di Alessandra Moschettini
E’ la più importante dimora signorile di Neviano. In accoglimento di un ricorso a suo tempo presentato dall’attuale proprietario Dott. Giuseppe Moschettini al Ministero competente, finalizzato a tutelare e valorizzare il palazzo in oggetto, considerato che, l’immobile costituito da varie particelle catastali intestate al medesimo proprietario possedeva tutti i requisiti di legge, come riferito dal Quotidiano di Lecce, articolo del 14/12/1989, curato da Gino Anchora: “Quel palazzo è un gioiello ma per il Comune non esiste”, con D.M. del 30/10/1990 emesso dal Ministro per i Beni Culturali e Ambientali On.le Facchiano, fu riconosciuto di particolare pregio storico-nazionale. Col tempo il Palazzo, è stato ripreso in ricerche di alunni delle Scuole Elementari e Medie di Neviano, in un libro intitolato “Neviano”, edito nel 1989 dalla Banca Popolare Pugliese, dal sopra citato servizio giornalistico del “Quotidiano di Lecce” e successivamente richiamato in programmi televisivi curati da TeleRama e da TeleNorba.
ll Decreto in oggetto, fu preceduto da una lettera allo stesso ricorrente inviata in data 11/10/1990 dal Dott. Paolo Carini Capo della Segreteria del Ministro per i Beni Culturali e Ambientali, che nella fattispecie recita: “Caro signor Moschettini, facendo seguito alla Sua del 15/09/1990 inoltrata all’On. le Ministro relativa al Palazzo Romano in Neviano, Le comunico che la Soprintendenza Beni A.A.A. e S. di Bari ha ravvisato l’opportunità di sottoporre a vincolo detto immobile e, pertanto, ha trasmesso all’Ufficio Centrale per i Beni A.A.A. e S. la relativa documentazione per la predisposizione del decreto di vincolo”.
ll Dott.Moschettini, discende dalla religiosissima, intellettuale e nobile famiglia di Martano, riportata alla voce “Martano” dal Marchese Giacomo Arditi nella “Corografia Storico e Fisica di Terra d’Otranto”, 1879.[1]
Il suddetto immobile è ubicato in Piazza Vittorio Emanuele, risale al XVI secolo. Il portone di ingresso è sormontato dallo stemma dell’originario proprietario, il Marchese Dott.Antonio Romano, anch’egli citato, insieme al primogenito figlio Dott.Salvatore da cui Giuseppe Moschettini discende per affinità, da Giacomo Arditi a pag.404 del libro sopra riportato. Sia il Marchese Antonio Romano che il figlio Salvatore, di professione entrambi Medici-Chirurghi, in epoca più recente sono stati ripresi a pag.204 nel libro intitolato “Neviano” (Edizioni Nuova Prhomos, 2015), da Don Giovanni Cartanì parroco presso la Chiesa diocesana di Nardò-Gallipoli, che attesta: “Il Palazzo, all’origine, fu dimora dell’illustre Antonio Romano che si distinse per cultura e umanità. Antonio Romano, nel 1817, pubblicò un trattato agrario sulla coltivazione della patata… . Antonio ebbe un figlio, di nome Salvatore, che fu filosofo, medico, botanico e agronomo, valente quanto il padre e forse anche più di lui.
Sul fronte dell’immobile spicca un portale sormontato da un balcone a linee spezzate al centro del quale è chiaramente visibile lo stemma della famiglia Romano, consistente in uno scudo sullo sfondo del quale figurano un cavallo, una croce e tre stelle”.
Il Marchese Antonio Romano morì nel 1819 e fu seppellito nella Chiesa di San Michele Arcangelo, in Neviano, come riportato nella dichiarazione di morte dal Curato d’epoca Arciprete Achille Perillo, che scrive testualmente: “Corpus eius sepultum fuit in hac Parochiali Ecclesia”.
Sulla porta di ingresso della cappella si trova ancora oggi la scritta: “Qui non si gode immunità”, residuo storico di un antico privilegio riservato ai luoghi di culto pubblico, in forza del quale se una persona si nascondeva in quella Chiesa non poteva essere perseguitata o arrestata, perché il tempio, come luogo pubblico, era considerato extra-territoriale. Nel Palazzo sono state custodite in una teca, sino ai primi del 1950, le spoglie di San Valeriano Martire tramandate dai Romano nel corso dei secoli da eredi a successori. In punto di morte le spoglie del Santo furono poi donate alla Chiesa di San Michele Arcangelo da Cristina Grassi, dama di carità presso la Parrocchia locale.
All’interno del palazzo in oggetto, analogamente a quanto all’epoca presente nei palazzi Moschettini di Martano, insiste una vasta biblioteca contenente centinaia di testi antichi di vario genere: letteratura, storia, medicina, giurisprudenza e sacri, che documentano l’estrazione intellettuale delle famiglie avvicendatesi nel tempo alla conduzione del palazzo, riscontrate dai diplomi di laurea intestati ai medesimi titolari.
