Gallipoli: ma quante sono?

di Armando Polito

L’omonimia è un fenomeno non raro tra gli uomini (pensiamo alla diffusione del cognome Rossi che, credo non  a caso, ispirò l’immaginario personaggio di Bruno Bozzetto, il signor Rossi, appunto, simbolo dell’italiano medio) ed abbastanza frequente nei toponimi, specialmente quando sono accomunati da un etimo non legato ad un nome proprio. Emblematico, è, a tal proposito, il caso di Gallipoli, che à dal greco Καλλίπολις (leggi Callìpolis), composto da καλλίων (leggi callìon), comparativo di καλός/καλή/καλόν (leggi calòs/calè/calòn). Il toponimo, perciò, va tradotto con città abbastanza, troppo bella) essendo καλλίων un comparativo assoluto (cioè senza secondo termine di paragone), purtroppo riduttivo rispetto al superlativo relativo (la città più bella) o all’assoluto (città bellissima) ma che, comunque, rende giustizia rispetto all’infame traduzione corrente (la città bella), di una gravità sconcertante, mi si conceda un po’ di campanilismo, per la Gallipoli salentina.

Oltretutto la nostra è quella più presente nelle fonti classiche, che di seguito riporto.

Dionigi di Alicarnasso (I secolo a. c.): Allo spartano Leucippo che aveva chiesto dove fosse destino che lui e i compagni si insediassero [l’oracolo di Apollo] dette come responso di navigare verso l’italia e di abitare la terra nella quale, una volta sbarcati, fossero restati un giorno e una notte. Approdata la spedizione nei pressi di Gallipoli, un porto dei Tarantini …1 (per chi fosse interessato al seguito: https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/09/05/come-gli-spartani-presero-in-giro-in-un-colpo-solo-gallipolini-e-tarantini/.

Pomponio Mela (I secolo d. C.): … poi vi sono Bari, Egnazia, Rudie nobile per il cittadino Ennio, e, ormai in Calabria2, Brindisi, Valesio, Lecce, il monte Idro, le campagne salentine, le coste salentine e la città greca di Gallipoli.3

Plinio il vecchio (I secolo d. C.): Le città interne a partire da Taranto sono Oria, soprannominata della Messapia per distinguerla da quella apula, Alezio¸sulla costa invece vi sono Seno4, Gallipoli, che ora è Anxa, distante 75 migllia da Taranto.5

Guidone (XII secolo d. C.): … Vereto, che ora si chiama Leuca, Yentos, che ora si chiama Ugento, Alezio, Lubia, dove oggi è Gallipoli …6

Dopo la Gallipoli salentina  è la volta della siciliana, della quale, purtroppo, nulla resta se non la memoria storica, in attesa che le ricerche archeologiche consentano di individuarne una dislocazione più precisa nell’ambito della Sicilia orientale. L’unica fonte è Erodoto (V secolo a. C.): [Gelone] non molto tempo dopo fu riconosciuto essere il comandante supremo di tutta la cavalleria: infatti mentre Ippocrate assediava gli abitanti di Gallipoli, di Nasso e Zancle, nonché quelli di Leontini e oltre a quelli di Siracusa parecchi dei barbari, Gelone smostrò di essere uomo fortissimo; nessuna, io dico, di queste città, eccetto Siracusa, evitò di essere assoggettata ad Ippocrate.7

Ma potevano i Greci, fondatori della Gallipoli salentina e di quella siciliana non avere una città con lo stesso nome nella madre patria? Καλλίττολις o Κάλλιον era infatti una città dell’Etolia, regione montana sulla costa settentrionale del golfo di Corinto.

Tucidide (V secolo a. C.): Egli dunque con l’esercito pernottò nel recinto sacro a Giove Nemeo (ove si dice che dalla gente del paese fu ucciso il poeta Esiodo, secondo l’oracolo che gli aveva predetto che avrebbe sofferto ciò in Nemea; e sul far dell’aurora mosse il campo alla volta dell’Etolia. Nel primo dì prese Potidania, nel secondo Crocilio, nel terzo Tichio, ove si fermò e mandò il bottino ad Eupolio della Locride, avendo egli intenzione di conquistar prima gli altri luoghi, e ritornare a Naupatto, per quindi combattere gli Ofionesi qualora essi non volessero arrendersi. Questi piani però non erano ignoti agli Etoli neanche quando egli cominciava a macchinarli; e appena si presentò con l’esercito accorsero tutti contro lui con numerose soldatesche; e perfino i Bomiesi e i Calliesi, che sono gli ultimi tra gli Ofionesi e si stendono fino al golfo Meliaco, non stettero a guardare.8

