di Armando Polito
Dato il taglio documentario di questa raccolta relativo ai componimenti sparsi in raccolte altrui1, per la vita ed altri dati rinvio alla biografia scritta dal tarantino Francesco Maria Dell’Antoglietta (anche lui arcade col nome pastorale di Sorasto Trisio2) ed inserita in Notizie istoriche degli Arcadi Morti , Antonio de’ Rossi, Roma, 1720, tomo II, pp. 94-100 ed a quella scritta dal gallipolino G. B. De Tommasi ed inserita in Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli, Gervasi, Napoli, 1818, tomo V, s. pp. Da quest’ultimo volume riproduco il ritratto che segue.
Arato Alalcomenio era il suo nome pastorale. Se Arato fa pensare al poeta greco Arato di Soli (IV-III secolo a. C.) certamente Alalcomenio contiene un riferimento ad Ἀλαλκομένιον (leggi Alalcomènion), antica città della Beozia. Risulta iscritto all’Arcadia il 3 agosto 16983.
Un madrigale è in I giuochi olimpici celebrati dagli Arcadi nell’Olimpiade DCXX in lode della Santità di N. S. Papa Clemente XI e pubblicati da Giovanni Mario de’ Crescimbeni Custode d’Arcadia, Monaldi, Roma, 1701, p. 80:
Ghirlanda di Gigli, e di Viole. Madrigale d’Arato Alalcomenio
Di bei candidi Gigli, e rugiadosi
colti dal verde piano,
e di vaghe Viole
colte dal vicin Fonte
priaa che nascesse il Sole,
del glorioso ALNANOb
circonderei la sacra augusta Fronte,
per adornar dell’immortal Pastore
con sì leggiadri Fiori, et odorosi
dell’Animo il candore,
e l’umiltà del Core.
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a prima
b Alnano Melleo era il nome pastorale di Clemente XI (Francesco Albani) arcade acclamato nel 1695, prima che nel 1700 fosse eletto papa.
Un sonetto è in Rime e prose di Francesco Maria Tresca in lode dell’Invittissimo edAugustissimo Imperadore Carlo VI e redelle Spagne, consacrate all’Augustissima Maria Elisabetta di Volfenputel Imperadrice regnante da Fra’ Berardino Tresca Cavaliere Gerosolimitano fratello dell’auttore, Mazzei, Lecce, 1717, p. 276.
Del Canonico Domenico De Angelis Accademico degli Spioni4
O beati quei tempi, in cui l’alloro
passò de’ vati a coronar Regnantia
e con bel cambio si rendean tra loro
e questi e quelli eternità di vanti.
Servia di tromba allor plettro canoro
a rendere immortali i trionfanti,
ma del trionfo poi l’alto lavoro
tornava ai vatib, e fea felici i canti.
Per te eccelso cantor bram’io, che riedac
del’aurea etate il Secolo vetustod
e che al tuo mertoe egual mercèf conceda.
A me liceg sperarlo, e troppo è giusto,
che tua mercedef il Mondo ammiri, e veda
rinnovellatoh il secolo d’Augusto.
Non è raro in pubblicazioni del genere che ad un componimento encomiastico segua la risposta del celebrato. Così successe per il De Angelis e, se a rispondere era un papa, l’onore diventava doppio.5
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a passò dai poeti a incoronare i re
b poeti
c ritorni
d il secolo antico dell’età dell’oro
e merito
f conceda pari ricompensa
g è lecito
h rinnovato
Un sonetto è in Corona poetica rinterzata in lode della Santità di N. S. Papa Clemente XI da Giovanni Mario de’ Crescimbeni Custode d’Arcadia, Chracas, Roma, 1701, p. 30:
D’Arato Alalcomenio. Uno de’ XII Colleghi.
Di tua mente uno sguardo almoa, e giocondo
render può sol felice, anzi beato
il nostro Pastoral ruvido stato,
ch’era a noi di gravoso inutil pondob.
L’umìl zampogna esiliar dal Mondo
volean l’Invidia, e ‘l fiero avverso Fato,
né più sentiasic il cantar dolce usato
(e s’ei fiad spento, qual sarà il secondo?).
Ma tosto si vedran d’Invidia a scorno
scortie da saggia, e gloriosa guida
far nel Parrasio Boscof al fin ritorno
dolce cantar, santa Amicizia,e fida,
di tuo splendore un gentil raggio adorno
se alle nostre Foreste avvien che arrida.
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a nobile
b peso
c si sentiva
d sarà
e scortati
f Così gli Arcadi chiamavano il luogo scelto per le loro adunanze prima che tale nome venisse assunto dalla suggestiva villa che si fecero costruire su progetto dell’architetto arcade Antonio Canevari (nome pastorale: Elbasco Agroterico) e dell’allievo Nicola Salvi (nome pastorale: Lindreno Issuntino), inaugurata il 9 settembre 1926. Parrasio è dal greco Παρράσιος (leggi Parràsios), che significa di Parrasia, regione della Grecia antica nella parte meridionale dell’Arcadia.
