Un evento importante per la storia dell’arte quello del 28 dicembre prossimo, quando saranno presentate al pubblico alcune opere “ritrovate”, che troveranno degna collocazione nel Museo Diocesano di Nardò, che oramai si ritiene a pieno titolo uno degli “scrigni” pugliesi, visto il consistente patrimonio raccolto in questi anni e qui esposto.
L’incontro, avrà inizio alle ore 19, presso il salone dell’ex Seminario (Sala Roma), in piazza Pio XI, di fronte alla Cattedrale di Nardò, con interventi di Mons. Giuliano Santantonio (direttore del Museo Diocesano), di S. E. Mons. Fernando Filograna (vescovo di Nardò-Gallipoli), dell’Arch. Maria Piccarreta (soprintendente ABAP Lecce-Brindisi-Taranto), della Dott.ssa Caterina Ragusa (storico dell’arte).
Due le relazioni che saranno presentate, delle quali la prima tenuta dal Dott. Paolo Giuri, storico dell’arte, che illustrerà gli affreschi recuperati dalla Soprintendenza negli anni ’50 del secolo scorso e provenienti dalla chiesa di S. Maria dell’Umiltà in Parabita, esposti nella sede rappresentativa della Regione Puglia nella Capitale. Pur trattandosi di frammenti, tuttavia sono ben identificabili le figure rappresentate: la Madonna della Coltura, un S. Antonio abate e due santi vescovi.
Lo storico e giornalista Giovanni Greco si soffermerà invece sulla tela del Battesimo di Gesù di recente restaurata dall’Impresa Leopizzi 1750, proveniente dalla chiesa copertinese delle Clarisse. Egli tratterà del cappuccino Angelo da Copertino, al secolo Giacomo Maria Tumolo (Copertino 1609 – 1682 ?), la cui attività si ricollega al filone della grande pittura barocca romana postcaravaggesca, di cui questo frate rimase “contaminato” nel decennio 1658-68, allorchè fu chiamato a Roma da Fabio Chigi (poi Alessandro VII), per rivestire la carica di conservatore delle pitture vaticane.