di Gianpaola Gargiulo
Cosimo Greco nasce il 25 Agosto 1875 nel borgo antico di Taranto, in un luogo denominato “Scaletta Calò”. Si tratta di una delle tante postierle che uniscono la parte alta alla parte bassa dell’isola. Dalla Scaletta Calò si poteva infatti ammirare la zona bassa, la marina, abitata da pescatori, gente umile, in un intrico di viuzze, vicoli, passaggi, di chiaro impianto bizantino.
Cosimo nasce da Francesco Saverio Greco e da Elena Anna Brigante: il padre era un uomo modesto, indicato sia come bracciale che come tintore sui documenti di nascita dei figli. Gente semplice, ma piena di affetto per questi figli (in tutto 4) che allieteranno la loro vita. Elena, la madre, è la figlia di Grazia Ciura, appartenente alla facoltosa famiglia dei Ciura, originari di Massafra, che in città vecchia possedevano un maestoso palazzo che affacciava sul Mar Grande, simbolo del loro potere, e di un semplice contadino di Sava, che si chiamava Cosimo, proprio come lui.
Sicuramente, il racconto di questa storia d’amore dei nonni avrà riempito la fantasia di Cosimo, e forse il gusto per il bello, l’eleganza, i bei vestiti, Cosimo l’avrà ereditato dalla nonna Grazia, una donna facoltosa caduta in miseria ed ostacolata dalla sua famiglia nell’amore per il nonno Cosimo.
Ben presto, quando Cosimo aveva appena 6 anni, il padre Francesco Saverio muore, lasciandolo solo con le 3 sorelle più grandi e la madre.
Nulla sappiamo di lui, fino a quando nel 1905 Cosimo sposa una bella e facoltosa giovane donna di Nardò, Vita Maria Addolorata Giannuzzi, vedova da poco di un uomo molto più grande di lei, Giuseppe Ronzino, da cui ha avuto anche una figlia, Maria, e a cui Cosimo farà da padre, guadagnandosi un affetto incondizionato dalla figliastra. Cosimo, molto probabilmente, all’epoca era già famoso a Nardò nella sua attività di fotografo, ed anche richiesto, dal momento che la fotografia allora era agli albori, e costituiva un’incredibile novità per tutti coloro (esponenti della media ed alta borghesia, ecclesiastici) che volevano avere un loro ritratto stampato su carta, anzi su cartoncino. La stampa su cartoncino era infatti una prerogativa delle foto di Cosimo, che prestava una particolare attenzione per l’eleganza, la raffinatezza delle sue opere fotografiche.
Dal matrimonio, dopo pochi mesi, nasce Mario, nel 1905. Forse a causa degli innumerevoli impegni di lavoro, la coppia ebbe altre due figlie solo dopo molti anni (Elena nel 1913 e Maria Renata nel 1915). Ma qualcosa ha sconvolto la quotidianità di questa coppia che amava frequentare il teatro a Nardò, organizzare feste e cene grandiose per i loro ospiti. Forse il dovere di unico uomo della famiglia di origine, come allora si pensava, lo ha spinto a ritornare a Taranto. Cosimo, infatti, dovette molto probabilmente provvedere a fare da tutore ai figli di una delle sue sorelle, Maria Lucia, che aveva avuto 5 figli da un uomo sposato (allora non esisteva il divorzio).
Diventato adulto il primo figlio della sorella, Cosimo torna a Taranto, indirizzando il nipote alla fotografia, e facendo diventare famoso lo studio fotografico del nipote Francesco (Studio Marayulo), come solo un fotografo di mestiere avrebbe potuto fare.
Ed ecco che dopo il 1915 troviamo la famiglia di Cosimo Greco a Taranto. Purtroppo 5 anni dopo, nel 1920, Cosimo muore, a 45 anni, lasciando però un’importante eredità in termini di studio della fotografia, che all’epoca era ancora ad un livello pionieristico e di cui, a distanza di quasi cento anni dalla sua morte, abbiamo ancora qualche testimonianza attraverso le sue foto, spesso caratterizzate da un uso sapiente della luce, o dalla capacità di cogliere lo sguardo o le espressioni dei soggetti ritratti. Delle foto che ancora, dopo tanto tempo, destano in noi grande interesse ed ammirazione.
Nota della Redazione
Poiché si intende allestire una raccolta di foto del maestro Cosimo Greco, chiunque ne possegga qualcuna è pregato di segnalarcela, senza inviarci l’originale, ma solo una scannerizzazione in buona risoluzione. Potete scrivere alla fondazione.
Grazie per la collaborazione
Segnalo
https://www.fondazioneterradotranto.it/2012/10/05/da-una-foto-del-1911-ecco-il-grande-laboratorio-di-fichi-secchi-di-neviano/