(CONTINUA)
Per la prima parte (premessa)
https://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/08/gli-arcadi-di-terra-dotranto-premessa-1-x/
Per la seconda parte (Francesco Maria dell’Antoglietta di Taranto):
Per la terza parte (Tommaso Niccolò d’Aquino di Taranto)
Per la quarta parte (Gaetano Romano Maffei di Grottaglie)
Per la quinta parte (Tommaso Maria Ferrari (1647-1716) di Casalnuovo):
Per la sesta parte (Oronzo Guglielmo Arnò di Manduria, Giovanni Battista Gagliardo, Antonio Galeota e Francesco Carducci di Taranto):
Per la settima parte (Antonio Caraccio di Nardò):
Per l’ottava parte (Donato Capece Zurlo di Copertino): https://www.fondazioneterradotranto.it/2019/09/21/gli-arcadi-di-terra-dotranto-8-x-donato-maria-capece-zurlo-di-copertino/
Per la nona parte (Giulio Mattei di Lecce):
Per la decima parte (Tommaso Perrone di Lecce):
Per l’undicesima parte (Ignazio Viva di Lecce):
Per la dodicesima parte (Giovanni Battista Carro di Lecce):
Per la quattordicesima parte (Giorgio e Giacomo Baglivi di Lecce):
Per la quindicesima parte (Andrea Peschiulli di Corigliano d’Otranto): https://www.fondazioneterradotranto.it/2019/10/31/gli-arcadi-di-terra-dotranto-15-x-andrea-peschiulli-di-corigliano-dotranto/
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1 Sue opere “autonome” furono: Della patria d’Ennio, Monaldi, Roma, 1701 e s. n., Firenze, 1702; Le vite dei letterati salentini, s. n., Firenze, 1710 (v. I) e Napoli, Raillart, 1713 (v. II); Orazione in morte dell’augustissimo imperadore Gioseppe Primo d’Austria, recitata nel duomo della città di Gallipoli, s. n., Gallipoli, 1711; Lettere apologetiche istorico-legali, nelle quali rispondendosi ad alcune scritture pubbliche in nome del Governatore di Lecce, scritte intorno alle differenze, che versano tra l’illustrissimo Monsignore Vescovo, e la medesima illustrissima Città di Lecce per la giurisdizione del Casale di S. Pietro di Lama, e di S. Pietro Venotico, si dimostrano vane le pretensioni della Città, e si stabiliscono le ragioni della Vescovil Chiesa di Lecce, s. n., s. l. s. d.
3 Giovanni Mario Crescimbeni, L’Arcadia, Antonio de’ Rossi, Roma, 1711, p. 348.
4 Per l’Accademia degli Spioni vedi in Archivio storico per le province napoletane, Giannini, Napoli, 1878, anno III, fascicolo I, pp. 150-153.
5 Clemente XI gli rispose con questo sonetto: Trattai con dubia man plettro sonoro/strade tentando inusitate avanti/,ma quando alfin credea l’alto lavoro/conobbi i miei pensieri andar erranti./Felice te, che delle muse il coro/colmi di tutti i preggi onesti, e santi,/tal che eccelso cantor fusti per loro/e scrittor d’alme di virtuti amanti./Godi, che il tuo gran merto altro non chieda/,di pura lode e di due palme onusto/in ben sicura parte alberghi, e sieda./Ch’io se del calle faticoso e angusto/uscirò mai, dritto è che ognun ben creda/che il Real suo splendor mio stil fè augusto.
FRA’ ROBERTO DA LECCE, DOMENICO DE ANGELIS, E FRANCESCO TORRACA. Una “spia” storiografica …
CON L’ARCADIA, OLTRE. Lo storico della letteratura Francesco Torraca (https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Torraca), nel 1882, in un suo breve saggio dedicato alla figura di “Fra’ Roberto da Lecce” (https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Caracciolo), così scrive: ” Jacopo Burckhards, in un’opera ritenuta ormai classica, ha scritto bellissime pagine intorno alla religione e alla moralità nell’Italia del secolo XV […] non avrò sciupato il mio tempo interamente, occupandomi d’un predicatore del Quattrocento – il gran (1) Roberto da Lecce” e immediatammente, proseguendo, così scrive: “La vita di Roberto Caracciolo fu raccontata con molte parole – come conveniva a uno dei dodici Colleghi d’Arcadia (2) – e non molti fatti da Domenico De Angelis. Riassumerò il racconto dell’Arcade, aggiungendovi le altre notizie che ho potuto mettere insieme […] Roberto fu mandato alle scuole di Nardò, rinomatissimo allora, testimone il Galateo […] non è stata intenzione mia di scrivere il panegirico del Caracciolo, ma solo di rinfrescare la sua fama. Mi pareva lo meritasse, e desidero non essermi interamente ingannato.”(Cfr. Francesco Torraca, “Fra’ Roberto da Lecce”, in Archivio storico per le province napoletane, 1882, Anno VII. – Fascicolo I, pp. 141-143, p. 165: http://www.storiapatrianapoli.it/it/156/edizione-digitale/show/586/archivio-storico-per-le-province-napoletane).
(1) L’aggettivo è di Burckhards [https://it.wikipedia.org/wiki/Jacob_Burckhardt].
(2) Vita di Mons. Roberto Caracciolo Leccese, nelle Vite dei Letterati Salentini scritte da DomenicoDe Angelis, uno dei dodici Colleghi d’Arcadia. In Firenze, MDCCX [1710].
Federico La Sala