Le bande musicali, vanto delle feste del Salento, da riscoprire ed amare

festa patronale

di Giuseppe Corvaglia

 

La banda musicale è sicuramente un bene prezioso della nostra cultura popolare.

In Puglia se ne contano centinaia e il fenomeno si diffonde sempre di più in tutto il Sud, ma direi in tutta Italia e nel mondo.

La banda da noi ha contribuito a diffondere la musica colta, ha allietato momenti di festa, ha evocato sentimenti di sincera devozione nelle feste patronali e accompagnato nell’ultimo viaggio tanti salentini. E’ stata ed è risorsa economica, ma è soprattutto gioia, calore che scalda il cuore, emozione e molto altro.

La Banda più antica d’Italia è quella di Pietra Ligure fondata l’8 luglio di 500 anni fa dal parroco dell’epoca, per accompagnare le funzioni religiose, ma ancora oggi continua con entusiasmo la sua opera e con lei le centinaia di bande in tutta la nostra penisola che rallegrano i momenti di festa e sottolineano i momenti più solenni delle comunità.

In Puglia fin dal 1800 ne sono sorte di eccellenti e proprio verso la fine di quel secolo le bande, grazie all’opera di Alessandro Vessella maestro della Banda di Roma, pur mantenendo un assetto militaresco, si dotarono di un organico capace di proporre musica colta, sinfonica o operistica creando una tradizione che perdura.

Città come Squinzano, Ceglie Messapica, Conversano, Trani, Francavilla Fontana, Lecce stessa, devono parte della loro notorietà a complessi bandistici che ne hanno onorato il nome e anche Spongano, come tanti paesini, in diverse epoche ha aspirato a dar vita a una banda. Oggi città nuove presentano con orgoglio le loro banda e non solo in Puglia. Mi riferisco al Concerto città di Ailano del maestro Samalek premiata di recente al prestigioso 33° raduno bandistico di Ferrandina, ma anche alla banda di Racale, di Sogliano Cavour, che quest’anno allieteranno le giornate di festa a Spongano, alla Banda di Scorrano, guidata dal Maestro Daniele De Pascali e dedicata all’indimenticato capobanda Panarese, o al Concerto di fiati condotto dal Maestro Tarantino o alla banda di Monteroni fondata dall’amico Giuseppe Guida, alla Banda verde di Nardò e tante e tante ancora.

Da sempre le bande sono inquadrate come un piccolo drappello, suonano a passo di marcia che diventa il mezzo per spostarsi, ma anche il modo per scandire il tempo della musica. Tuttavia una volta sulla cassarmonica, sono capaci di proporre pagine immortali della musica mondiale come sinfonie, fantasie d’opera, brani resi noti dalla cinematografia e molto altro fino addirittura alla clownerie senza per questo perderne in dignità, anzi guadagnando in simpatia.

Anche i gusti si sono affinati nel tempo e dall’esecuzione di marce militari si è passati a marce sinfoniche gradevoli e complesse che se non possono considerarsi musica colta, ma a questa si avvicinano molto con risultati gradevoli e coinvolgenti.

La verità è che la Banda appassiona, coinvolge, emoziona, unisce l’intero paese in una sorta di sacralità collettiva, arriva ovunque e non ha bisogno di un teatro: la scena la crea con la sua musica.

Ricordo da “bandista” il giro del paese quando tutti si affacciavano a vedere la banda, dalle massaie intente ad allestire il pranzo della festa, ai ragazzi assonnati, agli uomini in canottiera che si preparavano per uscire in piazza per il matinée, ma ricordo anche le frotte di bimbi che andavano dietro alla musica come un contorno gioioso, così come ricordo, nei paesi rurali della Basilicata o della Calabria, che piccoli drappelli di musicisti arrivavano fin nelle case più lontane o poste in luoghi impervi, perché la musica era la festa che doveva arrivare a tutti.

Nella nostra regione, ma in tutto il centro-sud d’Italia, la banda è stata ed è ancora il centro della festa di comunità con il suo repertorio classico che dà prestigio alla festa, con il suo accompagnamento che dà solennità alle funzioni religiose, con la gioia che evocano le sue marcette allegre.

Quando di buon mattino la si sente per vie del paese, preceduta dalle tradizionali salve di “carcasse” si comprende che la festa è iniziata e quando la sera allieta la festa, con le luminarie incornicia il piacere di trovarsi, di godersi di vivere il momento che si aspetta da un anno.

Oggi, però, la banda, regina della festa, ha perso smalto. L’accensione programmata delle luminarie, molto simile a una discoteca o a uno spettacolo da parco-giochi, insidiano il primato della banda nelle nostre feste comunitarie.

Eppure le bande di oggi non sono quei complessi di un tempo quando “i musicanti” erano artigiani, barbieri, calzolai, sarti, falegnami che durante il giorno lavoravano nelle loro botteghe e alternavano il loro mestiere a quello di musicante nella banda, con lo scopo di arrotondare il proprio piccolo guadagno, e se non suonavano proprio ad orecchio, poco ci mancava. Oggi la maggior parte dei bandisti sono musicisti che hanno studiato e spesso hanno conseguito un diploma presso il Conservatorio, la qualità e la complessità dei repertori è molto migliorata e anche la tecnica e la qualità degli strumenti è al passo coi tempi.

