà”del 1953 Anna era interpretata da Lea Padovani[10]. Pur vivendo a Roma, non recise mai il legame con Taranto e le accoglienze che le riservava la sua città natale, specie al Teatro Orfeo dove si esibiva spesso, ma anche ai teatri Alhambra, Eden, La Pineta, erano trionfali.
Nel 1980, Bruno Longhini scrisse per la Rai la sceneggiatura di “Anna Fougez, un mito tra le due guerre”, ispirata al mondo del varietà e inserita nel programma “Una voce una donna”, con la regia di Achille Millo, che andò in onda su Rai1, precisamente nel 1981 (le altre tre dive biografate erano Edith Piaf, Gilda Mignonet e Judy Garland).
Ne parla Leo Pantaleo[11], il quale recitava in più ruoli in quello sceneggiato, in cui la Fougez era interpretata dall’attrice napoletana Marina Pagano. Rientrato a Taranto, nel 1986, l’attore volle realizzare una mostra sulla Fougez al Castello Aragonese, e dedicarle un libro, riproponendo la sua autobiografia[12]. Inoltre scisse la commedia “Anna Fougez il mondo parla io resto”, parafrasando il titolo della autobiografia della diva, che venne rappresentata al Teatro Umberto di Roma e successivamente in svariati teatri italiani, con attrici quali Adriana Palmisano, Nella Tuzzi e Tiziana Spagonella, ad interpretare la Fougez.
Successivamente ancora, dalla commedia di Leo Pantaleo venne tratto uno spettacolo musicale da Luca Lippolis, attore e aiuto regista di Pantaleo[13]. In effetti, la Fougez in Puglia si esibì a Bari, al Teatro Margherita, a Brindisi, al Teatro Verdi, a Lecce, al Politeama Greco, ma i suoi ritorni erano sempre a Taranto, dove amava ritrovare la propria gente, risentire il profumo dell’infanzia e delle care cose perdute. Alloggiava all’Hotel Europa, il più prestigioso albergo della città ionica.
Oltre ad essere molto graziosa – alta, bruna, intensi occhi neri – era intelligente, diffidò di agenti e manager e gestì da sola la propria carriera. Voce roca ma calda, disinibita, precorritrice del movimento femminista, sensuali movenze, regina delle scene, seppe catalizzare l’attenzione del pubblico, anche grazie al suo trasformismo, esperta come poche dell’arte di promuovere la propria immagine. Seppe amministrarsi e restare sull’onda del successo per molti anni, al netto degli inevitabili compromessi. E il più sintomatico della sua carriera fu quello con il regime fascista, fatale, forse. Nel 1922, nel teatro San Martino di Milano, alla presenza di Benito Mussolini, cantò un Fox-trot di Mussolini, scritto da lei stessa sulle note di Rodolfo De Angelis. Ma più che al Duce, la Fougez fu legata al di lui fratello, Arnaldo Mussolini, con il quale ebbe una relazione, più o meno nello stesso periodo in cui il gossip le attribuiva anche un flirt con il principe ereditario Umberto[14].
Più che un compromesso, quella per il Fascismo è per Anna una vera infatuazione, esaltata dalla relazione sentimentale che intraprende con Michele Bianchi, primo segretario del Partito Fascista, quand’ella è ancora sposata con Giovanni Battista Serrao. Lo scotto da pagare sono le contestazioni da parte dei giovani studenti universitari che a volte irrompono nei suoi spettacoli, lanciando frutta marcia sul palco e sommergendola di fischi.
È proprio grazie a Bianchi che diventa proprietaria della villa di Santa Marinella, in provincia di Roma. La relazione con il gerarca fascista le costa anche un duro attacco, calunnioso e infamante, da parte di Matilde Serao sulle colonne de “Il Giorno”. Anna risponde a quella dura sortita, querelando il giornale di Napoli e la sua querela viene ripresa da tutta la stampa, creando un vero caso.
Fra le sue canzoni, ancora, Abat jour (che si ascolta in sottofondo anche nel film “Ieri oggi e domani” di Vittorio De Sica, durante la famosa scena dello spogliarello di Sophia Loren davanti a Marcello Mastroianni), Lo shimmy delle stelle, Chi siete?, Il fox trot delle lucciole, Fiocca la neve, La java della rosa, Salotto blu, Sotto il cielo di Siviglia, Il fox trot delle piume e molte altre.
