Pietro Marti e Manduria

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MANDURIA, PIETRO MARTI E L’ISTRUZIONE PUBBLICA

                                  IN UN LIBRO DI ERMANNO INGUSCIO

 

Un “filo rosso” lega la cultura cittadina di Manduria all’alfiere del Salento Pietro Marti, intellettuale, giornalista e cultore di storia patria del primo Novecento. Il prof. Marti, infatti,noto in tutt’ Italia in campo critico e culturale anche per aver pubblicato Origine e fortuna della Coltura salentina (1893), era giunto a Manduria l’11 ottobre 1921, chiamato dal sindaco dell’epoca, Giovanni Errico, a dirigere l’istituenda Scuola Tecnica Superiore, divenuto presto un vero gioiello di efficienza scolastica in tutta la Terra d’Otranto.

L’odierna Amministrazione Comunale, guidata da Roberto Massafra, con il supporto della Civica Biblioteca “Gatti”, ha voluto riscoprire la figura di Pietro Marti, giovedì 19 novembre 2015 (Sala Consiliare del Comune, h. 17,00), presentando al pubblico una monografia di Ermanno Inguscio dal titolo Pietro Marti (1863-1933) Cultura e Giornalismo in Terra d’Otranto (2013).

L’evento ha innescato un grande fermento culturale nel centro ionico, anche per merito della Società di Storia Patria per la Puglia, sezione di Oria, dell’Archeoclub d’Italia (Presidente Sergio De Cillis, sezione di Manduria), dell’Associazione Pernix Apulia di Eugenio Selvaggi, della UNITRE cittadina e della Biblioteca “Gatti” (diretta da Carmela Greco). Il folto uditorio ha apprezzato la dotta relazione sulla pubblicazione di Inguscio, affidata alle considerazioni di merito dello studioso Cosimo Pio Bentivoglio.

Quattro le parti del libro ampiamente illustrate ai tanti uditori presenti: Pietro Marti, uomo di cultura; lo storico-erudito e il biografo; il direttore del giornale La Voce del Salento; il cultore d’Arte e di Archeologia. L’Istituzione Comunale di Manduria, dunque, ieri come oggi, ha saputo affidare le sorti della pubblica istruzione dei giovani a intellettuali di tutto prestigio e di eccellente professionalità e ne conserva fedele ricordo.

Sottoposto ben presto alla veemenza del furore fascista cittadino, il preside (oggi dirigente) Pietro Marti, seppe tenere alta la finalità della Istituzione scolastica, difendendo con l’operosità e l’esempio personale la stessa mission della scuola, che dichiarava, sul foglio a stampa Per la verità, dev’essere sacra e superiore a tutte le passioni, personali e politiche. Non è stata certo una meteora, dunque, la permanenza di Pietro Marti a Manduria, durata solo dal 1921 al 1924.

Una sua figlia, Emma, docente all’epoca a San Pancrazio Salentino, era poi andata in sposa a Paolo Dimitri, anch’egli uomo di scuola. Oggi, l’ottuagenario Elio, che ha chiuso da par suo la serata culturale a Manduria, ancora è felice testimone, nell’affetto che lo legava al nonno, della passione storico-culturale che lo contraddistingueva. Quanti opuscoli venivano dati puntualmente in regalo al nipotino ad ogni loro incontro. Regali e cultura permeati da affetti. Ma Elio Dimitri, oggi Presidente onorario della Biblioteca Civica “Gatti”, è lo studioso autore della Bibliografia di Terra d’Otranto dal 1550 al 2003, strumento storiografico fondamentale per ogni ricerca storica sul Salento.

Se a Pietro Marti, suo nonno per parte di madre, con la produzione delle quaranta monografie e la dozzina di giornali (per gran parte fondati e diretti), spetta parte di quell’immortalità che, a dirla con il filosofo francese Jacques Derrida, solo la scrittura può assicurare, all’impegno di  studioso di Dimitri spetta il primato di quel “filo rosso” che lega la città di Manduria all’amore per la cultura delle arti e del bello, che Pietro Marti aveva insegnato nella Penisola e per tutte le contrade del Salento. Manduria e Pietro Marti, uno storico binomio di elevazione civico-sociale, ancora oggi valido per chi sa apprezzare l’insegnamento della storia, maestra di vita.

E’un po’ ciò che lo storico Ermanno Inguscio, nella sua monografia sull’illustre giornalista leccese, presentata a Manduria,  ha per un verso  “costruito un piedistallo su cui ora posa tranquilla la statua ideale di Pietro Marti”, come annotato da Alessandro Laporta, e dall’altro ha inteso tramandare un messaggio di civica passione alle generazioni del mondo globalizzato.

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