di Giovanni Greco
Il 500esco palazzo, disposto su due piani, si sviluppa ad angolo tra le attuali vie Margherita di Savoia e I° Maggio. Appartenne alla famiglia dè Ventura, poi Ventura e infine Venturi, stabilitasi a Copertino da Salerno, nel XIV secolo, con Raguzio dè Ventura. All’origine si estendeva su circa 450 mq ed era tra le più eleganti dimore rinascimentali della città.
Riscontri in tal senso sono visibili sul lato sud a primo piano dove si… intravedono tracce di beccatelli (tagliati) e alcuni estradossi (tagliati) che incorniciavano due finestre e la porta d’ingresso al palazzo, al quale si accedeva attraverso uno scalone che principia nel cortile interno.
Un ingresso di servizio si trovava in vico del Crocifisso (via S. Palma), preceduto da una cappella interamente affrescata, scorporata dal palazzo negli anni ‘90 e trasformata in centrale termica a servizio del cinema Centrale.
Tornando in via I° maggio troviamo un elegante loggiato costituito da una bifora. Su una architrave delle due finestre si legge ancora una parziale iscrizione umanistico-barocca: “Attende tibi et latra…” .
Altre iscrizioni sono disseminate su architravi interne del palazzo. Tra cui quella situata in un sottoscala che recita “Deus in nomine tuo” (In nome di Dio), probabile accesso ad una cappella privata.
All’origine, la copertura del palazzo era a tegole sorrette da capriate. Poi, nel XVIII sec. diversi vani furono voltati a botte con lunette poggianti su eleganti peducci rinascimentali. Gli ambienti a primo piano erano riservati ai proprietari mentre i locali a pianterreno, dove erano ubicati un forno per cuocere il pane, un pagliaio, le stalle e le cucine vi dimorava la servitù.
Altro intervento di epoca 700esca fu la creazione dell’artistico portale decorato a stucco, sovrapposto al precedente che era più ampio e a pianta semicircolare.
Consolidata la posizione economico-finanziaria sul finire dell’800 i Venturi abbandonarono questo palazzo e acquistarono quello in piazza del Popolo di proprietà dei Cosma, presso il quale avviarono il primo istituto di credito cittadino.
Da allora, per la storica dimora ha inizio il declino. I coloni che lo abitarono unitamente agli affittavoli ai quali erano stati concessi i locali a piano terra, ne accelerarono la decadenza. Tant’è che, nel dopoguerra, per agevolare il transito dei carri carichi di concimi l’attuale portale d’ingresso fu scriteriatamente allargato. L’area adiacente, in direzione sud-est dove esisteva un ampio agrumeto, nel 1949 fu utilizzata dal trio Venturi-Del Prete-Verdesca per costruirvi il cinema Centrale.
Per la valorizzazione della storica dimora bisognerà attendere il 4 settembre 1946 quando, con atto di notar Francesco Buonerba, fu acquistata per la simbolica cifra di 100 lire dalla parrocchia S. Maria ad Nives che ne fece un centro di formazione morale e religiosa.