di Armando Polito
Chi crede che il servizio postale italiano sia immune dai difetti del passato per quanto riguarda la celerità nella consegna della posta si sbaglia, e di grosso. Basta una rapida indagine in rete per scoprire che perdurano ritardi e smarrimenti, sicché quanto sto per documentare sembra quasi prodigioso.
Si tratta della busta di una lettera spedita da Nardò il 12 ottobre 1872, in vendita su eBay (non riportoil link perché sarebbe pubblicità, sia pure non intenzionale). L’affrancatura è un Vittorio Emanuele II da 20 cm., la cui emissione risale al 15 aprile 1867. Lo riproduco in un’immagine più grande e chiara tratta da http://www.ibolli.it/php/em-italia-21-Effigie%20di%20Vittorio%20Emanuele%20II%20in%20cornice%20rettangolare.php.
Da notare l’annullo numerale a punti, sistema entrato in vigore il 1° maggio 1866. Sulla corrispondenza era quindi apposto anche il timbro con le indicazioni della data oltre che l’annullo sul francobollo riportante il numero distintivo dell’ufficio, nel nostro caso 1525, chiaramente e integralmente leggibile sulla busta, mentre sul francobollo è leggibile perfettamente solo l’ultima cifra, parzialmente la penultima. La missiva è indirizzata A Sua Eminenza Illu(strissi)ma e R(everendissi)ma Il Cardinale Penitenziere Maggiore Roma. Si tratta del Cardinale Antonio Maria Panebianco, dell’ordine dei Frati Minori Conventuali, che fu penitenziere maggiore dal 17 gennaio 1867 al 15 ottobre 1877.
Di seguito, tratti da http://www.ibolli.it/php/em-italia-21-Effigie%20di%20Vittorio%20Emanuele%20II%20in%20cornice%20rettangolare.php, il suo stemma ed alcuni ritratti.
Il Fratelli Alessandri che si legge in alto va corretto in Fratelli D’Alessandri. Antonio e Paolo Francesco furono titolari a Roma di uno studio fotografico rinomato anche all’estero. Numerose loro fotografie sono conservate in musei ed archivi di tutto il mondo.
Purtroppo la ricostruzione non è completa, mancando il nome del mittente. Il rammarico è maggiore perché, essendo la missiva partita da Nardò, è molto probabile che esso fosse un concittadino e voglio sperare che, a distanza di tanti anni, nessuno osi sospettare che la mia amarezza sia di tipo gossiparo (inutile cercare questa voce, l’ho creata io sul momento).
Torno alla descrizione del resto della busta: il bollo del terzo inferiore attesta il suo passaggio per Galatone nello stesso giorno, cosa non eclatante, almeno in teoria …, dal momento che i due centri distano tra loro meno di 6 km. Il terzo restante della busta reca tre timbri attestante il primo il passaggio per Foggia il 12, il secondo per Cassino il 13 e l’ultimo l’arrivo a Roma il 14. Non è male, pensando ai nostri, un miracolo d’altri tempi, tanto più che il 13 ottobre 1872 era domenica?