di Armando Polito
… ma, visto il precedente, recente flop di Lecce capitale europea della cultura, essere prudenti nel manifestare entusiasmo , almeno per me, è d’obbligo. Questa volta, però, non si tratta di concorrere per un titolo, perché quello di Città del Libro 2017 la città salentina l’ha in tasca dal 13 maggio u. s., quando il conferimento avvenne nell’ambito della XXIX edizione del Salone del libro a Torino.
Nell’occasione Il ministro Dario Franceschini annunciò l’abolizione dell’IMU per le librerie, aggiungendo, subito dopo, che la tassa sarà a carico del Governo, non dovrà essere sostenuta dai Comuni (riporto passo passo le parole in corsivo, che dovrebbe corrispondere al virgolettato, citandole da http://www.torinotoday.it/eventi/cultura/salone-libro-dario-franceschini-abolizione-imu-librerie.html).
Pur con beneficio d’inventario (non ho riportato io, dopo averle ascoltate, le parole dette), omettendo di dire la mia su titoli, premi, onorificenze, giornate e simili …, mi permetto di fare delle osservazioni a distanza di qualche mese dall’annuncio ed a mente sufficientemente … raffreddata:
a) siccome a carico del Governo non significa certamente che i suoi componenti metteranno mano al portafogli personale, siamo al solito, disgustoso, anche per una persona di limitata intelligenza, giochetto del dare con una mano ad uno e sottrarre con l’altra ai restanti contribuenti. Abolire significa sopprimere (non trasferire obblighi) e qui l’annuncio mi sembra una sorta di rivisitazione del mito più caro ai politici, soprattutto quando si parla di tasse: quello dell’araba fenice.
b) il solito maligno, prevenuto e ostruzionista potrà affermare che si tratta di una delle tante uscite preelettoralistiche (il suffisso è voluto …) per mendicare una manciata di voti : ogni ppetra azza parete (ogni pietra eleva il muro) si dice dalle nostre parti. Per zittirlo sarebbe bastato annunciare solo l’abolizione; è il colmo che un ingenuo come me debba pure mettersi a suggerire queste finezze, peraltro ampiamente collaudate …
c) nonostante la mia inesistente cultura giuridica, il buon senso mi fa dubitare che il provvedimento sia costituzionalmente legittimo alla luce dell’articolo 3 e che possa trovare fondamento solo parziale nell’articolo 9 (almeno finché questi articoli resteranno in vigore …). Dato che, secondo un altro ministro, con la cultura non si mangia, prevedo una sollevazione di fornai e affini che chiederanno pure loro l’esenzione dall’IMU …, anche perché, se non mangi per un tempo nemmeno tanto lungo un tozzo di pane, come fai a leggere e, quel che più importa, a capire cosa hai letto con la scarsa irrorazione cerebrale che ti ritrovi?
d) il provvedimento mi sembra la polemica risposta politica con strizzamento d’occhi “laico” all’intenzione manifestata da Virginia Raggi di far pagare l’IMU a chi, in sublime coerenza con lo spirito cristiano, ancora non ha manifestato, unilateralmente (e cce, so’ ffessa? [e che sono fesso?] si dice, sempre dalle nostre parti), la volontà di essere fiscalmente trattato, pur essendo per mestiere più vicino al divino …, come tutti gli altri poveri cristi.
e) trovo scandaloso che si sia preso un provvedimento a favore, tutto sommato e, aggiungerei, ancora una volta, del privato, sbandierando l’alibi (perché di questo, come al solito, si tratta) di riconoscimento e promozione della cultura, quando in un museo, un archivio, una biblioteca, tutti pubblici, per poter avere una semplice foto devi affrontare un iter burocratico stressante e … pagare.
Mi ha fatto, però, piacere leggere tra le dichiarazioni piene di sbavante entusiasmo di politici ed editori le parole prudenti di due editori salentini. Le riporto citandole dall’articolo a firma di Dino Levante apparso su La gazzetta del Mezzogiorno del 15 maggio u. s. (http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/757333/-Lecce-citta-del-libro-2017.html):
Gli unici a non sapere che Lecce è, di fatto, “città del libro” sono evidentemente gli amministratori. Leggendo le loro dichiarazioni, mi pare di capire che si vada più alla ricerca di finanziamenti vari per il cosiddetto “mondo della cultura” che non invece a puntare su iniziative a sostegno della intera filiera del libro. Purché non sia fuoco di paglia, il riconoscimento ottenuto è un’ottima opportunità offerta ad una città che è ricca di libri e di librerie: ora, alle parole, bisogna far seguire i fatti con iniziative concrete (Lorenzo Capone).
Una buona opportunità. Speriamo che questa sia l’occasione giusta per mettere insieme sinergie tra pubblico e privato e che non sia solo una vetrina, strumento di propaganda elettorale o espediente per attrarre consenso politico (Paola Pignatelli della Grifo Edizioni).
Chi vivrà, vedrà …