di Melanton
È noto che il Salento – e particolarmente Brindisi (dove giunse da un viaggio in Grecia, e si fermò fino alla morte, avvenuta il 21 settembre del 19 a.C.) – ha ospitato per un periodo più o meno lungo il grande poeta latino Publio Virgilio Marone. Non tutti, però, sanno che l’autore dell’Eneide, delle Bucoliche e delle Georgiche, aveva fama d’essere un mago. A lui, infatti, furono attribuite varie imprese prodigiose, tanto che la nomea del “Mago Virgilio” si diffuse ben presto in tutta la Puglia, e nell’intero Regno di Napoli. E per secoli, fin quasi ai nostri tempi, allorché un’opera destava meraviglia e stupore per la sua grandiosità, si diceva: «L’have fatta lu Macu Virgiliu!».
Così avvenne appunto a Taranto con la famosa fontana di Piazza Mercato, alimentata da un colossale acquedotto che passava sopra il ponte di pietra di Porta Napoli: tutto il popolo era convinto che fosse opera de lu Macu Virgiliu, che con tale impresa (compiuta, peraltro, in una sola notte!), aveva finalmente vinto la sfida con le Streghe per il dominio sulla città.
Di questo preciso evento, e delle magiche capacità di Virgilio, dà precisa testimonianza in un suo saggio anche il filologo romano Domenico Comparetti (1835-1927), citando peraltro il seguente “sincero e grazioso canto d’amore, udito dalla bocca di una contadina, in un picciol villaggio presso Lecce”: «Diu, ci tanissi l’arte de Vargillu: / nnanti le porte toi nducìa lu mare / ca de li pisci me facìa pupillu, / mmienzu le reti toi enìa ‘ncappare ; / ca di l’acelli me facìa cardillu, / mmienzu lu piettu tou lu nitu a fare; / e sutta l’umbra de li to’ capilli /enìa de menzugiurnu a rrepusare». Ah, l’amore, l’amore…
Pubblicato su Il filo di Aracne