di Armando Polito
Mi auguro che anche altri lettori seguano l’esempio di Tarcisio Vernich, che, dopo avermi proposto di occuparmi di ‘rrigghiare (vedi https://www.fondazioneterradotranto.it/2019/09/01/dialetti-salentini-rrigghiare/), mi invita a farlo di ‘llitticare.1
Questa volta l’occasione è molto ghiotta perché la voce non è registrata dal vocabolario del Rohlfs2 e nel Garrisi3 al lemma llettecare si legge: intr.; pres. llìttecu, llìttechi, llìtteca, llettecamu, ecc.; impf. llettecàa, ecc.; p. rem; llettecài, ecc.; imper. llìtteca, llettecati; pp. llettecatu. Essere dinoccolato, diventare flessibile; vibrare; molleggiare.
Come si vede, non c’è nessuna proposta etimologica. Intanto preciso che a Nardò la voce è riferita solo ad un oggetto che oscilla non avendo un appoggio stabile per suo difetto congenito o acquisito; sostanzialmente, anzi esclusivamente, è il caso di una sedia o di un tavolo, su cui, esercitando una pressione più o meno leggera, s’innesca un fenomeno di oscillazione che, nel caso della sedia in particolare, denuncia la pericolosità del suo uso per motivi facilmente immaginabili.
Passo all’etimologia, che non mi è stato particolarmente difficile individuare. Partendo dall’assunto che tutte le nostre voci comincianti per consonante geminata hanno subito un’aferesi, cioè la perdita della vocale iniziale, bisognava anzitutto individuare tale vocale. Tra le cinque combinazioni possibili appare intuitivo che *ellitticare è l’unica ad avere una chance. La parola appare derivata dall’aggettivo ellittico, che a sua volta è da ellisse4, che è dal latino scientifico ellipsis, e questo dal greco ἔλλειψις (leggi èlleipsis), che significa mancanza.
A questo punto è chiaro il rapporto strettissimo esistente tra il concetto di mancanza e quello di ‘llitticare: llèttica (oscilla) tutto ciò che manca di stabilità.
Un’ultima nota: in greco esiste (derivato dal ricordato ἔλλειψις) l’aggettivo ἐλλειπτικός (leggi elleipticòs) e il nostro ‘llitticare potrebbe esserne direttamente derivato, senza passare attraverso il latino scientifico ellipsis; se è così, la sua nascita sarebbe molto più antica.
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1 Ad essere sincero una sola volta sono stato letteralmente assalito e, ironia della sorte, tutto partiva da un post nemmeno a mia firma, in cui avevo avuto la malaugurata idea di inserire un mio commento (https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/02/23/cognomi-e-soprannomi-di-origine-greca/). Ho dovuto bruscamente interrompere i miei successivi interventi non solo per la difficoltà di dare una risposta scientificamente attendibile ai quesiti posti ma anche, direi soprattutto, per la loro natura, per così dire, privatistica …
2 Gerard Rohlfs, Vocabolario dei dialetti salentini (Terra d’Otranto), Congedo, Galatina, 1976
3 Antonio Garrisi, Dizionario leccese-italiano, Capone, Cavallino, 1990
4 Meno corretto elisse (entrambi riferiti alla figura geometrica o all’orbita descritta da un corpo celeste intorno ad un altro; manca qualcosa, rispettivamente, in confronto alla circonferenza e all’orbita circolare), mentre la variante ellisse in linguistica indica la soppressione di una o più parole che si sottintendono.
Ellitticamente o Encliticamente….
Forse è possibile ipotizzare una connessione anche con “En-clittica” e l’EN-CLITICA…. Che per “mancanza”, si piega e si appoggia! O no?!
Federico La Sala
Comunicazione di servizio: caro Federico, la pronuncia delle parole greche in parentesi tonde non è certo per te ma per i lettori che, non conoscendo il greco, si troverebbero in difficoltà a seguirmi pur volendolo.
