di Armando Polito
Che piaccia o no, la crisi economica in atto almeno un effetto positivo, secondo me, lo sta esercitando col ridimensionamento della smania di costruire (con linguaggio psichiatrico potrebbe essere definita come sindrome di ossessione edificatoria compulsiva …) manifestatasi in tutta la sua invadenza soprattutto negli ultimi decenni del secolo scorso, preceduta, anche nel nostro territorio, dallo sciagurato sventramento di tanti centri storici e non solo (con la perdita irrimediabile di memorie architettoniche, alcune delle quali di indubbio pregio artistico) e dall’osceno deturpamento delle nostre coste. C’è solo da augurarsi che, quando questa famigerata luce in fondo al tunnel (mai similitudine rischiò di diventare più retorica, stupida e ridicola …) apparirà, non si ricominci ad imitare il passato, ma, piuttosto, si tenda alla tutela dell’esistente, pur nella sapiente ristrutturazione e nel rispettoso adeguamento alle esigenze abitative di oggi.
Per renderci conto di quanto abbiamo perduto per sempre e quale schifo siamo riusciti a creare basta una semplice cartolina illustrata, in molti casi anche dei primi anni 50 ed un po’ di pazienza nello sfruttare adeguatamente Google Maps alla ricerca di una prospettiva attuale che coincida quanto più possibile con quella della cartolina. È quello che ho fatto, come altre volte, anche oggi e per dimostrare quanto detto genericamente all’inizio, nell’imbarazzo, purtroppo, della scelta, ho deciso questa volta di puntare sul capoluogo, proponendo uno scorcio di viale Otranto qual era nel 1921, impietosamente messo a confronto con quello attuale.
Evito di esprimere ulteriori , dettagliati giudizi e chiudo, ancora una volta, con la solita comunicazione di servizio: sarà graditissima la collaborazione di tutti quei lettori locali che vorranno inviare alla redazione una foto attuale per prospettiva più vicina all’antica di quanto non sia quella da me tratta ed adattata da Google Maps (anche per chiudere la bocca a chi eventualmente dovesse affermare, pur a denti stretti, che la maggiore gradevolezza dell’antico rispetto al moderno è solo una questione di inquadratura …). In tal caso provvederò quasi in tempo reale alla provvidenziale sostituzione, aggiungendo in didascalia il nome dell’autore dello scatto. Ringrazio anticipatamente quanti vorranno farlo.