di Alessio Palumbo
La biografia riportata sul tuo profilo facebook ci dice che sei giovanissimo (1998), che sei nato a Copertino, hai frequentato l’I.I.S.S. Moccia di Nardò e che ora vivi a Vienna. Puoi dirci qualcosa in più sulla tua vita e soprattutto sulla tua grande passione per la danza?
Mi sono avvicinato al mondo della danza a undici anni seguendo le orme di mio fratello presso Scena Muta di Ivan Raganato a Copertino. All’inizio del secondo anno di corso, il maestro Toni Candeloro, al termine di una lezione, mi ha offerto una borsa di studio per l’anno 2010-2011 presso il centro internazionale di danza Toni Candeloro a Castromediano. Da lì mi sono appassionato sempre di più e sono rimasto per tre anni in questa scuola.
Nel 2013 mi sono quindi trasferito presso la scuola di danza Art Studio Ballet di Daniela Zlavog a Lecce e vi sono rimasto per altri due anni. Nel frattempo ho preso parte a diversi concorsi nazionali UISP e FID, arrivando sul podio e vincendo diverse borse di studio per stage con la maestra Alessandra Celentano, il maestro Steve La Chance e il maestro Luciano Cannito.
Nel luglio 2015 la mia insegnate Daniela Zlavog mi ha infine proposto di partecipare ad uno stage internazionale presso l’opera di Cluj-Napoca in Romania: un’occasione che inaspettatamente mi ha rivoluzionato la vita.
La tua prima importante esperienza fuori dall’Italia
Esatto. Durante lo stage, durato due settimane, ho lavorato con diversi maestri di fama internazionale tra cui Boris Nebyla, Vasile Solomon, Shoko Nejime, Gianpiero Tiranzoni. Al termine dello spettacolo di fine corso, la direttrice dell’Accademia dell’Opera di Vienna, Simona Noja, mi ha proposto di entrare direttamente presso l’accademia di Vienna senza alcuna audizione. Da lì si è aperto un mondo a me completamente sconosciuto.
Non dev’essere stato semplice passare da una realtà di provincia quale la nostra a quella viennese. Quali sono state le tappe principali, i problemi con i quali ti sei scontrato, le motivazioni che ti hanno spinto ad andare sempre avanti?
A settembre del 2015, accompagnato da mio padre, mi sono catapultato in una realtà completamente diversa dalla nostra. Sono passato dal mio piccolo paese di provincia, Copertino, ad un’importante capitale europea. Nonostante la gioia immensa, mi sono sin da subito confrontato con alcuni problemi, primo fra tutti la lingua tedesca a me completamente sconosciuta (e odiosa). Fortunatamente ho trovato da un lato il supporto di altri compagni di corso italiani, dall’altro la presenza costante e preziosa della direttrice Noja, sempre disponibile con me.
Durante il primo anno ho dovuto quindi lavorare duro per riuscire ad allinearmi con il resto della classe e per poter superare diversi esami di ammissione alla classe successiva, ma grazie alla mia caparbietà ci sono riuscito. Oltre ai problemi inerenti allo studio ho dovuto poi affrontare anche la lontananza dalla mia famiglia e dal mio Salento, ritrovandomi da solo in una stanza di uno studentato, provvedendo a tutto, dalla cucina alle faccende domestiche. Dopo una serie di sacrifici, compresa la rinuncia alle vacanze estive per lavorare in vari ristoranti pur di aiutare anche economicamente la mia famiglia nel costoso mantenimento a Vienna, finalmente sono arrivato alla fine del percorso accademico. Ovviamente non sono mancate importanti soddisfazioni, come ad esempio la partecipazione al ballo delle debuttanti, dove mi sono esibito in una coreografia di classico assieme alla compagnia.
Venendo all’oggi, a maggio mi diplomerò e con mia grande gioia ho già superato l’audizione presso la compagnia Miskolci Ballet International Theatre di Miskolc in Ungheria. Qui, dal venti agosto, inizierò la mia esperienza lavorativa.
Pur avendo già raggiunto degli importanti traguardi, la tua giovane età ti spingerà sicuramente a guardare oltre, al futuro? Dove immagini i prossimi anni? Sempre fuori dai nostri confini o in Italia?
Il mio sogno sarebbe quello di tornare a lavorare in Italia, ma al momento sono consapevole di dover arricchirmi all’estero sperando che in Italia cambi qualcosa e che venga valorizzata un po’ di più l’arte in ogni sua forma.
Allora non ci resta che augurarti buon lavoro e buona fortuna
Grazie. Prima di salutarci vorrei rivolgere un ringraziamento speciale alla mia famiglia che mi ha supportato in questi anni, che non mi ha fatto mancare niente e non mi ha fatto mai pesare la lontananza. Se sono arrivato fin qui è grazie ai miei familiari: spero di renderli sempre fieri e soddisfatti di me. Ringrazio infine la Fondazione Terra d’Otranto nella persona del presidente dottor Marcello Gaballo e lei personalmente per l’interesse rivolto alla mia esperienza. Spero che questa possa essere di stimolo per tutti quei ragazzi che vogliono seguire la propria passione, affinché non mollino mai di fronte alle innumerevoli difficoltà.