di Domenico Ble
Al centro è raffigurata santa Margherita d’Antiochia e stringe nella mano destra la palma, simbolo del martirio, mentre con la sinistra regge la croce, strumento con la quale squarciò il ventre del drago mentre era prigioniera. L’essere demoniaco è calpestato dai piedi della santa, con le fauci spalancate ed a lei rivolto in sembianze terrificanti.
La martire antiochena è ritratta a figura intera assumendo una posa leggermente arcuata, che genera movimento. Lo sguardo fiero e vittorioso domina il drago, sovrastando la forza della bestia con la sua fede; rimarca la lotta e la tensione il mantello rosso che svolazza alle sue spalle.
In secondo piano fa da sfondo un paesaggio campestre, che a sinistra rappresenta il martirio da lei subito, come raccontato nel passio scritto da Teotimo, in cui si narra che la santa fu decapitata fuori dalle mura della città, qui sintetizzata in un tratto di mura urbiche delimitanti un centro abitato con i suoi campanili ed edifici.
La tela è conservata a Latiano nella chiesa del SS. Rosario, sul secondo altare della parete sinistra.
La martire ha un legame antico e particolare con la città di Latiano, che nel 1650 la elesse a patrona e protettrice[1]. Per sua intercessione, in occasione del funesto terremoto che colpì la Terra d’Otranto il 20 febbraio 1743, la città ne uscì indenne.
In merito al dipinto si potrebbe ipotizzare che fosse quello che un tempo era conservato nella chiesa matrice, opera di Saverio Lillo, come riportato dal vescovo Alessandro Maria Kalefati nella visita pastorale del 1785: “…in navicula septentrionali, sub quarto arcu…Tela depicta… exhibens Martirium eisdem Virginis. Tela depicta ab Xaverio Lyllo Ruffanensi.”[2].
Proprio qui vi è un’altra tela del medesimo artista, una Immacolata Concezione con san Filippo Neri. Confrontandola con la quella raffigurante Santa Margherita d’Antiochia si notano delle analogie: le due donne sono raffigurate in primo piano ed hanno la stessa posa, la cromia, ma anche il panneggio delle vesti e il volto tondeggiante le accomunano.
Da qui si potrebbe ipotizzare che la tela della santa, già citata da Mons. Kalefati ed un tempo conservata nella Matrice, potrebbe corrispondere a quella oggi presente nella chiesa del SS. del Rosario.
Una ulteriore ricerca approfondita potrebbe svelare la vera paternità pittorica.
[1] S. SETTEMBRINI, Santa Margherita, vergine e martire protettrice di Latiano, Neografica, Latiano, 1995, p. 12
[2] A.V.O., Santa Visita Pastorale di Mons. Alessandro Maria Kalefati, 1785, Archivio Vescovile Oria, Visite pastorali, coll. prov. Trascrizione a cura di Salvatore Settembrini.