Le Ferrovie Sud-Est macinano più debiti che chilometri,
può salvarle solo un commissario straordinario
di Paolo Rausa
L’azienda Ferrovie Sud-Est Srl, costituita a Roma nel 1931, gestisce mille km di linee ferroviarie. E’ così gravata da una pesantissima crisi debitoria da non riuscire più a percorrere i km della sua rete che come una ragnatela congiunge i paesini del Salento e si allunga fino a Taranto e a nord a Martina Franca (Ta) e a Bari Mungivacca. ‘1300 dipendenti e 1400 cause di lavoro!’ – Sergio Rizzo con un articolo sul Corriere della Sera analizza la sua situazione drammatica, frutto di anni e anni di cattiva gestione finanziaria che data al tempo della sinistra ferroviaria di Claudio Signorile. Non modernizzata nei mezzi utilizzati e nell’adeguamento delle rete ferroviaria alle effettive necessità di un Salento turistico, le Ferrovia Sud-Est sono rimaste ferme nell’utilizzo dell’impianto originario, con fermate lontane dai paesi e dai centri balneari come Otranto o Santa Maria di Leuca. Qui la fermata più vicina, Gagliano del Capo, dista 5 km. dal Santuario de finibus terrae. La situazione è davvero disastrosa, con 320 autobus destinati a studenti e pendolari di cui la metà inutilizzabili, le ditte di manutenzione che entro una settimana smetteranno di prestare la loro opera, i servizi informatici e contabili affidati ad una società esterna che minaccia di chiudere senza altra alternativa (guarda caso) se non l’assunzione diretta dei dipendenti, un direttore del personale che operava da Roma, dirigenti retribuiti con 220 mila euro annui, 311 milioni di debiti e 170 milioni di sbilancio contabile, mancato versamento da tre mesi all’Inps e al Fisco delle ritenute previdenziali e dell’Irpef dei dipendenti. Le consulenze esterne sono oggetto di indagine. Nell’inchiesta sulle grandi opere è stato coinvolto Ercole Incalza per almeno un decennio commissario governativo dell’azienda pugliese, di proprietà del Ministero delle Infrastrutture. Con lui risulta indagato anche l’ex amministratore unico della società pubblica Luigi Fiorillo. Tangenti e malaffare, sprechi come nel caso delle 25 carrozze passeggeri usate, acquistate dal Germania nel 2006 a 37.500 euro, poi vendute ad una società polacca e ricomprate dopo una sistemazione a 900 mila euro l’una invece delle 620 mila concordate. La società polacca Varsa era gestita da un pregiudicato, un prestanome, Carlo Beltramelli. Soldi intascati, tangenti, una macchina BMW regalata al braccio destro di Fiorillo e tante altre irregolarità hanno fatto muovere la Corte dei Conti che ha richiesto la restituzione di 9 milioni di euro e ha già messo sotto sequestro i beni. Il nuovo presidente Andrea Viero si è messo le mani nei capelli appena ha potuto accedere ai documenti aziendali ed è rimasto inorridito dalla ‘inadeguatezza drammatica di meccanismi operativi, processi decisionali e sistemi di controllo’, tanto che ha suggerito al Ministro del Rio di ricorrere urgentemente per il risanamento ad un amministratore straordinario. Intanto è da anni che si parla di una riconversione della Ferrovia a metropolitana leggera per tutto il Salento fino all’aeroporto di Brindisi. Nell’attesa si investe nelle autostrade del mare che dal capoluogo leccese si inabissano verso Otranto e verso Santa Maria di Leuca. Povero Sud, povera Patria!