di Ermanno Inguscio
Nel racconto “Ritorno al Sud”, il salentino Vincenzo Borlizzi dimentica volutamente le insidie dei marosi del Canale della Manica, nella cui area oggi si trova per lavoro, per avventurarsi in un futuro immaginario dove vede impotente un Salento dilaniato dai venti di scirocco nel Canale d’Otranto e dalle vicende partorite nella sua fantasia.
Il sottotitolo “Il Basso Salento di una volta” scopre senza mezzi termini il suo forte anelito a fermare nella memoria personale le plurimillenarie vicissitudini di un lembo di terra, al centro del Mediterraneo, sempre pronta ad accogliere e coniugare civiltà e popoli diversi. Gli è stato facile così, nel cimentarsi in questa prima prova di scrittura, creare un racconto dove la sua terra natale, il Salento, sembra relegata quasi agli albori della comparsa dell’uomo sulla terra, autentico contesto catastrofico, senza comunicazione, senza pace, senza servizi, senza alcun ordine imposto o creato da demiurgo alcuno.
E i personaggi compaiono, qualche vecchio nei campi, ma anche tanti giovani, pronti a giocarsi tutto pur di cambiare le cose, così come Borlizzi li ha tante volte visti lui, nella sua infanzia, tra Novaglie, il Canale del Ciolo , le marine di Tricase e Santa Maria di Leuca, intenti a pescare o a sistemare i muretti a secco ai piedi delle “pajare”, oasi per secoli di un ambiente bucolico, che avrebbero fatto fremere persino il grande Virgilio nel suo ultimo esilio del brindisino.
Scatena così l’autore la sua fantasia nell’affastellare battaglie, soprusi, riscatti e bande di pirati, ma sempre con l’intima convinzione che ciò che egli narra, nelle centosettanta pagine del volume, edito da Congedo, possano improvvisamente dissolversi tra le fioche luci dell’alba, dopo l’incubo di un brutto sogno svanito e ritrovarsi a pensare, da salentino costretto a mirare le limacciose rive della Senna, ricordando la luminosa terra del Salento, in preda alla vita, alle splendide estati, ai prorompenti campo di grano e ai promettenti vigneti del nettare degli dei. Borlizzi, nelle pagine di questa sua prima fatica, adora il suo Salento e ne conferma la benedizione nella storia, pur tra vicende dove non sono mancate lacrime e sangue, immaginando che il dono dell’olivo, fatto dall’antica Dea Minerva, piantando in terra la sua spada, sia un esempio delle fortune che questa terra., protesa tra lo Jonio e l’Adriatico, possa dispensare alla comunità internazionale pace e progresso.
Del resto, per un salentino come Borlizzi, con pubblicazioni in ambito europeo, e la sua apprezzata opera di studioso in ambito cinematografico, un’opera prima, come “Ritorno al Sud”, volume da leggere tutto d’un fiato, può essere traccia di collegamento tra letteratura e cinema, che in modo biunivoco si autoalimentano, spesso con frutti inaspettati. E’ quello che i suoi lettori si attendono.
Grande!!! dopo tanti anni fuori casa,un giovane emigrante che rientra nel suo Salento natio: vincendo la diffidenza dei suoi compaesani dovrà battersi
contro i pirati che invadono il Salento.
Vorremmo sapere dove possiamo acquistare il Libro di Borlizzi.
Inviamo un caro saluto al Piemontese Prof. Sergio Notario
cordialità da Torino Ersilio Teifreto ricercatoreteifreto@libero.it
volevamo sapere se il suo libro lo possiamo trovare nelle edicole di Torino,
cordiali saluti da Torino
Ersilio Teifreto