Nel 1928, insieme all’impresario Angelo Bigiarelli e a René Thano, creò la “Grande rivista italiana”, la sua casa di produzione, con la quale realizzò diversi spettacoli. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1939, Anna decide di ritirarsi dalle scene. Vi era già stata una sua presa di distanza dal Fascismo in seguito alla promulgazione delle leggi razziali. Ora, si sentiva quanto mai lontana dalle ragioni interventiste ed oltranziste del partito. Decide così, nel 1940, di lasciare, e si rifugia nella sua villa di Santa Marinella, dove trascorre il resto della vita fra i ricordi degli splendori passati, il gioco delle carte, le frequentazioni amicali, sempre in compagnia dell’amato RenèThano. Muore nel 1966, a 71 anni e, come da sua volontà, viene sepolta a Taranto, dove riposa tuttora[15].
Nel 2017, a cinquant’anni dalla morte, la città di Taranto le ha tributato grandi onori[16]. Se la sua vita si potesse racchiudere in due versi, questi potrebbero essere quelli della Tosca pucciniana: «Vissi d’arte, vissi d’amore,/non feci mai male ad anima viva!»
*Società di Storia Patria per la Puglia. paolovincenti71@gmail.com
Note
[1]L. Calabrese, Irresistibile Fougez: Biografia di una diva, Taranto, Scorpione Editrice, 2016. Il libro, con la Prefazione dello stesso autore, riporta alcune interviste a personaggi televisivi dell’epoca che collaborarono con la Fougez, come Nino Taranto, Carlo Dapporto e Leo Pantaleo, al quale si deve la riscoperta della Fougez.
[2]A.Fougez, Il mondo parla ed io passo, Roma, Casa Editrice Pinciana, 1931.
[3]L. Calabrese, Irresistibile Fougezcit., p.37. Sulla cantante si veda anche: M. De Giorgi,La diva del varietà. Anna Fougez (1849-1966), in Oltre il segno. Donne e scritture nel Salento (sec.XV-XX), a cura di Rosanna Basso, Copertino, Lupo, 2012, pp.272-289.
[4] Riportato da L. Calabrese, Irresistibile Fougez cit., p.53.
[5] La sciantosa fu la regina dello spettacolo degli anni di inizio Novecento, che colpiva particolarmente l’immaginario popolare. Intorno ad essa, cantante o attrice di rivista, si creò una forma di divismo molto vicina a quella di oggi per le star del cinema e della musica. “La sciantosa” si intitolava un film di Alfredo Giannetti, del 1971, con Anna Magnani e Massimo Ranieri, che racconta la vicenda di una cantante che, recatasi al fronte per tenere spettacoli destinati ai militari, vi trova la morte colpita dal nemico.
[6] Interessante notare come il termine vamp, riferito ad una donna molto affascinante e seduttiva, sia una abbreviazione di “vampira” e derivi dal personaggio cinematografico di Irma Vep, interpretato al cinema dall’attrice francese Musidora, nome d’arte di Jeanne Roques. La famosa star venne arruolata dal regista Luis Feuillade per interpretare la parte di Irma Vep (anagramma di vampira) membra del gruppo criminale LesVampires, protagonista del film omonimo, uscito a puntate nelle sale fra il 1914 e il 1916. Fu una serie che ebbe molto successo non solo in Francia ma anche in Italia. Mentre in quegli anni infuriava la guerra (lo stesso Feuillade venne chiamato al fronte e dovette lasciare gli episodi del film ad altri registi), il pubblico si esaltava alle imprese della sexi ladra.
[7]L. Calabrese, Irresistibile Fougezcit.,p. 56.
[8] Cfr.: L. Pisano, Cantare le donne. Un racconto con parole e musica, dalle antiche ballate popolari a Mina. http: soroptimistca.files.wordpress.com › 2016/05 › estratto-…
[9]Ivi, p.58.
[10]In rete, sul canale Youtube, si trova un video in cui la Padovani, alias Fougez, canta Foxtrot e compaiono anche Vittorio De Sica e Delia Scala.https://youtu.be/CespMLqOcDM. Ma sono molti i filmati disponibili con le interpretazioni della Fougez.
[11]L. Calabrese, Irresistibile Fougez cit., p26.
