di Armando Polito
Non è la prima volta che una testimonianza del passato, per quanto relativamente recente, subisce trasformazioni o, come nel nostro caso, mutilazioni. Se, poi, queste ultime alterano, comunque, l’aspetto originario di un monumento che in modo più esplicito degli altri evoca una importante memoria della storia, l’intervento, appare scellerato, anche se dovesse essere stato dettato da ragioni puramente estetiche, prima agli occhi, poi alla mente e, infine, al cuore. Dimostrazione palese di questo assunto mi pare lo smussamento dei gradini dell’obelisco del titolo, che qui documento con una serie di foto d’epoca. L’ultima è del 1962; essa è la più antica da me trovata che mostri il discutibile (uso un eufemismo) intervento, dettato, probabilmente, dalle esigenze del traffico veicolare che ha amplificato la funzione di rotatoria che pure l’obelisco aveva avuto fin dal momento della sua realizzazione. Per farsi un’idea di questa sorta di prostituzione architettonica rinvio a Marcello Gaballo-Armando Polito, L’obelisco di Porta Napoli a Lecce, in Il delfino e la mezzaluna (periodico della fondazione Terra d’Otranto), anno III, n. 1, Tipografia Biesse, Nardò, ottobre 2014. Ringrazio fin da ora chiunque vorrà documentare con maggior precisione la data dello stupro e il nome dell’autore. Siccome poi la stupidità umana non ha limiti, mi son voluto cimentare anch’io in questa dimensione e alla fine il lettore troverà una sorpresa …
1909
1940
1949
1952
1955
1962
E siamo alla sorpresa promessa. Non mi meraviglierei se fra qualche anno l’obelisco avesse le sembianze che seguono, dico fra qualche anno e non decennio perché a quella data, molto probabilmente, sarà stato demolito integralmente ….
E non mi rallegra certamente il fatto che possa succedere che il carnefice di turno, in un empito di insolita onestà intellettuale, dichiari espressamente di essersi ispirato alla mia geniale proposta …