Tito Livio (I secolo a. C.): … come si giunse al Corace – è un monte altissimo tra Gallipoli e Naupatto, ivi …9

Pausania (II secolo d. C.): A Brenno venne l’idea che, se avesse costretto gli Etoli a tornarsene a casa, avrebbe avuto in Etolia un modo più agevoledi combattere con esito flice contro i Greci. Avendo scelto dall’armata quarantamila fanti ed ottocento cavalieri pose alla loro testa Orestorio e Combuti, i quali, ritornando indietro per i ponti sul fiume Sperchio e attraversando la Tessaglia, entrarono in Etolia; e del trattamento riservato ai Calliei furono autori  Combuti ed Orestorio …10

Stefano di Bisanzio (VI secolo) ci ha tramandato una notizia tratta dal XX libro delle storie di Polibio (II secolo a. C.), opera della quale solo i primi cinque ci sono pervenuti integri, degli altri rimangono frammenti od epitomi: Corace, monte tra Gallipoli e Naupatto: Còrace, monte tra Gallipoli e Naupatto. Polibio nel  20° libro.11

Oltre all’Etolia, anche la Misia aveva una città con lo stesso nome.

Periplo di Scilace (IV secolo a. C.), che può essere considerato come il primo portolano del Mediterraneo: Misia. Dopo la Tracia il popolo dei Misi. Si trova a sinistra del golfo di Olbia per chi naviga verso il golfo di Cio fino a Cio. La Misia è una penisola. Le città greche in essa sono: Olbia e il suo porto, Gallipoli e il suo porto, il promontorio del golfo di Cio e a sinistra la città di Cio e il fiume Cio. Il periplo della Misia fino a Cio ha la durata di un giorno.12  

Non era da meno la Tracia con la sua Gallipoli sullo stretto dei Dardanelli, come mostra l’attuale nome turco Gelibolu, che ne è la fedele trascrizione. Non conosco fonti classiche su questa città, ma non è da escludersi, data la vicinanza, che la testimonianza precedente si riferisca proprio ad essa.

Il destino ha voluto che sopravvivessero solo la Gallipoli turca e quella salentina (nelle due immagini che seguono), ma non è per noi un motivo di vanto che l’osceno grattacielo campeggiante sulla città rappresenti un oltraggio alla città ideale immaginata da Platone 2400 anni fa: … come forse soltanto, io  dicevo, bisogna soprattutto disporre in modo che coloro che vivono nella città abbastanza bella anon si tengano lontani in alcun modo dalla geometria. E infatti tutte le cose accessorie a questo non sono di poco conto.13

Però, visto che l’obbrobrio, forse, piace ai più e, considerato che la Gallipoli salentina è una delle mete privilegiate del turismo internazionale, aveva torto il buon Platone e, molto più modestamente, ho torto anch’io …

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1 Antiquitates Romanae, XIX, 3: Λευκίππῳ τῷ Λακεδαιμονίῳ πυνθανομένῳ ὅπου πεπρωμένον αὐτῷ εἴη κατοικεῖν καὶ τοῖς περὶ αὐτόν, ἔχρησεν ὁ θεὸς πλεῖν μὲν εἰς Ἰταλίαν, γῆν δὲ οἰκίζειν, εἰς ἣν ἂν καταχθέντες ἡμέραν καὶ νύκτα μείνωσι. Καταχθέντος δὲ τοῦ στόλου περὶ Καλλίπολιν ἐπίνειόν τι τῶν Ταραντίνων …

2 All’epoca Calabria designava solo la penisola salentina.

3 Corographia, II, 66: … post Barium et Gnatia et Ennio cive nobiles Rudiae, et iam in Calabria Brundisium, Valetium, Lpiae, Hydrus mons, tum Sallentini campi et Sallentina litora et urbs Graia Callipolis.

4 Traduco così il Senum, città non identificata; da aggiungere che  e le varianti, che qui non riporto, complicano la questione.

5 Naturalis historia, III, 16: Oppida per continentem a Tarenti Uria, cui cognomen ob Aoulan Messapiae, Aletium, in ora vero Senum, Callipolis, quae nunc est Anxa, LXXV a Tarento.