[12]L. Pantaleo, Anna Fougez. Il mondo parla io resto. Il volto, la linea, il fascino, le canzoni, la magia del “mito” più popolare del varietà fra le due guerre, Taranto, Scorpione Editrice,1986.
[13]L. Calabrese, Irresistibile Fougez cit., pp.30-31. Sempre sul canale tematico Youtube è possibile ascoltare un estratto dello spettacolo “Anna Fougez il mondo parla io resto”, scritto e diretto da Leo Pantaleo (che ha realizzato anche i bellissimi costumi), messo in scena dalla Compagnia Casavola di Taranto diretta da Renato Forte nel 2007, al teatro Orfeo, con Tiziana Spagnoletta nel ruolo della Fougez e la scenografia di Pasquale Strippoli.https://youtu.be/Nn6GM74kkOk.
[14]Ivi, p. 102. Il libro di Calabrese presenta un ricchissimo corredo fotografico e tante testimonianze dalla stampa dell’epoca.
[15]Ivi, pp. 154-156.
[16] Riportiamo dalla rete il resoconto dei festeggiamenti di quell’anno:
Anna Fougez, la Prima Nazionale del film “Fiore Selvaggio”
Lo scorso 19 dicembre, al Teatro Orfeo di Taranto, ha avuto luogo la proiezione in prima nazionale del film “Fiore Selvaggio” con Anna Fougez.
Un omaggio all’attrice e poliedrica artista di origine tarantina che furoreggiò sui palcoscenici fra gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso. Momento centrale della manifestazione – voluta dall’Associazione La Bottega delle Idee di Taranto e realizzata in collaborazione con CSC-Cineteca Nazionale e Apulia Film Commission – è stata la proiezione del film “Fiore selvaggio”, diretto da Gustavo Serena e interpretato dalla Fougez. Fiore selvaggio è il solo film conservato dei sette che l’attrice girò tra il 1917 e il 1922. L’unica copia al mondo è conservata presso la Cineteca Nazionale, che ha colto l’opportunità di questa celebrazione per procedere ad un complesso restauro, di cui è stata presentata una prima fase. Il film è stato accompagnato dal vivo al pianoforte dal Maestro Antonio Coppola. La serata è stata aperta da un intervento canoro del soprano Tiziana Spagnoletta, accompagnata al pianoforte del Maestro Dante Roberto, che ha presentato il famoso brano “Vipera”. Vi è stata poi la proiezione in post-produzione di una serie di filmati, dell’Istituto Luce e della RAI Teche, che hanno riproposto alcune riprese televisive dei decenni passati dedicate all’artista. Solo a quel punto Adriano Calzolaro e Luigi Calabrese hanno presentato al pubblico l’intero progetto “Irresistibile Fougez”, ideato dalla Bottega delle Idee e diviso in tre segmenti: il restauro e la proiezione in prima nazionale del film Fiore selvaggio; il libro-catalogo sulla biografia della diva, uscito nelle librerie cittadine nella giornata di ieri; La mostra interamente dedicata all’artista, con l’esposizione dei suoi costumi di scena, delle fotografie private e dei suoi spettacoli, delle locandine e delle copertine dei suoi dischi, delle lettere autografe e di altro materiale, che prenderà il via nel prossimo mese di marzo 2017 all’interno delle sale della Galleria del Castello Aragonese di Taranto. Il progetto “Irresistibile Fougez” è prodotto in partnership con la Regione Puglia, il Comune di Taranto, La Cineteca Nazionale, Apulia Film Commission, il Teatro Orfeo, l’Agenzia di Sviluppo Terra Jonica e Programma Sviluppo. Ha inoltre il patrocinio della Provincia di Taranto, del Teatro Pubblico Pugliese, della SIAE e di RAI Teche. http: www.canale189.it/news/…/anna-fougez-la-prima-nazionale-del-film-fiore-selvaggio/
Vorrei capire cosa c’entra Tammurriata nera con questo articolo e con Anna Fougez.
Tammurriata nera con Anna Fougez non c’entra nulla, se non per il fatto che coautore del brano è E. A. Mario, lo stesso della Canzone del Piave, interpretata anche dalla Fougez. Rientra invece in un genere musicale che è quello delle canzoni patriottiche o patriottarde, diffuse dalla Prima alla Seconda guerra mondiale, nello specifico improntate ad un retrivo e cieco nazionalismo (pensiamo a Feccetta nera), ovvero di difesa della razza, alimentati dalla propaganda politica.