di Armando Polito
Probabilmente le metafore tratte dal mondo animale sono le più numerose, certamente più numerose di quelle ispirate dal cibo e dalla sua preparazione. Di queste ultime fa parte il salentino suzzu, che ha il suo esatto corrispondente nell’italiano solcio, che deriva dal franco *sultja (da cui il francese antico souz, il tedesco antico sulza e quello moderno Sülze). Il solcio è una specie di salamoia e, per estensione, ogni salsa destinata a rendere adatto al consumo un prodotto dopo qualche giorno e nello stesso tempo a facilitarne la conservazione. Nel suo significato originario, quello culinario, suzzu trova applicazione in ricette, come i turdi allu suzzu proposti da Massimo Vaglio in https://www.fondazioneterradotranto.it/2012/10/10/autunno-tempo-di-tordi/.
L’uso metaforico è limitato a locuzioni del tipo m’ha mmisu allu suzzu (mi ha messo sotto pressione), azione che nella sua forma più pesante s’identifica con una vera e propria persecuzione, quella che chi parla bene oggi chiama stalking. Il caso ha voluto che questa parola derivi da to stalk che significa camminare furtivamente, come fa il cacciatore che tende un agguato. E così, siccome il cacciatore evoca i tordi, siamo tornati per pura combinazione al percorso inverso, dalla persecuzione alla culinaria …