di Armando Polito
Quello che segue è un brano tratto dall’orazione Pro Sexto Roscio Amerino1 del famoso avvocato, politico, scrittore, oratore e filosofo romano nato nel 106 a. C. e morto nel 43 a. C.: … aptam et ratione dispositam existimant, qui in Sallentinis aut in Brutiis habent, unde vix ter in anno audire nuntium possunt. L’inizio del brano è lacunoso, ma non è avventato proporre un’integrazione del tipo Alii Syllae liberti domum, per cui la traduzione sarebbe: [Altri liberti di Silla], che tra i Salentini e i Bruzi, da dove a stento tre volte all’anno possono ricevere notizie, hanno proprietà, credono di avere una casa adeguata e razionalmente composta.
Può darsi che Cicerone abbia pure esagerato nell’accenno alla scarsa efficienza del servizio postale2 dell’epoca tra Roma e il Bruzio o il Salento. Tuttavia va notato che, ad ogni modo, emerge, per quanto ci riguarda, l’isolamento, già a quell’epoca, del Salento additato, addirittura, come esempio; il passo, poi, dall’isolamento all’arretratezza è consequenziale. Le cose oggi sembrano essere certamente cambiate, ma cambiate, ma non proporzionalmente al progresso tecnologico verificatosi in due millenni, per cui, in sostanza ancora oggi l’Italia sembra fermarsi subito dopo Roma. Ciò non vale, grazie ai telefonini, solo per quanto riguarda il messaggio in sé (ma si ritorna nel buio se si considera la tanto sbandierata banda larga …), perché, per quanto riguarda la mobilità delle persone, pur potendo finalmente vantarci di avere pure noi l’alta velocità, i convogli, però, all’ingresso nel nostro territorio devono fare i conti con binari (e non solo quelli …) neanderthaliani. E, vedendo la criminale gestione delle Ferrovie Sud-Est, ci si consola pure, pensando che il mancato ammodernamento della tratta statale in un certo senso è stata (e forse è …) sinonimo di probabili mancati profitti illeciti …
Per quanto riguarda, poi, i collegamenti aerei, magari continueremo a non avere un solo areoporto degno di questo nome ma in compenso ospiteremo il primo spazioporto italiano3 … E c’è pure chi esulta mettendo in campo la stantia storiella dei posti di lavoro e non ponendosi neppure il problema dell’intuitivo impatto ambientale con l’inevitabile, tra l’altro, inquinamento acustico (l’ILVA, tanto per fare un esempio, non docet; tanto vale raddoppiare …).
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1 Cito dall’edizione delle orazioni scelte a cura di Raffaello Marchesi, Tornese, Napoli, 1860, v. I, p. 128.
2 Ho evitato di collocare postale tra due virgolette proprio perché, pur nell’accezione moderna, deriva da posta (in latino statio, da stare=fermarsi, da cui il nostro stazione) cioè il luogo di sosta dove il messaggero cambiava il cavallo stanco con uno fresco e continuava la sua misssione.