di Giovanni De Cupertinis
Sono noti i rapporti tra la casa Albani e quella dei Sanfelice, in particolar modo quelli tra Giovanni Francesco Albani, meglio noto con il nome di Papa Clemente XI (1700-1721) ed il vescovo Antonio Sanfelice. Fu proprio Clemente XI a nominare Antonio Sanfelice vescovo di Nardò, che già a partire dal 1712 si portò a Roma per assolvere ai compiti assegnatigli dal pontefice Clemente XI, nominandolo prelato domestico e assistente al soglio pontificio.
Quelle che riportiamo di seguito sono due delle tante lettere di auguri, scritte dal Sanfelice durante il soggiorno napoletano, indirizzate al Cardinale Annibale Albani, nipote di Clemente XI, che già dal 1707 ricopriva l’incarico di presidente della Camera Apostolica e dal 1719 al 1747 la carica di camerlengo.
Lettera al Cardinale Annibale Albani, Roma del 16 dicembre 1723
Fra tutte le creature dell’Ecc.ma Casa Albani essendo io la più obbligata, perché sempre favorita con eccesso per sola benignità non per merito proprio, mi veggo astretta à pregare il Sig.re con tutto lo spirito, che si degni concedere alla grand’anima di V. E. ogni maggiore vera felicità nell’imminenti feste Natalizie del Sig.re, ed all’Ecc.ma Casa. Averci voluto di persona passar per quest’uffizio, se averò vita spero d’esseguirlo in occasione dell’Anno Santo, in cui se con infinita passione dell’animo mio non trovarò il mio S. Pré grande zio di V. E., almeno potrò baciar la porpora di V. E. erede del suo spirito, e dell’eccellente sua virtù, e pregandola a conservarmi la sua potentis.ma protezzione le bacio divotam.te la Sagra Porpora.
D.V.E.
Napoli 16 xmbre 1723
Umili.mo Div.mo Servo Obblig.mo
Antonio Vescovo di Nardò
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Lettera al Cardinale Annibale Albani, Roma del 19 dicembre 1716
Son tante le grazie, che hò ricevuto sempre da V.E. , e dalla sua Ecc.ma Casa, che fan penare l’animo mio pieno di gratitudine per non poter inveruna maniera corrispondere alla grandezza de beneficij. Mi resta solo di pregare il Sig.re di concedere all’uno e all’altra la condegna retribuzione come farò nell’imminenti S.te Feste Natalizie del Red.re, nelle quali istantissimamente chiederò à concederli quelle vere felicità; che da se stessa può desiderarsi, e rinovando a V.E. il tributo reverentissimo dei miei umili ossequij, e della mia inalterabile ubbidienza, profondam.te inchinato le bacio la Sacra Porpora, e resto per sempre
D.V.E.
Napoli 19 xbre 1716
Umili.mo Div.mo Servo Obblig.mo
Antonio Vescovo di Nardò
Con tutto il rispetto ai meriti umani, culturale e pastorali della Persona e del Prelato Mons. Sanfelice, mi sembra doveroso precisare che non si diventa Vescovi o Cardinali se non si hanno……Santi in Paradiso.
Nel nostro caso è stata influente l’amicizia con Sua Eminenza Cardinale Albani, guarda caso, nipote dell’allora Pontefice Sua Santità Papa Clemente XI.
Se tale influente amicizia non ci fosse stata, il nostro distinto, qualificato e meritevole Vescovo Mons. Sanfelice, quasi certamente sarebbe rimasto uno dei tanti eccellenti parroci della Curia napoletana.