di Armando Polito
La tabella, le cui voci prive di accento sono da considerarsi piane, sintetizza nozioni grammaticali in passato ben note anche ai non addetti ai lavori e ben note, per quanto riguarda la sezione latina, a chi, ormai attempato, ha avuto l’opportunità di conoscere questa lingua in tempi in cui essa era una materia cardine dell’insegnamento. Oggi, invece, nell’epoca in cui gli studi classici sono considerati di fatto inutili, quelli della mia generazione devono assistere all’inverecondo spettacolo di politici che grottescamente brandiscono inglese e latino in espressioni del tipo una start-up non può prescindere da un’attenta valutazione dei curriculum per non parlare, poi, dei desolante, tragico (se non fosse spontaneo sarebbe comico) spettacolo offerto puntualmente dai concorrenti a giochi televisivi1.
A chiarire, poi, il concetto di risparmio linguistico, basterà osservare che dalle quattro coniugazioni del latino si è passati alle tre dell’italiano ed alle due del neretino.
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1 Per esempio: L’eredità non si fa mancare mai chi dimostra totale ignoranza di nozioni fondamentali della grammatica italiana (quali modi e tempi del verbo) o dell’aritmetica (quali le tabelline). Se tanto mi dà tanto, debbo pensare che la colpa non è solo degli autori (per esempio: in una recente puntata quale equivalente di per niente è stato spacciato affatto) ma anche dei selezionatori, anche se obbligati a seguire le disposizioni di presidenti, dirigenti e direttori, tutti lautamente pagati con i soldi del contribuente e sempre più impegnati apromuovere una tv sempre più frivola, scadente ed autoreferenziale.
Ciao Armando, se ti ritrovo vuol dire che va meglio e ne sono proprio felice. Un grosso abbraccio. Sergio Notario
Caro Sergio, ti ringrazio. Spero, dopo l’eliminazione della cataratta dell’altro occhio, di tornare pienamente operativo. Ricambio l’abbraccio.
Sorsi di ricordi dalle radici del paese natio con le ali a Torino mi volto indietro e fisso lo sguardo avanti Ersilio Teifreto
Lasciare= Ci Lassa la strata ecchia e pjia la noa…….
Valere= Vagno bba scioca a fatte Alire…….
Scrivere = Nui alla scola Scriiamu li compiti …….
Venire= Ausate San Giuanni ca sta bisciu tre nuule Inire ……..
un saluto da Torino
Ersilio Teifreto
Ausate Sciuvanni e nu ddurmire – ca sta bbiciu ttre nnule inire- una te acqua – una te ientu – una te triste mmale tiempu.
A voi tutti cordialmente, Peppino – e per l’Illustre – l’augurio – di completa guarigione.
Buongiorno Maestro Peppino, nel dialetto Salentino solo a pochi km da un paese all’altro scopriamo sempre termini nuovi.
Nel suo racconto mi ritrovo con (Ausate e Nuule) non ricordo (Bbiciu) a Novoli distante da Arnesano solo 11km diciamo (Isciu)
Santu (Sciuvanni) Accreditato al dialetto Salentino così modificato con la lettera (S)sembra distorto.
Nel Salento usiamo dire : San Giuanni, San Giuvanni.
A Torino il 24 Giugno con un falò simile ad una Miniatura della nostra Fòcara festeggeremo in Piazza Castello il Santo Patrono:
si dice la festa di San Gioan, pure a Bergamo dicono San Giuan,
Prof. scusi non è una cattiveria verso di lei che ha scritto Sciuvanni mentre io ho scritto San Giuanni,
nella nostra zona di Novoli, Carmiano Monteroni, Lecce,Copertino e credo anche il suo Paese Natio Arnesano non conosciamo (Sciuvanni) e siamo curiosi di conoscere da lei dove l’ha scoperto, come è arrivato
a scriverlo nella Poesia, Invocazione e Preghiera a San Giovanni Battista.
un saluto da Torino al Prof. Armando di pronta guarigione.
Ersilio Teifreto