di Paolo Vincenti
“Il Monumento ai Caduti di Casarano. Cenni storici-Restauro (2015-2016)”, a cura di Fabio D’Astore, per l’Editrice Salentina (2017), documenta una importante iniziativa, vale a dire la restituzione alla città di Casarano del suo monumento simbolo, la Vittoria Alata, che da molti anni versava in uno stato di incuria che mortificava il bronzeo e lapideo monumento, ma di più il suo alto valore simbolico. Sicché un gruppo di volenterosi cittadini ha deciso di prendere in mano la situazione e, costituitosi in Comitato, grazie all’aiuto di alcuni sponsor (uno in particolare, Assicurazioni Vittoria, si è rivelato determinate per il buon esito dell’operazione) è riuscito a riportare la Vittoria Alata all’antico splendore. Le tappe di questo faticoso e paziente lavoro sono documentate dall’agile libretto che riporta in copertina proprio l’immagine del Monumento ai Caduti, appunto la Vittoria Alata, che così restaurata ora vive una seconda giovinezza. Il libro fa parte della collana di studi “I Quaderni di Kèfalas e Acindino”, diretta da Luigi Marrella, appassionato studioso di storia patria. In effetti, il monumento era già stato oggetto di studio proprio da parte del Marrella che con “I percorsi della Vittoria. Casarano, uno scultore un monumento” (Barbieri 1997) inaugurava la collana in parola. Fu negli anni Venti del Novecento che un comitato spontaneo di cittadini si costituì a Casarano e commissionò allo scultore Renato Brozzi la statua oggetto del libro, come spiega, nella sua Introduzione, il curatore Fabio D’Astore. Renato Brozzi (1885-1963) era scultore di grande fama, addirittura collaboratore di Gabriele D’annunzio, sicché fu motivo di onore per Casarano avvalersi dell’opera di un così quotato artista.
Realizzata alla fine del 1927, la statua fu inaugurata nel 1929, per onorare degnamente i caduti della Grande Guerra, i cui nomi sono riportati da Luigi Marrella in Appendice al volume “I percorsi della Vittoria”. La struttura si compone di due parti: il piedistallo e la statua. La statua riproduce la Vittoria Alata, secondo il noto modello della Nike di Samotracia, cui si ispirarono altri artisti nella realizzazione di questo genere di monumento, fra i quali il salentino Antonio Bortone, artefice della analoga statua di Ruffano, di quella di Martano e di tante altre.
La statua del Brozzi appariva deteriorata, a causa del tempo edace e della disattenzione degli uomini. Dunque il nuovo Comitato, formato da Fabio D’Astore, Alessandro De Lorenzi, Martino Nicolazzo, Giuseppe Rausa e Luigi Marrella, si è prefissato l’obbiettivo di salvaguardarla e per questo ha chiesto un parere tecnico ed una scheda di restauro alla ditta LMR di Casarano, di Lucia Anna Margari, poi artefice del restauro. Dopo la ricerca dei fondi necessari all’intervento, incoraggiati dalla generosità di tanti cittadini e della già citata Assicurazione Vittoria, agenzia di Casarano, i promotori hanno dato avvio ai lavori, sotto la supervisione della Sovrintendenza e sotto la direzione tecnica della professoressa Rosanna Lerede, docente di Restauro presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce e dell’architetto Anna Rita Fersurella, non prima di aver ottenuto il placet dell’Amministrazione Comunale di Casarano, proprietaria del Monumento. La statua è allocata nella centrale Piazza Garibaldi, presso la Villetta Comunale intitolata a William Ingrosso. A seguito del lavoro di restauro, nell’ottobre 2016, con una pubblica cerimonia, il Monumento è stato riconsegnato alla città dal Comitato, fra la gioia dei convenuti e la comprensibile soddisfazione dei promotori. Nel libro, dopo alcuni cenni storici forniti da Luigi Marrella, che riprende i dati della sua primeva pubblicazione, viene riportato anche il qualificato intervento di Luigi Scorrano, noto critico letterario e dantista, in occasione della presentazione del libro “ I Percorsi della Vittoria”, il 3 dicembre 1998 presso il Circolo degli amici di Casarano.
Si passa poi alla sezione più tecnica del libro. Vengono riportati: uno “Studio diagnostico preliminare all’intervento di manutenzione della statua” a cura di Davide Melica, le schede tecniche e analitiche, la Relazione specialistica di Lucia Anna Margari che passa in esame tutto l’intervento di restauro, e un’Appendice documentaria che se faticosa per i non addetti ai lavori è comunque testimonianza importante da lasciare alla posterità. Seguono l’elenco dei contributori alla raccolta fondi e il Manifesto finale del Comitato; il tutto corredato da un notevole apparato fotografico. Un volume “di servizio”, ma considerevole per la comunità casaranese e per gli appassionati di cose salentine.
Ed è significativo che proprio con questo contributo, la collana “I quaderni di kèfalas e Acindino”, che si è aperta col libro di Marrella che lumeggiava sullo stesso tema, raggiunga i vent’anni di pubblicazioni. Non manca di sottolinearlo il curatore, il quale in una Nota a inizio volume, scrive: “ Da quel lontano 1997 abbiamo pubblicato – con il presente – dodici lavori, con una media di circa un’uscita ogni due anni. Il lettore troverà in IV di copertina l’elenco completo degli studi. Non ci sembra un risultato di poco conto ed un obiettivo facile da conseguire; soprattutto se si tiene conto dei due criteri guida assunti fin dall’inizio: un rigoroso approccio scientifico ai vari argomenti e la rinuncia a qualsiasi forma di municipalismo e provincialismo, attraverso la ricerca costante di una contestualizzazione storico-critica dei microfenomeni studiati. A questo, si aggiunga uno sforzo tendente a presentare i vari studi – nei limiti del possibile – in una veste editoriale di qualità, talvolta con spunti di eleganza.” Non ci resta che rivolgere gli auguri alla collana e al suo direttore acciocché possa continuare a produrre contributi di qualità, come quello su cui ci siamo testé intrattenuti.