Entrando nel merito della questione faccio anzitutto presente che “enclittica” è forma barocca perpetuatasi nei secoli XVIII e XIX, dunque obsoleta (per di più quel raddoppiamento era un vezzo della lingua dotta e non credo proprio che il neritino, come qualsiasi dialetto, possa ad essa essersi ispirato), anche se sopravvive in rete e, ironia della sorte, in siti dal nome insospettabile. Solo due esempi: dal primo, che si chiama Scuolissima.com (https://www.scuolissima.com/2012/03/particelle-pronominali.html), riproduco la parte che ci interessa a beneficio di chi per pigrizia non vuole sfruttare il link:
“Seguono invece il verbo, in cui si incorporano come enclittiche, quando completano un imperativo, un infinito o un gerundio: datemi il libro; diteglielo; sono venuto per vederti; senza offenderti; vedendolo; andandosene.
Con gli imperativi tronchi fa’, di’, sta’ ecc. le particelle pronominali enclitiche (tranne gli) raddoppiano la loro consonante: dimmi la verità; fallo per noi; datti da fare.”
Nel dubbio, meglio far prevalere la par condicio …
Il secondo blog si chiama skuolanet (e io che a quel k avevo attribuito una finalità ironica …) e riproduco (https://www.skuola.net/forum/latino/help-dilemma-su-utrim-3743.html) quanto segue, avvertendo che questa volta l’autore non è il sedicente esperto linguista del post precedente ma un lettore che commenta: “Probabilmente la parola che cercavi è utrimque, e per abitudine avrai separato -que pensando fosse una congiunzione enclittica …”.
In fondo per uno che parla di latino restare ancorato al secolo XVII dev’essere quasi naturale …
Detto questo, anche se per assurdo tenessimo conto di “enclittica”, va rilevato che dal punto di vista semantico l’etimo sarebbe più che plausibile. Le cose, invece, non tornano assolutamente sul piano fonetico, perché bisognerebbe ipotizzare una trafila: enclittica>*enlittica (ma come spiegare la perdita di c?)>ellittica (assimilazione)>*’llittica (aferesi)>’llitticare.
La trafila fonetica da me proposta [per riferirci solo all’italiano: ellittico>*’llittico (aferesi)>’llitticare] è di per sé (non perché l’ho pensata io) di una linearità esemplare e non presenta alcun punto debole in nessuna maglia della catena.
E la linearità è strettamente connessa anche col fatto che mentre, come ho detto nel post, ellittico è, in ultima analisi, dal greco ἔλλειψις (ellèipsis), che è a sua volta dal verbo ἐλλείπω (ellèipo) composto da ἐν (en)+ λείπω (lèipo), enclittica/enclitica, invece, è, anch’esso in ultima analisi, da ènclisi, che è dal latino tardo ènclisi(m), a sua volta dal greco ἔγκλισις, (ènclisis), derivato dal verbo ἐγκλίνω (leggi enclìno), che è composto da ἐν (en)+ κλίνω (clino). Ecco da dove nasce quella c in più, che non si può immaginare soppressa, se non arbitrariamente.
L’IN-CLINARSI E LA MAGISTRALITA’
“[….] la linearità è strettamente connessa anche col fatto che mentre, come ho detto nel post, ellittico è, in ultima analisi, dal greco ἔλλειψις (ellèipsis), che è a sua volta dal verbo ἐλλείπω (ellèipo) composto da ἐν (en)+ λείπω (lèipo), enclittica/enclitica, invece, è, anch’esso in ultima analisi, da ènclisi, che è dal latino tardo ènclisi(m), a sua volta dal greco ἔγκλισις, (ènclisis), derivato dal verbo ἐγκλίνω (leggi enclìno), che è composto da ἐν (en)+ κλίνω (clino)”.
GRAZIE, E BUON LAVORO!!!
Federico La Sala