di Armando Polito
D’Voornaamste fortresse van Koningryc Napels en Sisielie in Italie è il titolo (nel cartiglio in basso) di una stampa di mappe di 18 città fortificate attribuite a Cornelis Danckerts (1664-1717), pubblicata ad Amsterdam tra il 1635 ed il 1645 e custodita nella Biblioteca nazionale di Francia.
Tre sono dedicate al Salento. Le riproduco di seguito opportunamente ingrandite.
Carissimo Armando, bellissime queste immagini. L’ultimo disegno, però, non rappresenta Taranto ma la mia Brindisi. Ciao, felice giornata.
Verissimo ed è imperdonabile errore, più di quello nativo, soprattutto il mio, che è quello di non essermene accorto, per la fretta di renderne partecipi tutti. E pensare che in questo scambio tra Taranto e Brindisi in mappe antiche sono incorso già un’altra volta. Meno male che tu hai dato a Cesare quel che è di Cesare.
Credo che lo scambio (presente, per quel che so, solo nella cartografia olandese) derivi da un incendio che costrinse a rinominare alcuni disegni del Blaeu. In uno, Brindisi diventò Tarento. E questa mappa del Danckerts, sia pure molto meno dettagliata, assomiglia molto a quella del Blaeu. A parte questo, hai fatto bene ad avere avuto fretta: poter vedere simili bellezze, val bene uno scambio.
Prof.Polito. Le suddette mappe sarebbero state pubblicate ad Amsterdam nel 1680? Ma in quella data l’autore Cornelis Danckerts aveva appena 16 anni, non sarebbe più probabile che fossero state pubblicate una decina di anni dopo intorno al 1690-1700?
Ho avuto le sue stesse perplessità, né mi pare sanabile la contraddizione presente nella scheda che troverà in https://gallica.bnf.fr/services/engine/search/sru?operation=searchRetrieve&version=1.2&query=%28gallica%20all%20%22D%E2%80%99Voornaamste%20fortresse%20van%20Koningryc%20Napels%20en%20Sisielie%20in%20Italie%22%29&lang=it&suggest=0 (dopo essere entrato, cliccare su “informazioni dettagliate”.
Vi si legge come autore Danckerts, Cornelis (1664-1717; le jeune) e come data di edizione 1635-1645. Molto probabilmente Cornelis ha sfruttato, come succede spesso nelle famiglie di cartografi, il lavoro di un suo omonimo predecessore, da cui il presunto 1680 circa con cui è registrato sul sito dell’Università di Starsburgo, data ripresa da molti, me compreso. In questa incertezza la sua proposta non appare certo peregrina.