di Armando Polito
foto di Renato Greco tratta da http://renus73.tumblr.com/post/72107129043/lu-cuenzu-porto-cesareo-3-december-2013
Il titolo potrebbe essere quello di un romanzo criminale in cui è ripercorsa la carriera di una banda di delinquenti, tutti fratelli, capeggiata, magari per essere originali, dal più giovane di loro, Cuènzu appunto. invece le cose stanno diversamente, anche se rimane la famiglia, quella di parole legate tra loro da un filo sottile e, nella fattispecie, emblematico delle particolari, multiformi potenzialità di alcune di loro.
Cuènzu a Nardò ) in altre zone del Salento è usata la variante conzu) è una lenza lunghissima, recante molti amii, che proprio per questa sua caratteristica richiede abilità nel calarla in mare per evitare letali, per la giornata di pesca e per il sistema nervoso …aggrovigliamenti. L’attrezzo in italiano è chiamato palàmito o o palàngaro o coffa. Palamito è forse deformazione del greco πολύμιτος (leggi poliùmitos)=dai molti fili, composto da πολύς (leggi poliùs)=molto e μίτος (leggi mitos)=filo. Palàngaro è deformazione del greco πολυάγκιστρον (leggi poliuànchistron), composto di πολύς (come il precedente) e ἄγκιστρον (leggi ànchistron)=amo. Coffa è dallo spagnolo cofa, a sua volta dall’arabo quffa=cesta, che, a sua volta, è dal greco κόφινος (leggi còfinos)=cesto, che ha dato origine all’italiano cofano. In tutti e tre i casi il riferimento è ad un dettaglio strutturale e non si creda che fili ed ami abbiano più importanza del la cesta in cui l’attrezzo viene accuratamente sistemato prima dell’uso successivo: ne verrebbe fuori un disastroso groviglio di fili ed ami …
Cuènzu ha il suo esatto corrispondente etimologico, ma non semantico, nell’italiano concio. Il vocabolrio De Mauro (da cui sono tratte le schermate che seguono) registra due lemmi distinti di concio, ma questa divisione mi pare inopportuna, vista la comune etimologia (non citata, fra l’altro, in concio2).
Conciare è da un latino *comptiare, da comptum, supino di còmere=mettere insieme, composto da cum=insieme + èmere=comprare, secondo la stessa tecnica di formazione che ha portato da ìnitum (supino di inire) ad initiare (da cui l’italiano iniziare). Nominato il padre, non mi rimane che riportare la lunga lista di figli e nipoti in italiano, compreso concio, con le varianti neretine, laddove in uso, in parentesi tonde.
acconciare (‘ccunzare)
sconciare (scunzare)
sconcio
concia (concia)
concime (concime, ma di genere femminile; vedi il mio commento a https://www.fondazioneterradotranto.it/2017/08/09/dialetto-salentino-non-indigeni-avvertiti/
concio (cuènzu a significare l’attrezzo da pesca, il diminutivo cuzzettu, come le altre varianti salentine cuccettu e uccettu che deivano per assimilazione da un *concetto1) a significare il blocco di tufo squadrato, quello che in italiano è l’ultimo significato registrato in concio2; e il composto stracuenzu, per il quale vedi https://www.fondazioneterradotranto.it/2010/09/21/11025/).
In chiusura non posso non ricordare, in omaggio agli amici piemontesi che seguono il blog, la polenta concia, sulla quale evito di avventurarmi in dettagli (nonostante il concia sia chiarissimamente in linea con l’etimo messo in campo oggi; vedi il significato n. 4 di concio2) perché totalmente digiuno di culinaria (col risultato che rischio veramente di restare digiuno dal momento che sono in grado di preparare solo un uovo alla coque …) e col rischio ulteriore di restare in quella pericolosa posizione evocata dallo spezzettamento della parola in tre tronconi …
E con questa immagine di .. sconcia autoironia, per oggi è tutto.
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1 Ben diverso, e non solo perché è concreto …, dall’omofono astratto italiano, che è dal latino conceptum, participio passato di concìpere=prendere in sé, composto da cum=insieme e càpere=prendere.
Aggiungiamo:
conza ‘salamoia’ (ulìe alla conza ‘olive in salamoia’)