di Mirko Belfiore
Famiglia di antichissima origine mediterranea, legata alla storia della città di Genova fin dai primi decenni dell’XII secolo, gli Imperiale seppero emergere nell’oligarchia cittadina genovese come mercanti, amministratori della Res pubblica e comandanti di galee, ritagliandosi in poco tempo un ruolo di prestigio.
Il “trasferimento” dalla lontana Tartaria alle coste liguri, fu probabilmente agevolato dai rapporti commerciali che la stirpe ebbe con i mercanti genovesi, i quali avevano precedentemente colonizzato alcune città costiere site sul Mar Nero, Tana e Caffa. La modestia numerica palesata dalla documentazione coeva, non diminuì la caratura gentilizia degli Imperiale, i quali, agli albori del Cinquecento, riuscirono a ritagliarsi un ruolo sempre più considerevole all’interno del tessuto patrizio genovese e al tempo stesso, letterati, ecclesiasti e uomini di cultura elevarono il casato, fra le prime compagini nobiliari della Repubblica. Durante gli scontri fra Guelfi e Ghibellini, Essi costruirono la loro fortuna schierandosi dalla parte dell’Impero, e in occasione della venuta a Genova nel 1311, dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Arrigo VII di Lussemburgo: “…due famiglie superarono le altre in adulazioni: i Doria che pigliarono l’aquila per stemma e i Tartaro, che vollero innanzi denominarsi Imperiali”.
Da questa circostanza in poi la famiglia assunse l’appellativo di Imperiale, tralasciando l’antico titolo dei Tartaro. Sostituì, inoltre, con uno stemma d’argento al palo d’oro caricato d’un aquila coronata di nero al volo abbassato che diventerà poi spiegato nei rami da essa discendenti, il precedente stemma già “d’azzurro a tre bande doppie merlate d’oro”.
Gli interessi economici della famiglia erano ben distribuiti fra tutte le attività redditizie dell’epoca, sia in ambito commerciale che finanziario; ma è sicuramente con le attività marittime e come proprietari di galee al soldo dell’Impero spagnolo, durante il “Sieglos de los Genoveses”, che la famiglia raggiunse l’acme del potere politico, sociale ed economico. Proprio la Corona di Spagna divenne, dopo la svolta doriana del 1528, l’interlocutore principale dell’oligarchia finanziaria della Repubblica di San Giorgio, quest’ultima pronta a rispondere alla cronica richiesta di capitale del Re Cattolico, impegnato in dispendiose attività belliche. Com’è noto, il patriziato della Superba, si inserì con autorità in quello specifico business, ricavando notevoli guadagni, in primis come asientistas di galee, attività già esercitata da decenni al soldo dei diversi Stati europei, e successivamente tramite gli asientos finanziari.
Attraverso questi prestiti di capitali, durante il regno di Carlo V, l’Azienda Genova raggiunse livelli considerevoli di influenza, arrivando a monopolizzare gli scambi di tutta la Monarchia spagnola. Con il regno di Filippo II, l’attività creditizia si dilatò al tal punto da costringere in diverse fasi il governo spagnolo a dichiararsi insolvente (1557, 1575, 1596), trend negativo questo confermato successivamente anche dai sovrani Filippo III e Filippo IV nel 1607, 1627, 1647 e 1652.
Altra data di fondamentale importanza per la storia degli Imperiale è il 1528, anno in cui la famiglia formò uno degli Alberghi.
Quest’ultimi, furono a Genova, già a partire del 1265, l’espressione dell’aristocrazia locale, in quanto in essi si potevano associare solo quanti avessero accesso alla dignità consolare e alle cariche pubbliche. L’Albergo fu un “alleanza basata sul comune controllo di proprietà immobiliari contigue e sul concentramento di funzioni sociopolitiche, esercitate attraverso gli organi di pubblico governo”.
Per stringere questa alleanza erano fondamentali i rapporti di parentela e, anche se non mancano esempi di affiliazione per i nuovi venuti, una volta entrati nell’Albergo, i partecipanti accettavano di assumere il cognome dei membri di questo, ricevendone in cambio la possibilità di accedere a tutti i vantaggi e i privilegi che l’istituzione comportava.
Fisicamente, all’interno del caotico reticolato urbano del centro storico di Genova, l’Albergo degli Imperiale creò la sua consorteria nei pressi di piazza di Soziglia, estendendo la propria “sfera d’Influenza” sulla centralissima area di Campetto, dove dal Cinquecento, vennero innalzati alcuni importanti palazzi monumentali.