Probabilmente la scarsa conoscenza delle opere, ritenute musica obsoleta, e, forse, anche la difficoltà ad adeguare il repertorio a gusti più moderni, mettono in crisi questa istituzione.

Anche le risorse a lei dedicate vengono limitate perché il grosso dei soldi raccolti viene dirottato su altri spettacoli, dalle già citate luminarie, ai concerti di cantanti noti e così via.

Nonostante questo le sedie davanti alla cassarmonica, dove si siedono estimatori, gli appassionati e gente genuinamente interessata ad ascoltare quella musica, sono sempre occupate.

L’Associazione Panara Antica, in collaborazione col Comune di Spongano e in particolare con l’Assessorato alla cultura, vuole proporre un percorso didascalico ma anche formativo dal titolo “Tutti pacci pe la Banna” per affinare le competenze degli appassionati della banda per farli diventare un estimatore vero e proprio capace di acquisire gli strumenti per apprezzare le bande e, magari, a riconoscerne i pregi e i difetti.

Il percorso è un modo per riappropriarsi di un bene prezioso della nostra cultura, una magia che scalda il cuore, che emoziona, che fa sognare.

L’evento vuole essere un contributo per stimolare l’interesse della gente non solo per la musica popolare, ma per la bellezza in generale perché, come diceva Peppino Impastato, “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà …. perché è necessario che in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore (Peppino Impastato)“. E proprio con la bellezza possiamo salvarci.

E’ un opera che si deve fare in tanti campi, dalla letteratura, alla storia, alla musica, all’arte, noi oggi ci proviamo con la banda.

Oggi, infatti, la banda tende ad essere svalutata ma è davvero superata o chi la giudica tale non la apprezza perché ne ignora la bellezza e l’importanza? Ecco quindi che spiegare, informare proporre significa dare alla gente gli strumenti per capire e poi decidere se buttare questo bene o valorizzarlo.

Fare il corso, come lo abbiamo ideato, in estate non sarebbe possibile, per cui abbiamo pensato di presentare l’iniziativa in una amena serata estiva per poi proporre il corso che si articolerà durante l’anno cercando di invogliare la gente a iscriversi.

Il 5 agosto alle 21,30 Giuseppe Corvaglia e il Maestro Giuseppe Guida parleranno della banda vissuta e delle esperienze fatte con essa, proponendo una guida all’ascolto di marce sinfoniche: il primo commentando Ligonziana, in una visione della banda più romantica, il secondo proponendo una guida all’ascolto più tecnica di una marcia classica , A Tubo. Salvatore Rizzello, poi, parlerà della banda amata e apprezzata parlando delle fantasie d’opera, prendendo spunto da Boheme di Giacomo Puccini

In chiusura Mirella Corvaglia leggerà alcune storie di banda scritte da Giuseppe Corvaglia e una piccola orchestrina, allieterà la serata cercando di ricreare atmosfere caratteristiche.

Lo abbiamo chiamato corso, ma in realtà è un percorso didascalico che speriamo sia di stimolo e riesca a fornire gli strumenti per apprezzare le bande e, magari, a riconoscerne i pregi e i difetti.

Come già detto, si articolerà per tutto l’anno, con incontri dove si proporranno guide all’ascolto delle opere più note con ascolto di brani da fantasie d’opera proposti dalla banda e la visione dell’opera presentata o serate a tema su argomenti più tecnici.

Questi incontri saranno registrati e proposti anche su un canale youtube che si chiama Tutti pacci pe la banna e che potrebbe giovarsi di contributi importanti.

Informazioni e adesioni potranno essere indirizzate via mail a tuttipaccipelabanna@gmail.com .

Il calendario degli incontri verrà comunicato via mail o attraverso i social.

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5 Commenti a Le bande musicali, vanto delle feste del Salento, da riscoprire ed amare

  1. Iniziativa lodevole e sicuramente avrà i suoi frutti. Complimenti vivissimi agli organizzatori.

    • Il mio primo professore di musica si chiamava Antonio Contaldo didatta e ottimo clarinetto in si bemolle.
      Grazie dei complimenti e speriamo che il germoglio diventi pianta.

  2. Ho pubblicato vari testi storici riguardanti le bande musicali: Spinazzola, Canosa di Puglia,Andria,Bari e diretto alcune di esse.Complimenti.

  3. pongo – all’attenzione di amici e studiosi – le tre bande più gettonate del Salento – dentro e fuori casa : Gioia del Colle -Carovigno e ovviamente Squinzano ; incrociate da eminenti direttori come : i fratelli Abate Ernesto e Gennaro – poi ancora D’Ascoli -i Milella e i Vitale – Falcicchia – Centofanti – Ligonzo – celebrità . Li farete rivivere !?- Nel complimentarmi – auguro ottime cose – cordialità sempre -peppino .

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