di Armando Polito
Sfruttando la segnalazione fattami qualche tempo fa dal lettore Fabio (ne approfitto per osservare che non guasterebbe far conoscere pure il cognome …) nel suo commento ad un mio recente post (https://www.fondazioneterradotranto.it/2017/04/26/taranto-comera-circa-500-anni/) aggiungo un altro tassello alla serie delle carte nautiche in precedenza passate in rassegna1. A dire il vero di questa me ne ero già occupato in https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/09/16/la-terra-dotranto-in-un-portolano-del-1521-il-progetto-sarparea-e-lino-banfi/) ma, essendomene reso conto (in poco più di due anni, ad una certa età, il rincoglionimento galoppa …) quando già questo post era pronto, ho deciso di proporlo così com’è lasciando al lettore di contaminare le due versioni con le poche, reciproche integrazioni che esse mostrano.
ananso: Egnazia. Nel dettaglio che segue, tratto dalla carta Puglia piana, Terra di Barri, Terra di Otranto, Calabria et Basilicata del Mercatore (1589) si legge Anazzo.
Ecco l’evoluzione del toponimo dalla forma più antica all’attuale: Gnatia2 [Orazio (I secolo a, C.), Sermones, I, 5, 97]; Ἐγνατία (leggi Egnatìa) [Strabone (I secolo a. C-I secolo d. C.), Geographia, VI, 3]; Gnatia [Pomponio Mela (I secolo), Corographia, II, 66]; Gnatia [Plinio (I secolo), Naturalis historia (I secolo), II, 102 e 107];Ἐγνατία (leggi Egnatìa) [Tolomeo (II secolo), Geographia, III, 13]; Gnatiae [Imperatoris Antonini Augusti itinerarium (III secolo), 115]; Gnatiae [Tabula Peutingerriana, (prima redazione IV secolo), VI, 5]; Ignatia [Anonimo Ravennate (VII secolo), Cosmographia, VI, 1]; Augnatium [Guidone (inizi XII secolo), Geographica, 27-29].
L’Anazzo di Mercatore appare come la traduzione dell’Augnatium di Guidone,mentre la forma attuale riprende l’*Egnatia ipotizzata per Orazio, E in in Francesco Maria Pratilli, Della via Appia riconosciuta e descritta da Roma a Brindisi, Giovanni di Simone, Napoli, 1745, p. 146 si legge: Nel luogo ddove fu la distrutta città di Egnazia v’ha di presente sulla marina una torre, che chiamano di Agnazzo.
brindi: Brindisi
castro: Castro
cavo lovo: da notare, anzitutto, cavo per capo (se non fosse che l’autore della carta, Jacopo Russo, era messinese, l’avremmo definito un retaggio del dialetto veneziano) e lovo per l’ovo. Nel dettaglio che segue, tratto dalla carta del Mercatore citata per ananso. si legge C(apo) del ovo.
Nel dettaglio che segue, tratto da Provincia di Terra d’Otranto già delineata dal Magini e nuovamente ampliata in ogni sua parte secondo lo stato presente data in luce da Domenico De Rossi (1714) il toponimo è T(orre) del Capo dell’ovo. Oggi il toponimo è Torre dell’Ovo.
cavo Santa Maria: Capo di S.Maria di Leuca. Per cavo vale quanto detto per il toponimo precedente.
flumi tara: fiume Tara. Come nel cavo per capo dei due precedenti toponimi poteva essere ravvisato, stranamente, un venezianismo, qui flumi, con la sua terminazione in –i, tradisce l’origine siciliana del cartografo.
galipolli: Gallipoli
gaucito: Guaceto
Huxento: Ugento
otranto: Otranto
petrolla: ?
roca: Roca
lalechi: Lecce
Taranto: Taranto
vilanova: Villanova
N. B. Su Petrolla vedi la segnalazione del sig.Emilio Distratis nel suo commento leggibile, con la mia risposta, in https://www.fondazioneterradotranto.it/2017/08/12/la-terra-dotranto-un-portolano-del-xiv-secolo/
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1 http://www.fondazioneterradotranto.it/2014/09/07/la-terra-dotranto-in-un-portolano-del-xvi-secolo/
http://www.fondazioneterradotranto.it/2014/04/23/la-terra-dotranto-in-due-antiche-carte-nautiche/
2 Ritengo, però, che sia trascrizione della successiva voce greca: Ἐγνατία>Egnatia e con aferesi per esigenze metriche, Gnatia.
Carissimo Armando, lungi da me il voler evidenziare una tua svista citandoti l’atlante nautico che certamente non ti sarà sfuggito (giacché ti immagino annotare sul tuo prezioso computer ogni appunto, ogni link utile per futuribili articoli). E’ invece esattamente il contrario: ogni tuo articolo riesce a stimolare la mia curiosità, con il dovuto approfondimento che proviene (a cascata) dalle tue citazioni, ma soprattutto dalle disquisizioni filologiche che proponi.
Come quelle scaturite a proposito del mio cognome, che trovai interessante collegare (vanitoso io!) sulla scorta della disamina del toponimo Riu argomentata in https://www.fondazioneterradotranto.it/2011/04/26/lu-riu-pasquetta-dei-leccesi/#comments e in https://www.fondazioneterradotranto.it/2012/04/09/spigolatura-linguistica-sul-toponimo-lu-riu/ , in alternativa alla proposta del Rohlfs, Dizionario storico dei cognomi salentini, che propone per il cognome Ria l’origine dal griko rìa ‘re’ (di una competizione, di una gara, ecc.) a sua volta dal greco bizantino ρῆγας ‘re’, a sua volta dal lat. rex.
Tuttavia, ringrazio tutti i collaboratori della Fondazione Terra d’Otranto per gli innumerevoli preziosi articoli.
Se avessi saputo che il Fabio del commento eri tu, non mi sarei certo permesso di trattarti alla stregua di qualsiasi parzialmente anonimo (o onomasticamente fasullo) frequentatore del web; e di questo ti chiedo scusa. Vedo però con piacere che questa volta, a scanso di equivoci, hai provveduto. Non mi resta che ringraziarti e salutarti cordialmente.