di Mirko Belfiore
In questo quadro eterogeneo, un significato particolare lo riveste la vicenda degli Imperiale, una famiglia genovese di grandi tradizioni affaristiche che, a partire dalla fine del XVI secolo, si insediò stabilmente nella Terra D’Otranto volgendo le proprie attenzioni sui feudi di Oria, Francavilla e Casalnuovo (odierna Manduria).
I membri di questa dinastia erano prima di tutto esponenti della finanza genovese, interessati ad accrescere il proprio patrimonio attraverso una serie di investimenti sul territorio e una chiara strategia matrimoniale volta alla fusione con la società locale. Un esempio lo ritroviamo con l’unione fra Aurelia Imperiale e Petraccone V Caracciolo, duca di Martina Franca, unione concordata prima ancora di stabilire quale delle figlie di Michele II Imperiale e Brigida Grimaldi dovesse essere la sposa del patrizio napoletano. Rimasero comunque forti e stabili i legami con la città di Genova, non solo per la presenza in Liguria di diversi componenti della famiglia e l’iscrizione al Libro d’oro della nobiltà ma anche per l’incentivarsi di unioni coniugali con famiglie patrizie come gli Spinola e i Grimaldi.
Il passaggio feudale dei possedimenti poc’anzi menzionati, avvenne in un’atmosfera di stampo chiaramente affaristico. Il marchesato di Oria e i territori ad essi annessi dopo il governo di Gio. Bernardino Bonifacio, fuggito a Ginevra nel 1541 perché inquisito per eresia, rimase de facto nelle mani del genovese Matteo Adorno, per passare nell’agosto del 1563 al cardinal Carlo Borromeo, nipote e collaboratore del pontefice Pio IV, con una rendita di dieci mila ducati e il titolo onorifico. La concessione del feudo decadde subito dopo la morte del Pontefice e dopo una serie di operazioni finanziarie a larghissimo raggio, nel maggio 1571, Filippo Spinola lo acquista per 83 mila ducati, con patto de retrovendendo, una vera e propria manovra fittizia volta a favorire l’interesse del nobile Davide Imperiale. Quest’ultimo era il giovane orfano di Andrea Imperiale, valoroso combattente nel 1572 durante la battaglia navale di Lepanto, protagonista con le sue quattro galee durante alcune fasi dello scontro.
La particolarità di questo complesso piano di acquisizione e che un figlio di banchieri, decide di acquistare un territorio pagando moneta sonante senza dover percorrere le trafile militari dei Grimaldi e dei Doria o burocratiche dello Squarciafico, sottolineando una ben precisa scelta politica e sociale.
Bibliografia
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Per la prima parte:
Per la seconda parte: