di Armando Polito
Su questo o quel social chiunque può immortalare, postando una foto, qualsiasi momento della propria vita per far sapere a tutto il mondo che, per esempio, ha trascorso le ultime vacanze ai Caraibi. Magari si tratta solo di un fotomontaggio, ma, in fondo, sotto questo aspetto le cose non sono granché cambiate. In passato la stessa funzione hanno svolto le cartoline illustrate, con la differenza che esse giungevano al destinatario (un familiare o, al massimo, gli amici più ristretti) quando il viaggiatore era già rientrato; quanto ai trucchetti, per millantare un viaggio mai avvenuto, era sempre possibile approfittare della compiacenza di qualche amico in partenza per una meta rinomata disposto, magari, a scrivere in stampatello l’indirizzo e gli immancabili saluti con relativa firma falsa.
Il tempo e la tecnologia hanno annientato la cartolina illustrata, facendone un oggetto da collezionismo e un documento per lo storico. Chi, come me, ha avuto la fortuna di conoscere la cartolina illustrata e il selfie non può restare insensibile al fascino della prima, anche se ingigantito dalla malinconica dolcezza del ricordo.
Nardò ebbe, addirittura un editore di cartoline illustrate vendute anche nella piccola libreria (nonché ricevitoria del Totocalcio e, se non ricordo male, rivendita di tabacchi), che gestiva sul corso V. Emanuele (poi subentrò la figlia): Ernesto Franchini. Nella foto di testa l’angusto locale.
Per quanto riguarda le sue cartoline invito il lettore a visionarne una bella collezione in http://www.nardoartt.it/edizioni-e.franchini.html.
Per il resto, in assenza di qualsiasi altro documento, riproduco quanto ho trovato in rete. Ernesto Franchini è in buona compagnia (anche se gli altri non furono editori): Delatti1 Giuri (Juvenilia), Raffaella Ronzino e Carlo Vernich (vedi ultimo documento).
Annuario della stampa italiana, volume 6, 1900, p. 248 (https://books.google.it/books?id=KdoRAAAAYAAJ&q=%22Ernesto+Franchini%22&dq=%22Ernesto+Franchini%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjonZagiLnWAhWMIsAKHTl_Dq8Q6AEIPTAF)
Giornale della libreria, della tipografia, e delle arti ed industrie affini, v. 30, 1917, p. 366 (https://books.google.it/books?lr=&hl=it&id=ux1TAAAAYAAJ&dq=editions%3AKtZI0iaN72sC&focus=searchwithinvolume&q=nard%C3%B2)
Giornale della libreria, della tipografia, e delle arti ed industrie affini, v. 32, 1919, pp. 163 e 286 (https://books.google.it/books?hl=it&id=n9RSAAAAYAAJ&dq=editions%3AKtZI0iaN72sC&focus=searchwithinvolume&q=franchini)
Giornale della libreria, della tipografia, e delle arti ed industrie affini, v. 33, 1920, p. 184 (https://books.google.it/books?hl=it&id=XRpTAAAAYAAJ&dq=Libreria+scolastica+Ernesto+Franchini&focus=searchwithinvolume&q=Franchini)
Giornale della libreria della tipografia e delle arti e industrie affini. Supplemento alla Bibliografia italiana, pubblicato dall’Associazione tipografico-libraria italiana, s. n., 1921, pp. 35 e 284 (https://books.google.it/books?id=IZmYcl78GVAC&q=%22Franchini+Ernesto%22&dq=%22Franchini+Ernesto%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjh6pKoibnWAhWhI8AKHQXmDRkQ6AEITzAJ)
Annuario della editoria, della libreria e delle industrie grafiche, v. I, Aracne, Milano, 1950, pp. 370 e 501 (https://books.google.it/books?id=lWIbAQAAMAAJ&q=%22Franchini+Ernesto%22&dq=%22Franchini+Ernesto%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjh6pKoibnWAhWhI8AKHQXmDRkQ6AEISDAH)
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1 Forse da correggere in Dell’Atti-Giuri.
Ho letto con attenzione l’articolo sulle cartoline vendute da Franchini. Mi ha riportato indietro di almeno 50 anni. Nella piccola ricevitoria del totocalcio di Franchini non era annessa una Tabaccheria, che invece stava a due passi, adiacente al Caffè Parisi. Era la Tabaccheria nr. 1 di mio padre Totò Musca. Presente in piazza Salandra dal 1930 al 1979, quando cedette la Tabaccheria con annessa licenza di vendita quotidiani,cartoleria e cancelleria, dopo circa 50 anni di ininterrotta e apprezzata attività. Ora la stessa Tabaccheria, dopo due passaggi di altrettanti altri titolari si trova nei pressi di piazza Umberto, sempre con la stessa onorata targa “Nr. 1”, prima Rivendita dei Monopoli di Stato a Nardò.