Libri| Il cerchio Il sipario Lo specchio

Nota alla raccolta di versi “Il cerchio Il sipario Lo specchio” (LuoghInteriori, 2021) di Patrizia Francioso

di Marcello Buttazzo

Patrizia Francioso è nata a Racale, in provincia di Lecce.

Appassionata di lettura e scrittura, con i suoi versi ha ottenuto diversi riconoscimenti in vari premi letterari. Si è classificata al primo posto con la raccolta “Il cerchio IL sipario Lo specchio” all’edizione 2020 del Premio Letterario “Città di Castello”, pubblicando la sua opera con LuoghInteriori a marzo di quest’anno.

Scrivere in versi per placare le ansietà, per modulare le evenienze, per traversare la quotidianità.

Il medium della parola è un potente antidoto contro le incomprensioni, contro le incongruenze, per esorcizzare le neghittosità, per sbrecciare la paura d’esistere.

Scrivere per praticare una meditata terapia psicologica, per scuotere la propria identità sempre in dinamico divenire.

E, però, la scrittura non può essere mai una modalità solipsistica, non può essere mai un mero protocollo per rinvigorire narcisisticamente il proprio Sé. La vocazione più autentica della scrittura è di navigare a fondo sul proprio vascello trasognato, scendendo a piedi nudi nei giardini dell’anima, sapendo al contempo edificare ponti conoscitivi con l’altro.

Patrizia Francioso, in questa raccolta di liberi versi, con la pazienza e la sapienza d’una rabdomante di parole, pesca pietruzze preziose nei suoi vissuti. E le dona a noi con generosità.

Il suo intento è creare una comunanza, una condivisione, perché le sue poesie sono immagini, lampi, trascorsi, in cui ciascuno di noi si può identificare.

È questa la magia della poesia. Nasce, sovente, da un garbuglio dell’anima individuale, ma poi si sa riverberare nelle storie di tutti.

Se dovessimo dare una definizione sommaria, molto rapida, dei versi di Francioso, diremmo che sono versi della possibilità e della quotidianità. Si respira nella raccolta un ampio caleidoscopio d’anima, un ventaglio di sentimenti diversi.

Per l’appunto, uno spettro multicolore di possibilità. Talvolta, la strada è piana; altre volte, accidentata. Talvolta, i versi sono pervasi di speranza, qualche volta, predomina un malcelato senso di dolore.

“Affiora alle labbra il dolore/Coagula il rimpianto/Blu cobalto rosso carminio/gronda sui seni/”.

La delusione e l’amarezza possono essere compagne, sempre comunque da scomporre, da ricomporre in cesti di rose fanciulle.

Patrizia Francioso ha il pregio di saper riconoscere il valore inerente e inalienabile della fragilità, che è un tesoro assoluto. La vulgata comune e un po’ rozza tende a svilire la fragilità, a far pensare che sia un accidente o un impedimento. Ma, ovviamente, non è così.

Se dovessimo ricorrere ad una definizione serrata della poesia di Francioso, potremmo anche asserire che questa è poesia della consapevolezza. L’autrice ha piena contezza d’una identità di donna, che vive il tempo.

È poesia introspettiva e intimistica e, in senso lato, poesia d’amore.

L’autrice conosce il volgere delle incerte stagioni, la gioia, la serenità, il travaglio, l’ebbrezza, il vento sulla faccia.

La forma dei versi è essenziale. Il suo procedere è lineare, accorato, con un forte soffio musicale.

Spesso albeggiano come aurore di splendore squarci lirici: “Portami nei campi/Cercami nell’ombra del sasso/che era della lucertola/Mordi il frutto maturo dell’assenza/Che il piacere si sugge dalla bocca/ arsa dal vento/”.

La poesia di Patrizia Francioso è anche un florilegio di affetti familiari: l’amore è la macchina virtuosa e veloce che percorre perennemente il sentiero.

In “Il cerchio Il sipario Lo specchio” non c’è ridondanza, le spaziature sono dolcemente inserite nel foglio, c’è un’ariosità di sintagmi, un lessico moderno e puro.

“Il cerchio Il sipario Lo specchio” è un gioco di luci e ombre, di contrasti vitali, dove ognuno si sente coinvolto secondo una personale inclinazione, traendone la sua interpretazione.

Questa raccolta vuole essere una successione di cambi di scena, di fratture e ricomposizioni in un continuo divenire che porti a uscire da sé per far ritrovare sé.

La poesia è il veicolo che ci consente di viaggiare nei mari placidi e tempestosi dell’esistenza.

E questa raccolta di poesie può essere sfogliata e letta come un viaggio lento fra le pieghe d’una anima appassionata.

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