di Antonio Chiarello
“Ortelle è un paesino di nessuna importanza artistica…”.
Così recitava il De Giorgi nei suoi “Bozzetti di Viaggio”, e più o meno tutti gli scrittori locali e non che fugacemente se ne sono occupati hanno sposato tale giudizio.
Nonostante abbiano visitato il centro e la sua chiesa matrice, ritenendola opera minore del barocco leccese, forse ben pochi hanno riflettuto sul suo portale.
Pur non potendo competere con altri ben noti portali del Salento, ritengo che il nostro di Ortelle meriti attenzione particolare, perchè, a mio modesto avviso, è un piccolo ”capolavoro nascosto”.
Intanto diciamo che è stato realizzato del celebre Placido Buffelli da Alessano (27 maggio1635 – 27 gennaio 1693), autore di numerose opere scultoree salentine, tra cui ci limitiamo a citare la chiesa del SS. Crocifisso di Muro Leccese, il cui portale minore è analogo stilisticamente al nostro, e l’altare maggiore della chiesa degli agostiniani di Cursi.
Dopo quest’ultimo centro il Buffelli passa ad Ortelle, dove realizzerà il portale di cui ci interessiamo e l’altare maggiore della stessa chiesa, ultimando i lavori nel 1666, come si legge su due cartigli laterali dei capitelli che inquadrano l’architrave: MDC e LXVI.
Ben inserito nel complesso della facciata il portale diventa anche il punto di attrazione principale, anche per le figure scultoree che su di esso sono raffigurate. La parte superiore è sormontata dalla statua del Cristo Redentore, purtroppo mutilo in alcune parti, al quale era inizialmente dedicata la chiesa parrocchiale; ai lati di esso due pinnacoli alquanto elaborati e due angioletti musici seduti agli estremi, uno con l’arpa e l’altro col violino.
Di pregio, ma comunque importante per la storia locale, è la formella plurisagomata posta al centro dell’architrave, nella quale vi è una veduta prospettica del paesino, come si vedeva al momento dei lavori, in bassorilievo.
Vi possiamo riconoscere la chiesa matrice ortellese prima del suo innalzamento ed il vicino menhir, che pare sia stato abbattuto ai primi dell’800. Alla sua sinistra si nota una seconda chiesa con rosone sulla facciata, di minori dimensioni e non più esistente, e degli elementi architettonici turriti, forse resti di una preesistente fortificazione dell’abitato o elementi costitutivi della porta urbica di Ortelle. Arricchiscono la veduta altri edifici rialzati inseriti tra alberi di olivo, cipressi ed un pino. Evidente come il Buffelli abbia ripreso la veduta che era stata già dipinta sulla tela dell’altare della Madonna del Rosario, realizzata nel gennaio 1643 dal neritino Nicola Maria De Tuglie. La pittura rende molto più chiaro lo scenario che si offriva all’ingresso dell’abitato, chiarendo come le due torri fossero collegate ad una cortina muraria, e come appena entrati ci si trovava di fronte il citato menhir, innalzato su dei gradini, come spesso si vede in altri centri del Salento.
La veduta fu poi adottata per stemma comunale dal comune di Ortelle, come in effetti poi è stato formalizzato e come oggi si osserva all’esterno del Municipio.
Interessanti sono anche gli ornamenti degli stipiti del nostro portale, che richiamano le grottesche, con figure e allegorie di frutta, volatili e animali fantastici che potrebbero rimandare ad un’epoca precedente di alcune delle parti. Se così fosse si può pensare che il Buffelli sia intervenuto su un portale preesistente, che comunque è già visibile sulla veduta del De Tuglie.
Lo stato di conservazione della pietra non è dei migliori, nonostante una pulitura sommaria fatta nel 1984 in occasione di lavori di consolidamento.
Bibliografia minima
Cosimo De Giorgi, La Provincia di Lecce. Bozzetti di Viaggio, Galatina 1975
Archivio Parrocchiale di Poggiardo, Relazioni delle Visite Pastorali, Visita di Francesco Antonio De Marco del 1674
Archivio Diocesano di Otranto, Notiziario sullo stato della Parrocchia di Ortelle, Caiazzo 1874
D.De Rossi, Storia dei Comuni del Salento, Lecce 1972
A.Foscarini, Artisti Salentini, ms. 329 della Biblioteca Provinciale di Lecce p.33
R.Casciaro, La Scultura, in AA.VV. Il Barocco a Lecce e nel Salento, Roma 1995, p.150.
Discreta la sintesi descrittiva dell’artistico portale della chiesa parrocchiale di Ortelle del maestro Buffelli. Nella bibliografia è assente il corposo volume miscellaneo “Comunità solidali”edito pochi anni fa dal Comune di Ortelle. Nel testo vi sono ampi riferimenti storici sulla chiesa parrocchiale di Ortelle.
Un’altra precisazione: quella di mons. De Marco del 1674 non è una Visita Pastorale, non sono Atti Visitali ma un semplice e sobrio Notiziario reso a mons. De Marco, vescovo di Castro, dal parroco di Ortelle. Ciò fa presumere che l’autore dell’articolo non si è proprio confrontato con il documento originale del 1674 inserito in una filza di carte contenenti altri Notiziari coevi resi dai parroci delle 15 Parrocchie della diocesi di Castro.
La descrizione, mi è sembrata accurata e, credo che l’intento, conoscendo chi l’ha scritta, fosse dettato più che dallo sfoggio di notizie storico-archivistiche, dalla passione le la sua terra tesa e dal voler valorizzare un piccolo gioiello che non può competere con la grande produzione barocca di Lecce e di altre città più importanti, ma che riprende molto significativamente i dettami del barocco con eleganza e buon gusto. Inoltre c’era anche la voglia di puntualizzare (idealmente) che Ortelle, per quanto “poco interessante artisticamente” invece aveva questa opera di uno scultore conosciuto e discretamente rinomato (Per altri lettori, basta cercare su questo sito e si capirà quanto Placido Buffelli fosse a la page all’epoca).
La descrizione,come ho detto, mi è sembrata puntuale e mi ha fatto scoprire cose che a un’occhiata fugace non avevo apprezzato come avrei potuto e in questo, sicuramente Chiarello è più a suo agio che nelle filze di documenti.
Mi è piaciuta e mi aspetto qualche altra chicca.
Antonio chiarello… Un’opera d’arte nell’arte di un piccolo borgo… Noi lo abbiamo e ce lo teniamo stretto. Bravo Antonio.