di Melanton*
Ricordate questo nome: Giulio Antonio Acquaviva, conte di Conversano, luogotenente del re di Napoli Alfonso d’Aragona, nobile di lignaggio e di cuore, cavaliere senza macchia e senza paura, abile spadaccino, gentiluomo degno dei più elevati onori, intrepido fino ed oltre la morte.Egli visse in tempi di avventura ed eroismo rimasti insuperabili, quando l’onore e il coraggio erano esemplari. Tempi di uomini ardimentosi, che hanno scritto pagine di storia, e con le loro eroiche imprese, anche di leggenda.
Nato nel 1428 ad Atri, in Abruzzo, Giulio Antonio divenne duca di Conversano sposando nel 1456 Caterina Orsini del Balzo, figlia naturale di Giovanni Antonio, principe di Taranto. Accorse volontariamente sotto i bastioni di Otranto in quella fatidica tragica estate del 1480, quando i Turchi, comandati dal feroce Gedik Ahmet Pascià, invasero la nobile città dalle cento torri, caposaldo orientale della Cristianità, con il conseguente eccidio degli Ottocento Martiri, e fu ancora protagonista l’anno dopo, nelle varie battaglie per la sua liberazione.
In uno di questi scontri (anche se la storia parla di un’imboscata), il conte Acquaviva difese la vita e l’onore di tanti cristiani inermi, battendosi come cento soldati tra i boati e i fumi delle artiglierie turchesche, nel disordinato clamore di donne, bambini e vecchi terrorizzati, e orrendi cumuli di caduti e macerie.
Improvvisamente, un colpo netto di scimitarra gli mozzò il capo.
Ma Giulio Antonio Acquaviva non cadde per terra. Pur senza testa, molti lo videro combattere ancora contro gli invasori. Finché il suo fido destriero, dileguandosi nella campagna, lo condusse in un’ultima corsa, fermandosi nel cortile del Castello di Sternatia, quartier generale delle truppe aragonesi.
Qui l’eroico conte stramazzò al suolo per sempre. O forse no.
In certi suggestivi momenti della notte agostana, lungo il profilo delle mura di Otranto, chi ha buona vista e cuore romantico, ancora oggi, infatti, dopo più di cinque secoli, può intravedere,quasi come un’ombra, un cavaliere senza testa che percorre rapido il cielo, galoppando in silenzio verso il mistero.
* Pubblicato su Il Filo di Aracne
Molto particolare lo stemma inquartato degli Acquaviva d’Aragona, ramo originato proprio dal nostro Giulio Antonio a seguito di una concessione reale del 1479.
Ho cominciato a leggere con molto interesse questo articolo fino a che sono arrivato a “conte di Conversano”. Mi dispiace molto la imprecisione ma il primo conte di Conversano è stato suo figlio Andrea Matteo Acquaviva, chi alla morte della madre ha ereditato la contea di Conversano. Vi consiglio leggere a Maria Sirago “Il feudo Acquavivano”.
Saluti cordiali, Rodrigo Torres.
Il primo conte di Conversano fu Giulio Antonio I, avendo sposato nel 1456 Caterina Orsini del Balzo, figlia illegittima, ma legittimata, del principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo. Nel 1481, a seguito della morte del conte Giulio Antonio, successe nella contea di Conversano e nel ducato di Atri, il figlio Andrea Matteo.
In realtà Anton Giulio Acquaviva d’Aragona cadde nel 1481 in un mortale tranello ordito da alcuni Giannizzeri nei pressi della contrada di Acquarolo attualmente in agro di Minervino di Lecce. La sua testa fu portata come trofeo a Costantinopoli.
Lo stesso Giulio Antonio Acquaviva d’Aragona è documentato caduto valorosamente nella difesa di Vieste dai Turchi di Acmet Bascià in una cronaca locale del ‘600 nel 1480