di Pino de Luca
E’ quasi l’una di notte, il jet leg dell’ora legale mi ha scombussolato. Metto insieme i pezzi del prossimo articolo del venerdi. Sono contento, molto contento di come alcuni pezzi di Salento, in particolare uno che non disvelo, stiano crescendo in manera prorompente, quasi sia stato levato un tappo che li comprimeva. O forse è stato levato per davvero. Non è compito mio giudicare. E guardando le carte e le storie sono incappato nelle date, in vecchie foto e vecc…hi articoli. Vecchi si, come a volte mi capita di essere giudicato. Forse a buona ragione. In quelle vecchie foto, con tanti chili in meno e tanta rabbia in più ne ho trovate alcune di un 31 marzo fatto al Belvedere di Porto Selvaggio. Molti anni fa. Che tempi ho avuto l’onore di vivere, che persone ho avuto il piacere di conoscere, molte personalmente e molte per contatto pubblico. Era il 1984 alla prima esperienza di Consigliere Comunale da meno di un anno, cominciavo a comprendere cosa significava muoversi in un comune difficile, avere sulle spalle le speranze degli sconfitti da sempre e di fronte la forza e l’arroganza di chi aveva sempre vinto. C’era tanta fiducia, entusiasmo, ingenua lealtà e incrollabile fede nell’utopia dell’eguaglianza e del comun sentire. Era il 31 di marzo e giunse a notizia orrenda: Renata Fonte, assessore al comune di Nardò, era stata uccisa a colpi di pistola mentre tornava a casa. Sapevamo bene cosa fosse già la quarta mafia e sapevamo bene che cresceva grazie alla miopia e alla sottovalutazione, quando non alla complicità delle istituzioni.
Ricordo i giornali del tempo e le veline che, come sempre, cercavano di instillare nell’opinione pubblica idee balzane e, trattandosi di una donna, la pista passionale era la preferita. Fino ad indicare persino il marito come possibile coinvolto. Che vergogna. Molti anni dopo si capirà che dietro c’era una mano criminale ma mai si è giunti al terzo livello … ci si è fermati al secondo. Eppure le sentenze di quell’ulteriore livello ne parlano ma restò inaccessibile. E comunque Renata ha vinto. Il Salento ha ancora Porto Selvaggio strappato alla speculazione grazie proprio al suo impegno. A Sabrina e Viviana il mio caro saluto.
Ci sono state Persone come Renata che hanno dato la vita per la loro terra e ci sono persone che ne fanno strame vendendone brandelli ai passanti. Il Salento esiste, ma i salentini continuano ad esistere ancora?
A noi la scelta!!!