6 Geographia, 29: … Beretos quae nunc Leuca, Yentos quae nunc Augentum, Valentium, Lubias ubi nunc est Callipolis …

7 Ἱστορίαι, VII, 154: Μετὰ δὲ οὐ πολλὸν χρόνον δι᾽ ἀρετὴν ἀπεδέχθη πάσης τῆς ἵππου εἶναι ἵππαρχος˙ πολιορκέοντος γὰρ Ἱπποκράτεος Καλλιπολίτας τε καὶ Ναξίους καὶ Ζαγκλαίους τε καὶ Λεοντίνους καὶ πρὸς Συρηκοσίους τε καὶ τῶν βαρβάρων συχνούς, ἀνὴρ ἐφαίνετο ἐν τούτοισι τοῖσι πολέμοισι ἐὼν ὁ Γέλων λαμπρότατος. Τῶν δὲ εἶπον πολίων τουτέων πλὴν Συρηκουσέων οὐδεμία διέφυγε δουλοσύνην πρὸς Ἱπποκράτεος.

8 Αὐλισάμενος δὲ τῷ στρατῷ ἐν τοῦ Διὸς τοῦ Νεμείου τῷ ἱερῷ, ἐν ᾧ Ἡσίοδος ὁ ποιητὴς λέγεται ὑπὸ τῶν ταύτῃ ἀποθανεῖν, χρησθὲν αὐτῷ ἐν Νεμέᾳ τοῦτο παθεῖν, ἅμα τῇ ἕῳ ἄρας ἐπορεύετο ἐς τὴν Αἰτωλίαν. Καὶ αἱρεῖ τῇ πρώτῃ ἡμέρᾳ Ποτιδανίαν καὶ τῇ δευτέρᾳ Κροκύλειον καὶ τῇ τρίτῃ Τείχιον, ἔμενέ τε αὐτοῦ καὶ τὴν λείαν ἐς Εὐπάλιον τῆς Λοκρίδος ἀπέπεμψεν τὴν γὰρ γνώμην εἶχε τὰ ἄλλα καταστρεψάμενος οὕτως ἐπὶ Ὀφιονέας, εἰ μὴ βούλοιντο ξυγχωρεῖν, ἐς Ναύπακτον ἐπαναχωρήσας στρατεῦσαι ὕστερον. Τοὺς δὲ Αἰτωλοὺς οὐκ ἐλάνθανεν αὕτη ἡ παρασκευὴ οὔτε ὅτε τὸ πρῶτον ἐπεβουλεύετο, ἐπειδή τε ὁ στρατὸς ἐσεβεβλήκει, πολλῇ χειρὶ ἐπεβοήθουν πάντες, ὥστε καὶ οἱ ἔσχατοι Ὀφιονέων οἱ πρὸς τὸν Μηλιακὸν κόλπον καθήκοντες Βωμιῆς καὶ Καλλιῆς ἐβοήθησαν.

9 Storie, XXXVI, 30, 34: … ut ad Coracem ventum est, mons est altissimus inter Callipolim et Naupactum , ibi …

10 Descrizione della Grecia, X, 22, 2: Τῷ δΒρέννῳ λογισμὸς παρίστατο ὡς εἰ ἀναγκάσει τος Αἰτωλοὺς οἴκαδε ἐς τὴν Αἰτωλίαν ἀναχωρῆσαι, ῥᾴων ἤδη γενήσοιτο ὁ πόλεμος αὐτῷ πρὸς τὸ Ἑλληνικόν. Ἀπολέξας οὖν τῆς στρατιᾶς μυριάδας τοὺς πεζοὺς τέσσαρας καὶ ὅσον ὀκτακοσίους ἱππέας, Ὀρεστόριόν τε αὐτοῖς καὶ Κόμβουτιν ἐφίστησιν ἄρχοντας, οἳ ὀπίσω κατὰ τοῦ Σπερχειοῦ τὰς γεφύρας καὶ αὖθις διὰ Θεσσαλίας ὁδεύσαντες ἐμβάλλουσιν ἐς τὴν Αἰτωλίαν΄ καὶ τὰ ἐς Καλλιέας Κόμβουτις οἱ ἐργασάμενοι καὶ Ὀρεστόριος ἦσαν …

