LOGICA E MAGIA. GIOVAN BATTISTA DELLA PORTA E I SEGRETI DELLA NATURA, COLLANA “DELLAPORTIANA. STUDI E TESTI DI FILOSOFIA NATURALE”, AGORÀ & co, Lugano 2017, 174 pp.
Primo volume di una nuova collana dedicata a Della Porta e al naturalismo mediterraneo tra Rinascimento ed età moderna, Il libro fornisce un compiuto profilo filosofico di Giovan Battista Della Porta (1535-1615), inserendo la sua opera nei dibattiti scientifici napoletani del Rinascimento. Pensatore ‘più famoso che noto’ – secondo la celebre espressione di Giuseppe Gabrieli – Della Porta è uno dei protagonisti più rappresentativi della cultura filosofica e scientifica del suo tempo. Nato a Vico Equense (per alcuni a Napoli) è il primo ascritto all’Accademia dei Lincei. Si distingue ben presto per i suoi studi di ottica, di fisiognomica e di magia naturale, raggiungendo risultati di gran pregio anche sul versante del teatro.
In un passo del Del senso delle cose e della magia, rievocando i termini di una pubblica disputa con Della Porta, Tommaso Campanella (1568-1639) rivolge al filosofo campano una critica assai dura, accusandolo di essersi approcciato al mondo naturale e ai suoi ‘segreti’ con metodo meramente descrittivo.
Stanno veramente così le cose? Prendendo le mosse da questo celeberrimo episodio della biografia dei due pensatori, il libro ricostruisce l’effettiva posizione di Della Porta circa il tema degli ‘occulti segreti della natura’, approfondendo i rapporti che essa intrattiene con le riflessioni coeve sulla logica e l’astrologia.
In particolare, è preso in esame l’apporto alla formazione dellaportiana delle proposte di pensatori più o meno noti al lettore moderno (ma fondamentali nel dibattito napoletano del tempo) quali Francesco Storella di Alessano, Matteo Tafuri da Soleto, Giovanni Abioso da Bagnolo e Giovanni Pontano.
Se l’opera del salentino Storella – al tempo professore di logica a Napoli – risulta utile alla formulazione dellaportiana di una scienza dei segreti della natura non del tutto estranea all’aristotelismo, le proposte di Giovanni Abioso e di Pontano forniscono a Della Porta le coordinate astrologiche nelle quali inserire la propria riflessione sulla ricerca naturale.
Pur non negando, ma anzi ribadendo, il ruolo di Tafuri nel dibattito astrologico napoletano, il libro mostra come la visione dell’astrologia proposta dal mago di Soleto sia invece alquanto distante da quella poi formulata da Della Porta. In questa prospettiva si inserisce lo studio di un manoscritto astrologico di Tafuri, il Pronostico del nascimento di Hemilio del Tufo (1571), dove sono presenti elementi riconducibili a tradizioni di pensiero messe ai margini da Della Porta.
Per il filosofo campano – che in questo sembra collocarsi nell’ambito dell’albertinismo medievale e del Rinascimento – il mago naturale è colui che, dotato dal cielo di nascita di particolari capacità, mette in relazione, anche tramite un’adeguata preparazione teorica, gli astri e il mondo corruttibile della materia sublunare. A distinguerlo dal filosofo naturale, troppo impegnato nelle ricerca delle ‘ragioni delle cose’, è la consapevolezza che lo sforzo ermeneutico della magia naturale si misura soprattutto nel quadro della comprensione empirica, ma non per questo esente da una doverosa giustificazione logica, delle qualità occulte dei segreti della natura.
Donato Verardi, dottore di ricerca in Storia (Parigi) e in Filosofia (Pisa), vive attualmente in Francia ed è tra i più accreditati studiosi dell’opera di Giovan Battista Della Porta.
Specialista in storia del pensiero tardo medievale e rinascimentale, la sua riflessione critica è indirizzata soprattutto verso problematiche inerenti l’astronomia, l’astrologia, l’ottica e la meteorologia.
Al pensiero di Della Porta e di molti altri filosofi salentini e meridionali (Cesare Rao, Antonio Galateo, Francesco Storella, Matteo Tafuri, Girolamo Balduino) ha dedicato numerosi saggi, voci enciclopediche e diverse conferenze, in Italia e all’estero.