di Armando Polito
Ad integrazione di quanto, soprattutto dal punto di vista iconografico, sul santo ho avuto occasione di scrivere in precedenti contributi (vedi in calce a questo post), quest’anno presenterò due altre immagini che tenterò di commentare con quelle poche informazioni che sono riuscito a reperire.
La didascalia di questa stampa, che è custodita nella Biblioteca nazionale austriaca, recita: Vera effig(ies) S(ancti) Iosephi a Cupertino Sac(erdotis) Ord(inis) Min(orum) Convent(ualium) cuius corpus Auximi in Piceno in Ecc(les)ia sui Ordinis requiescit (Vera immagine di san Giuseppe da Copertino sacerdote dell’ordine dei Minori Conventuali, il cui corpo riposa ad Osimo nel Piceno nella chiesa del suo ordine).
In basso a sinistra si legge: Sac(erdos) Ant(onius) Bova sc(ulpsit) (Il sacerdote Antonio Bova incise).
Antonio Bova (1688–1775), sacerdote secolare, svolse l’attività di incisore a Palermo dal 1727 al 1773. Appare impossibile dire, in mancanza di altri riscontri, se questa stampa risalga alla prima o alla seconda metà del XVIII secolo. Per completezza documentaria aggiungo che nella stessa biblioteca è custodito il suo ritratto che di seguito riproduco.
Sue sono le due tavole a corredo del volume di Francesco Testa Relazione istorica della peste che attaccossi a Messina nell’anno 1743 uscito per i tipi di Felicella a Palermo nel 1745. Non posso riprodurle perché la digitalizzazione automatica del testo ha comportato una loro riproduzione solo parziale, essendo collocate in pagine pieghevoli.
Posso riprodurre, invece, il ritratto, conservato anch’esso nella biblioteca già nominata, del teologo Paolo Amato (1634-1714) inciso da Antonio Bova su disegno di Niccolò Palma.
Passo ora al secondo documento. reperito, questa volta, su ebay (http://www.ebay.it/itm/santino-incisione-1800-S-GIUSEPPE-DA-COPERTINO-/351925507628?hash=item51f065162c:g:n0YAAOSw6DtYRG3O).
In basso a sinistra: Gaet(anus) Bosa inc(idit o isor) (Gaetano Bosa incise o incisore). In basso a destra F. A. A. G. M. C. inc(idi) cur(avit) (F. A. A. G. M. C. [chi è in grado di sciogliere questa sfilza di abbreviazioni?; solo un’ipotesi: F. potrebbe stare per Frater, A. A. per i due nomi, G. per il cognome, M. per Minor e C. per Conventualis ] curò che fosse inciso).
Gaetano Bosa (o Bosio o Boza) fu un incisore veneto vissuto dal 1770 circa al 1840 circa. Sue sono le tavole anatomiche dalla n. XLI alla finale (n. LI) a corredo della sezione Ossa et ligamenta che costituisce la prima parte del volume pubblicato da Floriano Caldani per i tipi di Picotti a Venezia nel 1801.
Di seguito riproduco la n. IL, ma chi fosse interessato potrà visionarle tutte in https://fc.cab.unipd.it/fedora/get/o:6375/bdef:Book/view?language=it#page/54/mode/1up
In basso a sinistra il dettaglio, di seguito ingrandito, presente nelle tavole XLI-LI (Le altre, qualitativamente di inferiori, non recano alcuna “firma”).
Cajetanus Bosa ad ipsa corpora hominum delineavit (Gaetano Bosa disegnò per gli stessi corpi umani).
Torno alla tavola di S. Giuseppe: il testo che si legge è quello comunemente noto col titolo di Cantico del bene, ad imitazione del Cantico delle creature di S. Francesco d’Assisi. La citazione più antica da me conosciuta è in Maria Roberto Nuti, Vita del servo di Dio P. F. Giuseppe da Copertino, Viviani, Vienna, 1682, pp. 246-247 (https://books.google.it/books?id=WjZSAAAAcAAJ&pg=PA246&dq=chi+fa+ben+sol+per+paura&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiNpq7mqZ_WAhVkDMAKHXU0Cr0Q6AEIMDAC#v=onepage&q=chi%20fa%20ben%20sol%20per%20paura&f=false):
Da notare che nella tavola del Bosa, che pure è successiva al testo del quale ho appena riprodotto il dettaglio, sono assenti i sei ultimi ottonari. Credo, infine, che insegnò … con i seguenti versetti non costituisca prova inequivocabile della paternità dei versetti che il santo copertinese potrebbe aver mediato dalla cultura francescana o popolare dei secoli a lui precedenti.
https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/09/17/san-giuseppe-da-copertino-12-san-giuseppe-e-dante/
Caro Polito,
oltre al consueto grazie per la costante, preziosa opera di divulgazione, solo un breve cenno relativo alla datazione della stampa del Bova: poiché nella stessa il nostro Giuseppe da Copertino viene già qualificato santo, possiamo ipotizzare che sia stata realizzata senz’altro dopo la beatificazione del 24 febbraio 1753 se non, cosa più probabile, dopo la definitiva proclamazione a santo del 16 luglio 1767.
Tema interessante di ricerca potrebbe anche essere quello di rintracciare l’immagine più antica (ma, ahinoi, non necessariamente più fedele ai lineamenti reali) del nostro Santo, rispetto alla quale una possibile “pista” potrebbe essere proprio la qualifica di beato che precede di 14 anni la proclamazione.
Un saluto
Vanni Greco
Per quanto riguarda il tema di ricerca cui allude nel finale, un tentativo di procedere a ritroso è già in https://www.fondazioneterradotranto.it/2016/09/19/san-giuseppe-copertino-alcune-tavole-un-certificato-autenticazione-sua-reliquia-preghiera-anche-ne-approfitta/, quando presento l’incisione del Polanzani. È uno dei casi in cui uno preferirebbe essere un gambero o uno “zzucaru”, annientando il significato metaforico dei relativi detti, italiano il primo, salentino il secondo …