11 Storie, XX, 10-11: Κόραξ, ὄρος μεταξὺ Καλλιπόλεως καὶ Ναυπάκτου. Πολύβιος εἰκοστῷ.

12 Scyllaci periplus, 93; in Geographi Graeci minores, a cura di Karl Müller, Didot, Parigi, 1855, v. I, p. 68: Μυσία. Μετὰ δὲ Θρᾶικην Μυσία ἔθνος. Ἔστι δὲ τὸ ἐπ᾽ ἀριστερᾶι τοῦ Ὀλβιανοῦ κόλπου ἐκπλέοντι εἰς τὸν Κιανὸν κόλπου μέχρι Κίου. Ἡ δὲ Μυσία ἀκτή ἐστι. Πόλεις δ᾽ ἐν αὐτῆι Ἑλληνίδες εἰσὶν αἵδε· Ὀλβία καὶ λιμήν, Καλλίπολις καὶ λιμήν, ἀκρωτήριον τοῦ Κιανοῦ κόλπου, καὶ ἐν ἀριστερᾶι Κίος πόλις καὶ Κίος ποταμός. Παράπλους δὲ τῆς Μυσίας εἰς Κίον ἡμέρας μιᾶς. Misia. Presso la Tracia il popolo dei Misi. Si trova a sinistra del golfo di Olbia per chi naviga verso il golfo di Cio fino a Cio. La Misia è una penisola. Le città greche in essa sono: Olbia e il suo porto, Gallipoli e il suo porto, il promontorio del golfo di Cio e a sinistra la città di Cio e il fiume Cio. Il periplo della Misia fino a Cio ha la durata di un giorno.  

13 Repubblica, III, 527c   … ὡς οἷόν τ᾽ ἄρα, ἦν δ᾽ ἐγώ, μάλιστα προστακτέον ὅπως οἱ ἐν τῇ καλλιπόλει σοι μηδενὶ τρόπῳ γεωμετρίας ἀφέξονται. Καὶ γὰρ τὰ πάρεργα αὐτοῦ οὐ σμικρά.

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3 Commenti a Gallipoli: ma quante sono?

  1. No caro Armando, non aveva torto Platone, e nemmenp tu. Perchè rovinare l’estetica di Città perfette è veramente una infamia. E ne sappiamo qualcosa, noi torinesi, che abbiamo subito il primo obbrobrio all’epoca fascista con la TORRE LITTORIA, in piazza Castello,in pieno centro della città, dove ci sono Palazzo Reale, Palazzo Madama, la Chiesa di San Lorenzo e il Teatro Regio. Ma, soprattutto oggi, che le Giunte Municipali succedutesi (di tutti i colori) hanno concesso il permesso per la costruzione di due mostri di grattacieli che fanno orrenda mostra di se e che deturpano l’architettura stupenda della nostra amata Città. I cittadini hanno protestato, ma cosa contano i cittadini!
    “Coma ‘l doi da piche” (Come il due di Picche) come si dice in buon piemontese!

  2. DI “KALLI-POLI” E DI …”KAKO-POLI”, QUANTE CE NE SONO!!! Non solo una questione di “gusto”, ma anche di “memoria storica” ….

    Accogliendo la saggia sollecitazione di Armando Polito a riflettere, e ritenendo che avere compagno o compagni al duol scema la pena e … libera energie per ampliare l’orizzonte e capire di più, mi piace far notare (e ringraziare Sergio Notario, per aver altrettanto sollecitato a pensare non solo al lato “bello” ma anche al lato “brutto” del problema) che la questione del “gusto” è più complessa e che TORINO con la sua “Torre Littoria”, o Grattacielo Reale Mutua: https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_Littoria_(Torino) è in gran compagnia con MILANO – Torre Branca, “Torre Littoria”, al Parco Sempione: https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_Branca; – http://www.gioponti.org/it/archivio/scheda-dell-opera/dd_161_5898/torre-littoria-al-parco-sempione, con VARESE – La Torre Civica (anche nota come Torre Littoria o del Littorio fino al 1945): https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_Civica_di_Varese, con BIELLA. La “Torre Littoria”: https://50sfumaturedibiella.com/2016/06/20/edificibiellesi-la-torre-littoria-lemblema-del-periodo-fascita-a-biella/; https://www.frammentidistoriabiellese.it/monumenti-opere-di-pubblica-utilita-chiese/la-torre-littoria-1939/, e di tante altre città, grandi e piccole, d’Italia.

    Della nostra “Eredità” (si cfr. l’ultimo lavoro di Corrado Stajano), sappiamo ancora ben poco. Sul tema, mi sia consentito, si cfr.: RENZO DE FELICE E LA STORIA DEL FASCISMO: LA NECESSITÀ DI RICOMINCIARE DA “CAPO”! – http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=5889

    Federico La Sala

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