di Armando Polito
Prima che Porto Cesareo nel 1975 diventasse comune autonomo le epigrafi che ora presenterò erano registrate come appartenenti a Nardò, di cui Porto Cesareo è stata frazione fino alla data prima ricordata. Il nome di Nardò è rimasto nei vecchi repertori e la nuova titolarità è comparsa solo dopo qualche decennio nei nuovi1. Se le epigrafi, che sono tutte funerarie, potessero parlare, probabilmente scomoderebbero il vecchio detto salentino: sapimu addo’ simu nate, no ssapimu addo’ murimu, quasi a sancire l’aleatorietà, dovuta al trascorrere del tempo, anche della registrazione burocratica delle memorie. E non posso fare a meno di ricordare che su un totale di 13 epigrafi prima registrate sotto il nome di Nardò, alla stessa ne sono rimaste solo 5; in compenso, però, essa potrà vantare l’onore di ospitare sul suo territorio (almeno fino a quando non ci sarà un’altra scissione autonomistica …) gli scarichi della fognatura di Porto Cesareo …
Agli dei Mani. Claudia Atticilla figlia di Tiberio visse un anno e due mesi. Qui è sepolta.
Tutti gli onomastici (Claudia, Tiberius ed Atticilla) sono di ricorrenza epigrafica molto frequente. Mi resta solo da far notare come qui Atticilla (diminutivo di Attica) abbia quasi una valenza premonitrice.
Agli dei Mani. Lucilla Chisi visse trentacinque anni. Qui è sepolta.
Lucilla (diminutivo di lux=luce) è onomastico molto comune. Chysis per me è trascrizione perfetta frl greco Χύσις (leggi chiùsis) che è dal verbo Χέω (leggi cheo) e che come nome comune significa versamento, corrente, abbondanza Non è difficile immaginare che l’ultimo significato fosse nelle intenzioni augurali di chi diede a Lucilla tale onomastico. Esso è attestato, oltre che nella nostra epigrafe (ma nella trascrizione chisis, meno perfetta), solo in CIL VI, 37473: CESIA CHISIS/VIX(IT) A(NNIS) IV DIES X/NYMPHE MATER/FECIT ET CESSUS PATER (Cesia Chisi visse quattro anni e dieci giorni. Fecero (la sepoltura) la madre Ninfa e il padre Cesso).
Agli dei Mani. Pomponio Euticione visse ventidue anni. Qui è sepolto pro[…]
Pomponius è onomastico molto frequente. Euticio (qui nominativo che comporta un genitivo Euticionis) ricorre solo qui e mi appare come una variante di Euticius (genitivo Euticii) anch’esso molto raro; ricorre, infatti solo cinque volte (CIL VI, 09400; AE 1979, 00308; ICUR-03, 08866; ICUR-08, 21767a; CUR-08, 23519). Va segnalata pure la variante Euticion presente solo in ICUR-08, 22439. Quest’onomastico, in tutte le varianti riportate mi appare come un adattamento aggettivale latino del greco εὐτυχής (leggi eutiuchès) che significa fortunato. Che poi non possa essere considerato fortunato chi muore a ventidue anni è un’altra storia …
… pose al coniuge benemerito
Tertulla è onomastico molto ricorrente nelle epigrafi. Appare diminutivo di tertia (terza), come, per il maschile, Lucullus da Lucius. Clymaene ricorre epigraficamente abbastanza nella forma Clymene, trascrizione del greco Κλυμένη (leggi Cliumène), nome di una nereide, dall’aggettivo che significa famosa.
L’onomastico Ursilla (diminutivo di ursa=orsa ricorre nelle epigrafi poco meno di trenta volte. Il corrispondente maschile Ursillus (peraltro di dubbia ricostruzione a causa delle lacune del supporto) una sola volta in un’iscrizione londinese (AE 1987, 00737f). da notare BIXIT per VIXIT, fenomeno di trasposizione v>b perdurante nella locuzione dialettale salentina sta bbiti?=stai vedendo? Al contrario in erva per erba. Tuttavia va detto che lo stesso fenomeno ricorre in due iscrizioni romane (ICUR-05, 13527 e ICUR-07, 18009). Vedi pure Silbana e viba nella scheda successiva.
Siamo giunti all’ultimo documento, che è un’iscrizione opistografa, il cui testo, cioè, è inciso parte (n. 7) su una faccia, parte (n. 8) sull’altra dello stesso supporto. Naturalmente la datazione annotata per la prima parte vale pure per la seconda.
Da notare Silbana per Silvana e viba per viva, per cui vedi bixit nella scheda precedente. Anche Silbana per Silvana (come il corrispondente maschile Silbanus per Silvanus) mostra pià di una decina di ricorrenze epigrafiche. In virtù di quel viba l’ipotetica integrazione [XXX?], resa plausibile dal XXX che si legge nel testo successivo, è da considerare aggiunta dopo la morte di Aurelia Silvana, a meno che non si voglia attribuirle doti autoprofetiche …
Si direbbe proprio che le cose siano andate così: Aurelia Silvana si fece preparare la prima iscrizione con in bianco lo spazio della cifra degli anni di vita. Il suo liberto (Aurelius è il nomen mediato da quello della sua patrona, Felicissimus è il suo cognomen da schiavo) provvide alla seconda iscrizione e all’integrazione della prima.
Tutte le epigrafi esaminate, fatta eccezione per la n.7 e per la n.8 sono andate, e da tempo,perdute. Quale migliore motizia di questa ferale per chiudere un post dedicato ad epigrafi funerarie? …
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1 Così è in quello, recentissimo, del quale ho parlato nella nota 1 in https://www.fondazioneterradotranto.it/2017/05/01/rudie-le-sue-epigrafi-funerarie/ e del quale anche questa volta mi sono avvalso. Miei sono la traduzione e il commento in calce ad ogni scheda.