di Pier Paolo Tarsi
Lo sappiamo tutti, ma come per molte altre esperienze comuni, Bauman descrive il punto meglio di chiunque altro.
“Credo che gli inventori e i venditori di «videocellulari», fatti per trasmettere immagini oltre alla voce e ai messaggi scritti, abbiano fatto male i loro calcoli: non troveranno un mercato di massa per i loro articoli. Credo che la necessità di guardare negli occhi il partner del «contatto virtuale», di entrare in uno stato di prossimità visiva (benché virtuale),… priverebbe la comunicazione via cellulare del suo principale vantaggio, quello che le ha permesso di conquistare quei milioni di persone che desiderano ardentemente «stare in contatto», mantenendo allo stesso tempo la distanza… Ciò che questi milioni di persone desiderano ardentemente trova più facilmente appagamento nei «messaggini Sms», che eliminano dallo scambio la simultaneità e la continuità, stoppando così sul nascere la possibilità che questo si trasformi in dialogo autentico, e perciò rischioso. Il contatto uditivo viene per secondo. Il contatto uditivo è un dialogo, ma felicemente privo di contatto visivo, quell’illusione di vicinanza che comporta il pericolo di tradire inavvertitamente (coi gesti, la mimica, l’espressione degli occhi) tutto ciò che i chiacchieranti preferirebbero tener fuori dalla «relazione». Questi rapporti così ridotti, «sterilizzati», si incastrano a dovere con tutto il resto, il mondo liquido di identità fluide, il mondo dove le regole del gioco sono finire in fretta, proseguire e ripartire di nuovo, il mondo di oggetti che generano e brandiscono sempre nuovi e allettanti desideri per soffocare i desideri di un tempo. Il premio è la libertà di movimento, ma un’opzione che non siamo liberi di scegliere è quella di smettere di muoverei. Come già ci aveva avvertito Ralph Waldo Emerson molto tempo fa, quando si pattina sul ghiaccio sottile, la salvezza sta nella velocità.” (Intervista sull’identità, p. 113).
Più che l’assenza di un mercato di massa, penso sarebbe più opportuno dire che, proprio per le ragioni che espone Bauman, questo mercato non ha trovato e non troverà uno sbocco nello spazio delle relazioni informali e “prossime”: il videofonino si è imposto infatti in contesti come i colloqui a distanza di lavoro, e solo in situazioni simili, le quali possono agevolare un mercato di massa seppur specifico. Per le stessi ragioni credo che l’evoluzione inviluppante della cosiddetta realtà ampliata o estesa condivisa a distanza non ci appassionerà minimamente per un utilizzo nella sfera privata, per una chiacchierata “come si stesse sullo stesso salotto” con l’amico per esempio.
Troverà invece usi massicci solo in altri scenari, lontani anni luce dalle relazioni autentiche, come l’assistenza tecnica di un elettrodomestico ad esempio.
Purtroppo la società liquida porta inevitabilmente alla liquefazione del cervello, per cui a lungo andare ben pochi conserveranno il gusto del contatto diretto e, per fare il bagno in quella società, sfrutteranno sempre più l’ultima spiaggia della videotelefonata, e non solo quando questa rappresenterà il succedaneo di un incontro fisico al momento impossibile (in attesa del teletrasporto …). Come vedi, caro Pier Paolo, io sono ancora più pessimista di Bauman e anche di te …
RELAZIONI AUTENTICHE E “DESPERADOS”. CHI LO SA, LO SA; CHI NON LO SA, NON LO SA – MA LO SANNO TUTTI …
A QUANTO PARE tutti/e patit/e di “se” stessi/e e della “velocità” (“Emerson” 1, “Emerson” 2, “Cavallino”, “Testarossa”, e “Futuristi” vari)!
Nonostante le lezioni e gli esempi di san Giuseppe da Copertino e di Kant da Koenigsberg (cfr. testo e note del seguente link https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/09/19/san-giuseppe-da-copertino-22-due-voli-offensivi/), nessuno più ha memoria “da dove viene l’amore” (http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=4662) e ha più tempo per pensare agli altri, alle altre, al mondo – e nessuno capisce più niente. Quando si dice non capire “un’acca” (cfr. le note al link:https://www.fondazioneterradotranto.it/2017/08/28/laffresco-di-santagostino-nella-cattedrale-di-nardo/)!!!
Se è così, come pare, è proprio il caso di continuare a giocare al gioco dei “desperados”?! Invece di contribuire a distruggere tutto, non è meglio “voltaire” e riprendere il lavoro nel “giardino”?!
Buon lavoro!!!
Federico La Sala
Caro Pierpaolo, cellulari a parte, credo che viviamo in un tempo in cui molte persone preferiscono avere un’identità fluida, proprio per evitare il rischio della relazione.A me questo non riesce, ed è sempre più difficile stabilire relazioni autentiche con le persone.Troppa gente si mantiene “sul crinale” di un rapporto, tra l’esserci e il non esserci, e probabilmente la tecnologia enfatizza proprio questo atteggiamento.Tuttavia, non percepisco felicità in costoro: il volersi mantenere in una zona franca, nelle relazioni, non paga.Ma evidentemente il rischio di uscire allo scoperto, con tutto ciò che ne consegue (e che un individuo maturo, di norma, mette in conto) è troppo forte, e se c’e’ una categoria che disprezzo è proprio quella di chi si mantiene al sicuro…dietro un cellulare.Un caro saluto.
RELAZIONI AUTENTICHE: UN URLO PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE … *
MOLTISSIME PERSONE SI MANTENGONO AL SICURO non solo dietro a un cellulare (in “prigione” da sole!), ma dietro a un “mito”! E finiscono per non capire un’acca, nemmeno la differenza tra il proprio padre e il proprio “padre”, tra la propria madre e la propria “madre”, e mangiano “fake news” (cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Fake_news) per colazione, pranzo, e cena, felici e contente di vivere alla corte del ricco “diavolo” di turno, stravisto come il dio dell’eternità!!!
Se è vero come qualcuno ha detto che “non si può descrivere una passione, la si può solo vivere” (cfr. https://www.fondazioneterradotranto.it/2017/09/23/93707/), allora è bene non perdere l’equilibrio critico e non perdere la propria sovranità (cfr. nota sulla “colomba” di Kant, al seguente link https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/09/19/san-giuseppe-da-copertino-22-due-voli-offensivi/): NON SAPER distinguere più tra sovranità e “sovranità”, tra re e “re”, regina e “regina”, e ridursi da cittadino a “cittadino”, da cittadina a “cittadina”, a suddito e a suddita di un falso re e di una falsa regina!!!
NEL REGNO DEL SONNAMBULISMO GENERALE, da vent’anni e più, gli italiani e le italiane sono diventati e diventate tutti e tutte “italiani” e “italiane” e tutti e tutte si sono messi e messe a a correre a gran “velocità” e a gridare “Forza Italia”!!! Che grande “fluidità”!!! Avanti tutta ….
PER NON PERDERE IL SALE CHE ANCORA ESISTE NELLA TERRA D’OTRANTO E IN TUTTA L’ITALIA,
UN SOLO GRANDE URLO:
W o ITALY … VIVA L’ITALIA!
BUON LAVORO!!!
Federico La Sala
Grazie per il vostro modo di arricchire ogni volta con i vostri pensieri quello di cui si parla. Anche questa è condivisione autentica. Un abbraccio a voi. Pier Paolo