La predetta documentazione libraria, pertanto, rappresenta una valida testimonianza storico-culturale a riguardo dell’elevata volontà di studi espressa da famiglie appartenenti ad elevati ceti nobiliari, volta ad affermarsi anche in campo intellettuale. Di conseguenza, vari antenati, rivestirono incarichi di grande prestigio c/o le istituzioni pubbliche da cui dipendevano.
Dalla lettura di un testo in possesso del Dott. Giuseppe Moschettini, a proposito delle origini di siffatta famiglia, si legge, quanto dall’ autore del presente atto al momento si ritiene di voler rendere noto: “La famiglia suddetta è da secoli numerata tra le più antiche famiglie dei primi gentiluomini di Martano ed ha la sua origine da molti savi, e probi dottori di Leggi; e taluno ancora della famiglia istessa è stato impiegato pure nei passati tempi con decoro alla Milizia….. . Ognuno dunque, che sia di buon senso fornito, ha da riputare senza meno, che la famiglia suddetta sin da molto tempo prima era di Nobile Genìa, e dotata di ben proprie commodità, dacché sin da duecentocinquanta, e più anni indietro, ha dato all’ umana società dei dottori. Si sa, che l’uomini di tali Privileggi dotati sono stati sempre da tutte le Leggi ascritti nella classe dei Nobili”.
A riscontro e riconoscimento del valore intellettuale, dimostrato in vari settori dalle famiglie Romano-Moschettini nel corso dei secoli, le stesse come sopra premesso, furono citate da Giacomo Arditi nel libro edito nel 1879.
A seguito di non facili ricerche effettuate nel corso del tempo dallo stesso Dott. Moschettini Giuseppe, nei riguardi del Dott. Cosimo Moschettini di Martano (1746-1820), fratello del dante causa Giuseppe da cui il medesimo scrivente discende, si è appreso, che l’avo in oggetto, si laureò a soli 22 anni in Medicina e Chirurgia a Napoli, divenendo col tempo Prof. di Medicina c/o lo stesso ateneo, fu anche filosofo e quindi uno dei più grandi scienziati mondiali in agraria, con pubblicazione di vari saggi in materia riportati anche dal Prof. Ennio De Simone nel testo intitolato al Dott. Cosimo Moschettini, edizioni Del Grifo-Lecce, 1997. Cosimo Moschettini è stato anche citato dal Parroco Don Giovanni Cartanì nel libro intitolato: “Neviano”, edizioni NUOVAPRHOMOS, 2015.
Una lettera inviata dal Dott. Cosimo Moschettini ad uno dei più grandi scienziati di medicina pro-tempore specialista in fisiologia è conservata c/o un notissimo museo di una capitale europea.
In considerazione, quindi, della prestigiosa carriera a suo tempo intrapresa, il Dott. Cosimo Moschettini, a cui le amministrazioni comunali pro-tempore di Martano e di Casarano, intestarono nei rispettivi paesi delle strade a suo nome, riportata e documentata anche da: biblioteca – Accademia dei Georgofili[2] , Atti della società pontaniana di Napoli[3] , Cosimo Moschettini scienziati italiani[4], l’ avo in oggetto, risulta iscritto c/o numerose Accademia e quindi socio dell’Accademia dei Georgofili di Firenze, dell’Accademia Pontaniana di Napoli, dell’Accademia delle scienze, della Reale Accademia di incoraggiamento di Napoli, dell’ Accademia di Montpellier e della società economica agraria di Zara, della economica di Spalato e della georgica de’ castelli di Traù in Dalmazia.
Annualmente, inoltre, nel mese di ottobre in Martano, si svolge la “Sagra della volia cazzata” promossa dall’Associazione culturale “Cosimo Moschettini”.
In epoca più recente, il Dott. Giuseppe Moschettini (1876-1946), figlio del Dott. Ettore Moschettini medico-chirurgo in Martano e proprietario di palazzo Andrichi-Moschettini[5] trasferitosi a Neviano esercitò per circa 40 anni la professione di medico-chirurgo. Per tale ragione e per meriti acquisiti durante l’esercizio della sua professione, gli Amministratori comunali pro-tempore, considerato che il suddetto medico ha dimostrato di possedere meriti professionali non comuni, espressero nella delibera c.c. n. 14 del 1908 un voto di lode e di plauso per l’opera intelligente e laboriosa prestata nel Comune.
Inoltre, avendo partecipato ad entrambi i conflitti mondiali col grado di capitano medico, fu insignito di medaglia dall’allora Ministro della guerra Benito Mussolini.
Sul retro del Palazzo si articola un ampio giardino con rampe di accesso ai piani superiori e alle terrazze. Nel giardino figurano due grandi nicchie affrescate da maestranze locali, una di esse raffigura la Pietà su uno sfondo paesaggistico; in alto si nota una schiera di cherubini e ai lati, la gloria dei Santi.
particolare del giardino monumentale
Note
[1] www.salentoviaggi.it
[2] www.georgofili.it:ricerca
[3] book.google.com
[4] amp.it.google-info.org e book.google.it
[5] it.m.wikipedia.org